Sorpresa: si riscaldano anche Marte e Giove

Il Giornale Online
Segnalato da Deg

Scritto da Corrado Fronte

Che sia colpa del sole?
Se, obnubilati dagli eco-terroristi, vagheggiate di fare le valige ed emigrare su di un altro pianeta per sfuggire al riscaldamento globale, abbandonate anche questa illusione: gli astronomi hanno osservato che sugli altri pianeti le cose vanno anche peggio! E qui l’uomo non c’entra davvero.

Il “National Geographic” in un articolo di Kate Revilious pubblicato il 28/2/2007, riporta che gli scienziati stanno riscontrando un progressivo riscaldamento di Marte. Nel 2005 la NASA ha rivelato che la sonda orbitante 2001 Mars Odyssy mostra che la calotta di biossido di carbonio ghiacciato (CO2) presente al polo sud del pianeta è diminuita per tre anni di seguito.

Giova chiarire che la CO2 presente nell’atmosfera terrestre in forma gassosa, gela ad una temperatura di – 78 0C, dando origine al cosiddetto “ghiaccio secco”, molto usato dei laboratori chimici e per la refrigerazione. Su Marte si raggiunge ai poli una temperatura sufficientemente bassa da far solidificare (congelare) la CO2. Quindi la diminuzione della calotta indica un riscaldamento.
Ma il fenomeno si estende anche altri pianeti del sistema solare. Secondo ricercatori dell'Università della California è proprio un aumento dell’attività solare in atto da diversi anni che provoca un riscaldamento che interessa tutto il Sistema Solare. Ne sarebbero coinvolti anche Giove, Nettuno, Plutone e Tritone, la luna ghiacciata di Nettuno. Questi si stanno riscaldando addirittura a ritmi superiori a quello della Terra.

Secondo lo scienziato Habibullo Abdussamatov, capo della ricerca spaziale dell’osservatorio astronomico Pulkovo di San Pietroburgo, la concomitanza di questi fenomeni dimostra che la causa del riscaldamento riscontrato sulla Terra non sia attribuibile a fenomeni indotti dall’attività umana, ma a piuttosto all’attività solare. Marte e la Terra in parallelo hanno infatti sperimentato periodiche glaciazioni nella loro storia. Il contributo antropico al gas serra è piccolo.

Vediamo questo aspetto più da vicino. Da quando Galileo inventò il cannocchiale è iniziata l’osservazione sistematica delle macchie solari. La loro quantità ed estensione non è costante, ma presenta un andamento ciclico di circa 11 anni. La media di queste oscillazioni a sua volta presenta un andamento più ampio e di più lungo periodo. Al massimo delle macchie solari corrisponde un massimo di riscaldamento. Infatti nella “piccola era glaciale” tra il1645 ed il 1710 le macchie solari erano quasi completamente scomparse. La situazione è nota come “minimo di Maunder”, dal nome dello scienziato che la studiò.

In questi ultimi anni si è verificato un massimo di macchie solari. Gli scienziati dell'Istituto di astronomia dell’Istituto Federale di Tecnologia svizzero di Zurigo hanno usato carote di ghiaccio prelevate in Groenlandia per costruire un quadro dell'attività della nostra stella nel passato. I risultati indicano che nell'ultimo secolo il numero di macchie solari è cresciuto di pari passo con il costante riscaldamento del clima terrestre . Ma rivelano anche che il Sole non è mai stati così attivo nell'ultimo millennio come negli ultimi 60 anni.

Le opinioni del prof. Abdussamatov sono in completo disaccordo con la corrente principale dell’opinione scientifica, ha detto Colin Wilson, un fisico planetario dell’Università di Oxford, e contraddicono la “larga evidenza” presentata dal più recente rapporto dell’ IPCC del 2 febbraio 2007.

Secondo Wilson la causa principale dei cambiamenti climatici di Marte sono fluttuazioni nell’inclinazione dell’asse di rotazione. Queste sono ritenute responsabili delle glaciazioni sia su Marte che sulla Terra. Marte e la Terra però si comportano secondo modi e tempi diversi: sono differenti dimensioni, raggi e periodi orbitali, ed inoltre la Terra subisce l’effetto della Luna. Il fatto che mostrino ora gli stessi cambiamenti è secondo Wilson una pura coincidenza.

C’è da chiedersi come sia possibile che di fronte alle argomentazioni e alle evidenze contrarie, che sto cercando via via di illustrare, si voglia proseguire nel forsennato piano di sperpero di denaro e risorse imposto dal trattato di Kyoto. Solamente in ossequio ai fumosi “summary for policy makers” dell’ICCP, “ampiamente condivisi” dagli scienziati? Bisogna piuttosto tener presente che, come insegna il prof. Antonio Zichichi, la scienza non procede a colpi di maggioranza.

Fonte: http://www.legnostorto.com/index.php?option=com_content&task=view&id=24279&Itemid=29