Sulla Legge di Attrazione

Il Giornale OnlineInviato da giusparsifal

Questo mio scritto parte dall’intenzione di rispondere (per così dire) ad un articolo apparso sulla rivista online Solaris, peraltro da me seguita da molti anni su internet, perchè credo che questi modi di dire ci allontanano dalla Verità.

L’articolo titola “La Benevolenza Nel Potere Dell'intenzione – Ama e concretizzerai le tue intenzioni”. Cito solo il finale:

“Vogliamo conquistare il potere dell'intenzione? Vogliamo che la legge dell'attrazione permetta ogni nostra intenzione veramente “pura”? Diventiamo benevolenti, gentili, accoglienti, facciamo comunione con tutto il creato e soprattutto con tutti gli uomini, senza distinzione e senza condizioni. In tale stato armonico saremo creativi nella realtà che ci circonda che non aspetta altro di essere plasmata, attimo per attimo nell'eterno presente che abbiamo davanti.”

[link=http://www.solaris.it/indexprima.asp?Articolo=1638]Link all'articolo su Solaris[/link], [link=https://www.altrogiornale.org/comment.php?comment.news.3059]Link su Altrogiornale.org[/link]

Devo dire che sono abbastanza d'accordo con ciò che è stato espresso nell'articolo. E benché di fondo sia convinto della finalità di cui l'articolo parla, mi distanzio da esso perché, in un certo modo, ci allontana dalla realtà. Secondo me però detto in questo modo, si continua a dare un messaggio davvero poco fruibile.

Questo perché questo articolo commette gli stessi errori che tutte le religioni fanno: promettere l'incredibile ad un costo impossibile. Tu avrai ciò che vuoi se… diventerai il tuo mito! Non lo nego, qualcuno c'è riuscito, “Qualcuno”, sarebbe il caso di dire. Ma per il 99% (o giù di lì) del resto della popolazione mondiale… niente da fare!

Credo che Morandi fosse un tantino troppo ottimista quando cantava “Uno su mille…”
Ma dove sta l'errore?

Ad esempio, quanti di voi che hanno letto “The Secret” sono rimasti delusi dopo la lettura di questo articolo? Nel senso che hanno pensato tipo: “Lo sapevo che era una fregatura quel libro!”. E non perché “The Secret” non risalti l’amore verso gli altri! L'errore sta in gran parte dei presupposti e, soprattutto, nei metodi. Permettete che vi faccia un esempio, una specie di metafora.

Sappiamo bene che la cura dei sintomi non fa sparire la causa. In più, non hanno neanche alcuna parentela con la causa. Ora i sintomi, nel nostro caso, sono i metodi, per cui la maggior parte di noi o non li mette in atto o li mette in atto male, o poco, ecc.

Raramente si è verificato che “Qualcuno” (e sono davvero pochi per quanto ne sappiamo) ce la facesse.
Ora, vediamo perché. Innanzitutto direi perché questa è la condizione umana, o forse meglio, terrena.
Mi spiego: la Vera aspirazione, come giustamente dice l'articolo è l'Amore. Questo dicono anche le grandi Religioni, Filosofie (specie quelle Orientali).

E questa è probabilmente l'unica e sola vera “Verità”.

Ma noi viviamo in questo mondo, è una strada, quella verso l'Amore, ardua e “quasi” preclusa.
Cioè, voglio dire, cosa ci sarebbe di meglio?

Se noi potessimo percepirLo così, direttamente e sopratutto liberamente, be', allora saremmo in stato di perenne estasi.

Ma se fossimo in quello stato, be', non ci incarneremmo!

È proprio come il cane che insegue la coda! Sembriamo aggrovigliati in un cerchio senza via d'uscita.
Le soluzioni, fin'ora, come abbiam detto, sono fallimentari. L'Amore delle Religioni si è dimostrato come il più diretto e “giusto” ma praticamente… (per i più) impraticabile.

Le Filosofie Occidentali, se possibile, sono ancor più ostiche (sempre per i più, che in questo caso diventano, se possibile, ancora di più . Quelle Orientali, specie il Buddismo, ci vanno in un certo senso, come vedremo fra poco, un po' più vicino, ma sono anch'esse impraticabili. La Scienza Occidentale, specie con la Psicoanalisi e le varie psicologie, hanno cercato di creare i primi “sintomi”, i primi metodi, per arrivare a ciò e benché ci siano andati vicino, anche loro hanno difettato nello scopo finale.

Infine, è roba più o meno recente, le spiritualità di vario tipo, dal “Positive Thinking” ai libri come “The Secret”.

Insomma, tutti votati all'obiettivo, l'Amore, ma anche al fallimento. Presi ad uno ad uno, tutti metodi perfetti, lo ripeto, ma alquanto impraticabili per l'essere umano comune. Volevo però parlare di un libro che coglie il punto in maniera molto più utile rispetto a tutto quello ora enunciato. Non dice realmente nulla di nuovo, ma lo rielabora in una maniera decisamente più fruibile: “La scienza del diventare ricchi” di Wattle.
In realtà è il libro che, secondo me, ispira tutti quelli affini al “Segreto”, usciti negli ultimi anni.
In esso troviamo che la base teorico-filosofica “implicita i metodi”. Fra poco vedremo come.

Ritorniamo a noi, gli umani.

Come facilmente capiamo, come è stato più che dimostrato (cfr. “Il destino come scelta” per esempio) viviamo in un mondo “duale”. Parafrasando Merlino nel film di Boorman “Qui è dove ogni cosa incontra il suo opposto”. Come si esce dalla dualità? In un solo modo: arrivando a concepire che esiste solo l’Uno (qui quanto hanno ragione gli Ebrei!).

Un modo per comprendere che esiste solo l’Uno è abbattere quelle che qui chiamo le “qualificazioni” (e qui ha ragione il Budda, quando propone il “distacco dalle cose”). L’errore di fondo sta nel riconoscere l’Amore come cosa da qualificare. L’Amore è… è. Nel momento in cui lo qualifichiamo come “bene”, diamo vita al suo opposto. E viceversa naturalmente.

(Ogni tanto azzardo, lo so, ma come non pensare, seguendo il ragionamento appena scritto, all’origine di tutte le qualificazioni? Pensavo all’Albero “del bene e del male” dell’Eden ma ancor di più mi è venuto in mente D-o che fa “precipitare nel materiale” definendo le cose (ancora prima di Adamo ed Eva) ai primi atti della “Creazione” quando definisce “E vide che era buono”… Perdonatemi quest’azzardissimo!)
Ma ancora rischio di parlare di cose troppo concettuali o di difficile percorribilità.

Wattle, come dicevo, supera questo punto. Ripeto, non ci dice realmente nulla di nuovo, come tra l’altro lui stesso lascia intendere all’inizio del libro. Ha il merito di sintetizzarle tutte e renderle maggiormente fruibili. Anche lui, si potrebbe obiettare, propone “sintomi”, metodi, ma li “implicita” nelle sue assunzioni principali; ha un limite, ma forse questo è invalicabile e ve lo diranno tutte le Religioni, Filosofe ecc. : Fidatevi. Credeteci. Questo è l’unico “Dogma” tanto quanto l’unica verità è l’Amore.

Ed è pur vero che credere è l’unica cosa che dobbiamo fare. Certi sottovalutano questa frase. Sembra che questa frase indichi che è troppo facile.

Eppure quando si parla di “Credere” veramente, sappiamo tutti qual è il risultato. Questo errore è figlio della confusione che da sempre facciamo fra credo e voglio. Ed a noi ci han sempre insegnato che volere è in qualche modo sbagliato, anche perché non sempre (o addirittura mai) si ha quel che si vuole.
Qui voglio enfatizzare l’atto volitivo del credere. Per quanto ci appare sfuggente l’atto del credere, esso sottende una presa di responsabilità che non ha eguali. Quando Credo, Voglio Credere.

Non può essere altrimenti. E non faccio distinzione fra i due momenti, quello prima (fiducia a pelle) o quello dopo (fiducia conquistata). L’atto di volontà è più evidente nel secondo, certo, ma credete che nessuna nostra parte abbia preso azione nell’atto “preventivo” di fiducia?

Potreste giurarlo? Potreste “crederlo”?

Allora, se impariamo, e spesso capita, che “volere non è potere” (ad onta del detto) come si può avere la forza necessaria per credere?

Viviamo aspettando la fiducia anticipatoria, ed a questa, spesso, ci aggrappiamo. Per questo ora più che mai, i venditori di sogni han tanto successo. “Questa è sovrastruttura” parafrasando Morpheus di Matrix.
Amore come unica base fondante. Tutto il resto è sovrastruttura. Proseguiamo.

Esiste un’Energia. Questa Energia è completamente fruibile (in quanto noi “siamo” in essa, la Matrix di Braden?) ed è praticamente infinita. Questo è il “Dogma”. Non sappiamo nulla di questa Energia.
Potremmo saperne, ma ciò, in realtà, non ci riguarda.

D’altronde, quanti noi sanno esattamente cosa è l’energia elettrica, se non in maniera concettuale? Eppure nulla ci impedisce di utilizzarla. Questa Energia è liberamente fruibile ed infinita. La migliore, ma proprio la n° 1. La maniera per utilizzarla è essere creativi. Ma si può anche essere competitivi. Se così non fosse, questo Mondo non sarebbe così come noi lo conosciamo. Tuttavia c’è una fondamentale differenza: quando sei competitivo e, di sicuro, contemporaneamente creativo (cosa che Wattle tralascia di dire) hai accesso in maniera solo parziale all’Energia.

In pratica, compensi questo scarso accesso con la competitività e cioè aderisci all’Energia in maniera “prettamente terrena”. Quando sei “esclusivamente” creativo accedi al totale della potenzialità Generatrice. Duale è “competitività e creatività”, l’Uno è Totalità.

Punto 1) Non qualificare l’Energia
Qualificando l’Energia la si fa “precipitare” nel Mondo: nasce il dualismo o/o, e/e ecc..

Punto 2) Accedine in maniera “esclusivamente” creativa

Ci manca un tassello: l’Energia è Infinita!

Questo implica che tanto più sono creativo tanto più accedo alla Fonte. Non si tratta di essere belli o brutti, buoni o cattivi, si tratta solo della modalità di accesso all’Energia! È come prendere acqua da un pozzo usando un bicchiere di plastica da 200 cc od un robusto secchio grande di metallo!
C’è da notare come il comportamento spontaneo generi un paradosso: da un lato spinge al più totale egoismo lasciando, peraltro, la più totale disponibilità per tutti.

Questo soddisfa in pieno i due aspetti principali del dualismo: rende appagati “ognuno” di noi soddisfacendo, in Un sol tempo ed unendo in Un sol atto, la nostra esistenza materiale e spirituale. Tutto diventa Uno. Già il materiale. Ora è di moda lo Spirituale. Essendo nel Mondo, non possiamo che percepire le cose come separate. Non scandalizzatevi puritani, è umano ed anche giusto, giusto nel senso che il duale si presenta nel suo Mondo, appunto.

Ma torniamo un attimo indietro.

Esiste questa Energia. Se proprio volessimo noi darLe uno scopo (in realtà serve saperlo solo a noi) cosa potremmo dire? Sappiamo che c’è e permea tutto. Che contiene infinite possibilità ed infinite abbondanze. Se noi dovessimo darLe uno scopo be’, non potremmo che dirLe grazie per offrirci tutto questo. Si perché se lo scopo non fosse offrire a noi tutto quel che desideriamo (creativamente) che scopo Essa avrebbe? Le rendiamo Grazia solo quando noi ci rivolgiamo a Lei. E Lei risponde alle necessità, ed a seconda delle modalità di accesso, restituisce in misura.

Se viviamo in questo Mondo in maniera coerente, non possiamo non sottostare alle Leggi Sue proprie.
Che senso avrebbe ribellarsi al Mondo?

Il Mondo Materiale ha le sue ormai note leggi, la dualità, la materialità, su tutte. Da che “Mondo è Mondo” la via di navigazione più semplice e sicura è stata seguire il flusso. A noi esseri umani, generalmente, questa via non piace tanto. Proprio perché semplice, è da trasgredire. Un piccolo appunto: non sto parlando che sarebbe meglio essere pecoroni e seguire la fila, no eh?! Esaltare una cosa fa sempre ingigantire il suo opposto. Non si sfugge. Quindi non le sfuggiamo, ma siamone coscienti.
La materialità, be’ suvvia, non parliamone.

Ma insomma se si crede che siamo esseri spirituali non si può fare a meno (dico, a prescindere dai 5 sensi) di credere che siamo esseri materiali. Come peso uno devo pesare l’altro. È la dualità.
Se ne deprivo uno che faccio? Deprivo l’altro. È la dualità. Quanto più godi della materialità, e ribadisco che la cosa la ottieni al massimo solo usando la creatività, tanto più godrai della tua spiritualità!
Non è detto che le cose avvengano contemporaneamente (vedi Siddharta). Di certo se avrai agito solo creativamente hai di sicuro agito sul tuo centro, solo su te stesso e, ancor di più, non “ostacolando” gli altri.

E quando questo è diventato il tuo modo di vivere quanta differenza credi che percepirai fra il tuo essere materiale ed il tuo essere spirituale? Non cominci a perderne i confini?

Quanto più godi della materialità, e ribadisco che la cosa la ottieni al massimo solo usando la creatività, tanto più ti “unisci” alla tua spiritualità! Mi viene da pensare agli Ebrei: il popolo Eletto, il più spirituale del mondo, non è anche il più attaccato alla materialità? I Patriarchi, che godevano del grande privilegio del contatto diretto con D-o, erano uomini ricchissimi!

Ma perché avrebbero dovuto mentirci in maniera cosa spudorata?

Perché non siamo stati capaci e non ne siamo ancora, di vivere una vita di abbondanza?
Insomma, se qualcuno sapeva che creativamente c’è tutto per tutti, che senso aveva nasconderlo agli altri?

Forse è questo l’inganno delle mente umana: agendo nel Mondo, suo dominio, ed ottemperando alle Leggi, “qualifica” (non ne può fare a meno) l’Energia, facendola “precipitare”. (Sarà questo quella che la Fisica Quantistica chiama “riduzione del pacchetto d’onde”?)

Azzardo: è questo l’Angelo caduto?

Eppure, cadendo, si è portato il suo opposto. Qualificando, competiamo ma dato che il competere è troppo scarsamente adatto ad accedere all’Energia e data la dualità (che qui ci viene in soccorso), creiamo. Quanto più creiamo e meno competiamo tanto più accediamo all’Energia. È un atto naturale in questo Mondo, perché essendo esseri materiali “spendiamo” energia e quanto meno ne spendiamo più traiamo piacere nel senso che è nella Natura materiale ottimizzare il consumo.

Questo lo sanno bene molte specie, se non tutte, su questo Mondo. Noi tendiamo ad ignorarlo. E competiamo. E spendiamo energia. Ma questa energia è di tipo finito, si esaurisce. Forse questa è la malattia?

Fortunatamente, per così dire, tanto più competiamo tanto più creiamo e tanto più otteniamo.
Questa è la pecorella smarrita, nel senso che tutto questo viene fatto in maniera inconscia, automatica.
Prendere coscienza significa, invece poter fare la scelta. Dice Kirk in un episodio di Star Trek: “Senza libertà di scelta, non esiste creatività, senza creatività, non esiste la vita”.

Una volta saputa la cosa, chi mai sceglierebbe la competizione?

L’Energia c’è in maniera infinita, “so” creare (perché dal Mondo materiale ho imparato a competere, sin dalla nascita) scelgo di creare.

È davvero facile. È davvero facile.

Come creo?

Credo.