SPIE PSICHICHE

Il Giornale Online
La prima delle notizie esplosive uscì nel novembre del 1991: la Psi Tech, una società americana con sede nel Maryland, aveva spiato per conto delle Nazioni Unite gli arsenali segreti di Saddam Hussein servendosi di… un team di veggenti!

Grazie ad una squadra di potenti sensitivi, il direttore della Psi Tech Edward Dames, un ex ufficiale della CIA, aveva così tracciato una mappa precisa delle installazioni segrete del dittatore irakeno. I telepati della Psi Tech avevano individuato due centrali per la costruzione di armi batteriologiche, i cui piani sarebbero stati poi consegnati al Pentagono. La notizia stupiva in quanto il governo americano, già nel 1988, aveva dichiarato di non avere nessuna intenzione di servirsi di medium e sensitivi in quanto “tutti i test effettuati per stabilire l'esistenza di poteri paranormali erano risultati negativi”. Ma evidentemente, dietro le quinte, le cose andavano diversamente.

Non solo, nel novembre del 1995 dagli archivi della CIA, il servizio segreto americano con sede a Langley in Virginia, fuoriusciva la notizia che per oltre vent'anni, e per la modica spesa di 32 miliardi di lire, i servizi segreti USA si erano serviti di medium e sensitivi per le loro attività clandestine (o “black projects”). In particolare, per rintracciare il leader libico Gheddafi nel 1986; per liberare il generale Dozier sequestrato in Italia dalle Brigate Rosse; per scoprire, nel 1979, dove fossero i nuovi sommergibili atomici dei sovietici ed infine per individuare le centrali al plutonio dei nordcoreani.

I sensitivi, sei potenti telepati la cui identità non veniva rivelata, operavano presso la base di Meaden, Washington, nell'ambito del programma “Stargate” (la porta delle stelle). Il gruppo, per cercare di frugare a distanza nella mente del nemico, si serviva soprattutto della telepatia. Nel 1994 il Congresso degli Stati Uniti aveva posto il veto a questo tipo di esperimenti, giudicati inutili e costosi, ma i servizi della Difesa avevano protestato sostenendo che “le facoltà extrasensoriali esistono e vanno sfruttate”. I sei veggenti, in particolare, avrebbero individuato, nel corso degli anni, sommergibili sovietici e campi di addestramento libici per terroristi.

Quando i nostri i top gun bombardarono Tripoli nella speranza di uccidere Gheddafi i nostri sensitivi indicarono con precisione il bersaglio: ma quella notte il colonnello non dormì sul posto e scampò alla morte. La colpa, dunque, non è dei sensitivi…”.. L'inchiesta sui veggenti di Meaden è stata condotta, per conto del Congresso, dalla professoressa Jessica Utts dell'Università della California e da Ray Hayman dell'Universit� dell'Oregon. Mentre la prima ha dichiarato che le ricerche meritavano di proseguire, Hayman si è detto totalmente scettico, visto che i sensitivi ci avevano azzeccato solo nel 15% dei casi. Da allora il Governo avrebbe sospeso i finanziamenti; ma sappiamo invece che lo spionaggio mentale continua ugualmente, grazie ai fondi in nero della CIA.

I russi, del resto, fanno altrettanto, e da più tempo rispetto agli americani. Già nel 1940 girava per il Cremlino Wolf Messing, un ebreo polacco ricercato dai nazisti non solo per le sue origini ma per la sua profezia della fine di Hitler qualora questi avesse attaccato la Russia. Intimo di Stalin, Messing non lesinava dare mostra dei propri poteri di controllo mentale. In un occasione il polacco riuscì a penetrare nella casa di campagna del leader sovietico, in barba alla rigidissima sorveglianza armata, suggestionando mentalmente le guardie del corpo e facendo credere loro di essere Lavrenti Beria, l'onnipotente capo della polizia segreta sovietica.

Ma la possibilità di boicottare i nemici psichicamente grazie all'uso di sensitivi Stalin l'avrebbe messa in pratica, a detta del parapsicologo Massimo Inardi, “nel 1953, quando la scoperta di soggetti dotati di facoltà telecinetiche fece balenare, presso le Forze Armate, l'idea di un loro utilizzo a scopo pratico, come l'intercettazione telepatica di piani strategici, il disturbo di strumentazioni tattiche (missili, aerei, radio…), fino alla neutralizzazione a distanza degli armamenti nucleari”. In quell'anno è nata la psicotronica, o “scienza delle reali energie umane”, così è stata ribattezzata la parapsicologia nella CSI.

La ricerca ha fatto passi da gigante da quando il governo ha messo le mani su medium e sensitivi dalle capacità a dir poco eccezionali. Come nel caso dei telepati Karl Nikolaev e Yurij Kamenskij che dal 1965 hanno eseguito difficili esperimenti di comunicazione mentale anche a centinaia di chilometri di distanza, con risultati ritenuti talmente sbalorditivi da spingere il Cremlino ad istituire differenti istituti di ricerca sui fenomeni ESP non solo nella capitale, ma anche a Novosibirsk, Odessa, Zhaporozhje, Taganrog e Alma Ata. E questi studi si sarebbero spinti così avanti al punto che, nel dicembre del 1992, la stampa mondiale ha riportato la notizia – quanto seria non si sa – che i sovietici possiedono una macchina psicotronica in grado di amplificare a comando i desideri, permettendo a sensitivi opportunamente manovrati di uccidere a distanza!

I dettagli di quest'arma provengono ovviamente da fughe di notizie, raccolte in un documento top secret intitolato “Inventario delle informazioni di cui è proibita la pubblicazione”, un misterioso volume di quattrocento pagine, aggiornato annualmente dagli organi di censura nazionali. In un paragrafo di questo testo militare c'è una sezione dedicata proprio alle armi extrasensoriali. E si citano quattrocento cittadini sovietici che hanno denunciato insoliti dolori o vere e proprie alterazioni psichiche, provocate dalle psicospie. Fra le vittime, ci sarebbe anche un ex colonnello del KGB, pronto a testimoniare che tali apparecchiature vennero usate per favorire colpi di stato e per eliminare oppositori politici, spingendoli al suicidio.

Quest'arma sarebbe stata utilizzata per ridurre a miti consigli i sei golpisti rivoluzionari che, nell'estate del 1991, sequestrarono Mikhail Gorbachov. Costoro, pur avendo in mano i codici segreti per lanciare tutte le testate nucleari sovietiche e disponendo dunque in quel momento di un potere immenso, tutt'a un tratto si arresero docilmente ed inspiegabilmente alla Guardia Rossa, lasciandosi arrestare come in trance…

Dell'esistenza di simili armi è convinto anche il colonnello dell'Esercito americano Thomas E. Bearden, un ingegnere nucleare il cui nome è legato a diversi esperimenti top secret per il Pentagono. “Esiste un'operazione segreta dei sovietici battezzata fer-de-lance “, ha raccontato il militare nel volume “Excalibur briefing”, “tesa alla conquista del mondo. L'operazione, ideata durante la guerra fredda, e ad appena pochi anni dalla conclusione della Seconda Guerra Mondiale, è stata ordinata nientemeno che da Stalin, ma i primi risultati vennero raggiunti solo verso la fine degli anni '50.

Io credo che la catastrofe nucleare che sconvolse gli Urali nel 1958 fu dovuta ad un esperimento sfuggito di mano, il tentativo di trasmettere a distanza un'esplosione nucleare attraverso l'iperspazio…”. In altre parole, un team di sensitivi avrebbe tentato di smaterializzare gli effetti di un'esplosione atomica per rimaterializzarli su un obiettivo nemico. “Ritengo che abbiano usato un cannone nucleare iperspaziale, basato sullo sviluppo del raggio della morte in fase di studio in quel tempo”, ha concluso Bearden, al quale l'informazione sarebbe arrivata a Bearden da fonti riservate.

Fantascienza? è probabile; curiosamente però, due anni dopo l'incidente, il presidente Krushev, parlando dinanzi al Presidium, confermava le supposizioni dell'americano annunciando lo sviluppo di una nuova arma “così potente da poter cancellare ogni forma di vita sulla Terra”. Armi psicotroniche o deterrenti psicologici abilmente propagandati?

Sempre Bearden cita un attacco all'ambasciata americana a Mosca, cominciato fra il 1959 ed il 1960, per mezzo di radiazioni. “I sovietici erano interessati a scoprire se avessimo dei soggetti psicotronici. In questo modo hanno irradiato l'ambasciata con radiazioni psichiche ad alto livello, causando vari disturbi ai diplomatici: aritmia cardiaca, infezioni del sangue, cancro. Questi esperimenti continuano tuttora”, ha scritto Bearden nel 1988. In quello stesso anno l'agenzia di stampa Agi/Ap dichiarava che “il Dipartimento di Stato di Washington ha accusato i sovietici di continuare a bombardare con fasci di microonde l'ambasciata americana a Mosca.

L'Ufficio per la sicurezza diplomatica ha detto trattarsi di segnali a microonde di potenza 5-11 gigahertz. I segnali continuano ad essere rilevati nei locali della cancelleria dell'ambasciata”. Il fenomeno, denunciato nel marzo dell' '88, era già noto al governo americano da almeno cinque anni, dopo che l'ambasciatore USA in URSS aveva protestato contro queste interferenze mentali, subite dai diplomatici per un periodo di quattro mesi, “dal 4 luglio al 19 ottobre”. Anche in questo caso tali onde mentali sarebbero state prodotte da sensitivi molto dotati psicocineticamente.

La guerra psichica era foraggiata direttamente dal KGB, il servizio segreto russo, una volta appurato che in America la CIA stava facendo la stessa cosa. Ma fortunatamente l'omicidio a distanza era l'ultima delle risorse. I combattenti psicotronici delle due nazioni in lotta si limitavano, in genere, a spiarsi telepaticamente.

Nell'agosto del 1962 nei palazzi del Cremlino si verificava un episodio curioso. Il presidente Krushev veniva preso da una crisi di nervi leggendo sulla stampa che Kennedy aveva dichiarato: “L'URSS ha firmato un trattato militare ed economico con Cuba. Per la Repubblica cubana il trattato è stato ratificato da Che Guevara…”. L'esistenza di questo accordo era segretissima e non si riusciva a spiegare in che modo l'Intelligence Department americano ne fosse venuto a conoscenza. L'unica spiegazione era lo spionaggio telepatico. Di questa ipotesi si sono detti convinti due ricercatori del mistero, l'italiano Peter Kolosimo ed il francese Robert Charroux. “Gli americani hanno usato un sensitivo opportunamente stimolato con sostanze stupefacenti”, hanno dichiarato.

Molti di questi esperimenti sarebbero stati attuati dai sovietici in una sezione riservatissima adiacente la tristemente nota centrale nucleare di Chernobyl, in mano alla Sinarchia russa (che ovviamente si oppone a quella americana). Ne è sicuro lo studioso polacco Michal Kaszowski che, nella rivista “Nie z tej ziemi”, ha dichiarato:”Molte ricerche insolite sono state portate avanti in Russia. Un test di conquista della materia attraverso lo psi fu sperimentato parecchi anni fa. Lo ha svelato una mia collega di cui debbo tacere il nome. Si tratta di una pubblicista che lavorava per il giornale 'Kijevskie Novosti', e che ha scoperto che a Chernobyl, nella celebre e famigerata centrale nucleare esplosa nell' '86, le installazioni erano rimaste contaminate da parecchi pericolosissimi isotopi di plutonio, chiamati americio 241 e 242.

Questi isotopi ufficialmente non esistono, e la scienza ufficiale ne prevede la messa a punto ed il controllo solo fra 50 anni. La giornalista ottenne altresì materiale su certi laboratori segreti, conosciuti come Chernobyl 2, dove si conducevano varie ricerche sull'influenza del cervello e della mente umana con tecniche super e subsoniche, o con campi magnetici. Queste tecniche di controllo mentale, con supporto di strumenti e generatori atomici, venivano condotti non da militari o da agenti del KGB ma da un gruppo di satanisti, noti come Bialego Bractwa, o setta dei Fratelli Bianchi… Questi esperimenti psicotronici sarebbero attualmente ancora in corso”.

Anche un altro ricercatore polacco mio buon amico, il militare Robert Lesniakiewicz, ha svolto delle indagini che lo hanno portato ad affermare: “Sono sicuro che dietro la catastrofe di Chernobyl si celino esperimenti segreti delle Forze Armate o di altri gruppi. Non è vero che il reattore è esploso per un semplice e banale riscaldamento di un motore, c'è qualcosa di più. Si tentava di mescolare psicocinesi ed energia atomica, si voleva dominare paranormalmente la materia..”.

Inutile dire che, trattandosi di esperimenti segretissimi, non esistono prove a sostegno di queste tesi e che tutte le testimonianze si riducono a dei sentito dire. Ma se la veridicità di queste storie è molto dubbia e contestata, esperimenti di condizionamento mentale per programmare ad uccidere sotto ipnosi sono stati comunque condotti durante la guerra fredda. Lo ha potuto stabilire il giornalista tedesco Joachim Ward, che ha dichiarato:”Gli scienziati sovietici avevano sviluppato per conto del KGB un sistema di condizionamento mentale che trasformava in robot alcuni soldati impiegati per missioni speciali durante la guerra in Afganistan.

Due degli scienziati da me intervistati, Anatoli Chadrin e Valeri Kanjuka, mi hanno detto che i soldati erano stati programmati in modo da entrare in azione non appena ricevevano via radio un segnale in codice registrato nel loro cervello. La psicoarma fu abbandonata per ordine di Gorbachov nel 1988, ma ora se ne servirebbe la mafia”. Un dettagliatissimo servizio su questa psicoarma è stato presentato il 26 maggio 1995 durante il programma “Panorama”, trasmesso dalla televisione pubblica tedesca. Durante il quale è stato spiegato che gli scienziati sovietici utilizzavano onde radio ad alta frequenza in combinazione con parole chiave e codici numerici innestati nel cervello di militari e agenti di polizia.

La lotta di spie, convenzionali e psichiche, tra americani e russi è continuata anche dopo il disgelo gorbachoviano. Nel novembre del 1999 tre infiltrati dei due Paesi sono stati scoperti ed arrestati; nello stesso periodo un misterioso incendio ha distrutto la Lubianka, la sede del KGB a Mosca. Nelle guerre di spie sono adesso coinvolte altre nazioni: la Cina, che in diverse occasioni ha carpito segreti informatici, ed il Giappone, che nel luglio del 2000 ha divulgato via Internet segreti CIA trafugati, riguardanti il personale dell'Agenzia USA e Paesi caldi scelti come obiettivo principale per infiltrare spie.

Negli ultimi anni sono stati svelati anche altri dettagli un tempo segreti: si è saputo che negli anni Settanta i servizi segreti americani avevano speso quasi un milione di dollari all'anno per le ricerche sulle psicospie; vennero a sapere che i russi avevano uno di questi centri a Novosibirsk (ove in seguito i russi condurranno gli esperimenti per le Guerre Stellari) e cercarono di carpirli grazie ad un giornalista del “Los Angeles Times”, che nel 1977 venne arrestato dal KGB proprio mentre tentava di ottenere materiali riservati da un istituto di parapsicologia. I militari ne erano al corrente. Nel 1980 la rivista “Militar Review” pubblicava un articolo sui “nuovi campi di battaglia mentali” e la potenzialità dell'uso dell'ipnosi telepatica in guerra.

fonte:isole.ecn.org