Sulle tracce del "Pianeta X"

Il Giornale Online
IL CASO DELL’ASTRONOMO FRANCESE
( di Zecharia Sitchin )

Nell’antico Sumerico il clou della celebrazione del Nuovo Anno era la pubblica lettura dell’Enuma Elish, l’ “Epica della Creazione”. Gli studiosi hanno trattato il lungo testo (inciso su sette tavolette d’argilla) come un’allegoria di una lotta fra il bene ed il male, fra un dio celeste benevolo ed un mostro celeste.

Nei miei libri io ho trattato l’antico testo come una sofisticata cosmogonia scientifica a proposito della formazione del sistema solare, e di una collisione celeste in cui un pianeta chiamato “Tiamat” fu distrutto dal pianeta intruso “Nibiru”, conducendo alla Terra ed alla Luna. Nibiru stesso (rinominato “Marduk” dai Babilonesi) fu catturato in una permanente ed allungata orbita attorno al Sole, diventando il dodicesimo membro del nostro Sistema Solare (I Sumeri contavano il Sole, la Luna, e – con Nibiru – dieci pianeti).

L’ineluttabile collisione

Molti astronomi ed astrofisici, lottando per spiegare la Cintura degli Asteroidi (fra Marte e Giove) e l’origine della nostra Luna, trovano inevitabile includere una collisione celeste nelle loro teorie esplicative.

Il settimanale britannico New Scientist ha dedicato la copertina di un recente numero a “Il Pianeta che cacciò la Terra”. Il lungo articolo in primo piano offre teorie circa un “pianeta rosso” coinvolto nella collisione. Cosa ho trovato più affascinante nelle idee dell’articolo è il suo chiamarlo pianeta THEIA – senza spiegare perché. Qualcuno stava pensando a Tiamat?

Un ‘Pianeta fantasma’

Lo scorso anno, in Francia, una scoperta rimasta in sospeso – una sbalorditiva scoperta – fu l’annuncio nelle pagine del prestigioso mensile Science & Vie (“Scienza e Vita”). Nel suo numero di febbraio 2003 esso pubblicava un aggiornamento della costituzione planetaria del nostro Sistema Solare alla luce delle recenti scoperte nella “Kuiper Belt” (una zona ai margini del Sistema solare). Intitolato “PIANETI – Ma quanti ce ne sono nel nostro Sistema Solare?” il lungo articolo, nel giornale a firma di Valerie Greffos, faceva un sensazionale annuncio: c’è un pianeta in più, sconosciuto, nel nostro Sistema Solare –

“UN ‘PIANETA FANTASMA’ LA CUI POSSIBILE ORBITA

È TROPPO ALLUNGATA PER ESSERE VISTA”

L’affermazione era basata sulle dichiarazioni rese al giornale da Alessandro Morbidelli, un astronomo all’Osservatorio della Francia in Costa Azzurra. Il Sistema Solare, egli spiegava, all’inizio era caotico. Ci fu una collisione celeste coinvolgente un “pianeta supplementare” che era esistito dove c’è ora la Cintura degli Asteroidi. Accadde circa 3,9 miliardi di anni fa; e quegli eventi spiegano l’inusuale e lunga orbita ellittica del “Pianeta Fantasma”.

“Io mi aspetto che scopriremo un nuovo pianeta un giorno, delle dimensioni di Marte” egli disse al giornale con sicurezza, un pianeta il cui periodo orbitale è di “diverse migliaia di anni”. Egli fornì al giornale uno schizzo dell’orbita ellittica allungata del pianeta con indicato persino dove il “Pianeta Fantasma” si trova probabilmente ora:

“È il disegno di Sitchin!”

L’articolo contenuto in Science & Vie, con le sue sensazionali dichiarazioni dell’astronomo francese, fu portato alla mia attenzione (con spiacevole ritardo) da un fan in Francia, che non potè resistere dallo scrivere sulla fotocopia, sopra lo schizzo: “È il disegno di Sitchin!”

Ora, se l’astronomo francese stava suggerendo meramente l’esistenza di un più grande pianeta molto distante dal Sole, il suo annuncio sarebbe stato soltanto un qualcosa in aggiunta alle lunghe e decennali discussioni degli astronomi concernenti un “pianeta X” al di là di Urano, Nettuno e Plutone. Io, per una, avrei accolto con piacere tale asserzione, specialmente proveniente da un osservatorio francese conosciuto per il suo interesse nella questione.

Ma le dichiarazioni dell’astronomo andarono ben oltre un mero suggerimento di un pianeta in più; egli aggiunse dettagli che potevano essere giunti soltanto dalla lettura dei miei libri, specialmente “The 12th Planet” (1976) e “Genesis Revisited” (1990) concernenti NIBIRU, il pianeta originario degli “dei” Anunnaki dei Sumeri:

* All’inizio il Sistema Solare era “caotico” (le mie esatte parole);

* C’era stato un “pianeta supplementare” dove c’è ora la Cintura degli Asteroidi (= Tiamat dei testi Sumerici)

* Una collisione celeste ‘riordinò’ il Sistema Solare (l’essenza dell’Enuma Elish se trattata come una cosmogonia);

* Basandosi sui risultati della Luna, la collisione avvenne circa 3,9 miliardi di anni fa (la mia esatta conclusione);

* Nella conseguenza spiacevole della collisione, il Sistema Solare acquisì il “Pianeta Fantasma” (= Nibiru/Marduk);

* La sua orbita è ellittica e non circolare (un maggiore aspetto delle mie conclusioni);

* Al suo perigeo (più vicino al Sole) passa fra Giove e Marte (una non ortodossa conclusione chiave nei miei scritti);

* L’orbita è di migliaia (della Terra) di anni (ho applicato ad essa il Sar Sumerico = 3.600 anni).

Inoltre, il bozzetto che Alessandro Morbidelli fornì al giornale francese non era soltanto simile agli schizzi dell’orbita di Nibiru contenuti nei miei libri, ma è esattamente una copia dello schizzo presente in Genesis Revisited (Fig.107) dove ho indicato la probabile posizione di Nibiru attuale:

– dal testo Genesis Revisited (Fig.107) © Z. Sitchin, 1990 – Nota di L. S.

Così cosa dovevano dire?

Il mio fan francese (egli stesso un autore di libri sugli UFOs) non perse tempo tempo e scrisse ad Alessandro Morbidelli all’Osservatorio della Costa Azzurra, sottolineando la somiglianza. Ma trascorsero mesi senza una risposta. Egli ha scritto anche a Science & Vie; ma non ha mai ricevuto una risposta…

Chiesi al mio Editore Carnot a Parigi, che sta preparando una traduzione in francese di Genesis Revisited, di tirar fuori la questione con Science & Vie. “Penso che un intervento sarebbe più potente se proviene non da qualcuno a New York ma da uno stimato editore francese, come Carnot,” gli scrissi (oh così ingenuamente…).

Finalmente seppi da lui i risultati del suo ‘intervento’:

“Ho parlato all’autore dell’articolo di S&V, la signora Valerie Greffos. Lei mi ha detto che dubitava che Alessandro Morbidelli potesse essersi ispirato ai tuoi libri”.

Giusto questo!

Egli mi diede i numeri di telefono di S&V, dicendo che sarebbe vano tentare di scrivere loro.

Così non l’ho mai fatto.

E ad oggi mi domando: dovrei essere compiaciuto che uno stimato astronomo presso un osservatorio francese abbia fatte proprie le mie conclusioni concernenti Nibiru e la cosmogonia Sumerica – o dovrei essere turbato dal fatto che il lavoro della mia vita è stato “sottratto indebitamente” senza alcun riconoscimento ed alcun merito verso di me?

© Z. Sitchin 2004

Translated by Luca Scantamburlo with permission – © Z. Sitchin

21 Ottobre, 2007

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FONTE ORIGINALE

http://www.sitchin.com/frenchastron.htm

On The Trail of “Planet X”

THE CASE OF THE FRENCH ASTRONOMER

by Z. Sitchin

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COMMENTO AL TESTO: Sitchin parla di “perigeo” quando, ad un certo punto, elenca le dichiarazioni dell'astronomo francese rese alla rivista Science & Vie: <<[...] At its perigee (closest to the Sun) it passes [...]>>; credo che “perigee” sia un lapsus calami, poiché più correttamente avrebbe dovuto scrivere “perihelion” in quanto fra parentesi parla esplicitamente del punto dell'orbita più vicino al Sole, appunto il perielio. Oppure il lapsus riguardava il contenuto fra parentesi, ed in tal caso avrebbe dovuto indicare il pianeta Terra. La sostanza non cambia molto, perché è ovvio che un corpo planetario/cometario nel giungere al suo perielio giunge anche, ad un certo punto, al suo perigeo.

Dell'articolo scientifico britannico a cui fa riferimento Sitchin ed intitolato The planet that stalked the Earth (settimanale New Scientist nr. 2460, 14 agosto 2004), sono disponibili in Rete le prime righe. Ecco il link. Esso è a firma di Marcus Chown, un ex radioastronomo del California Institute of Technology ed ora scrittore e consulente scientifico di New Scientist.

L. Scantamburlo

fonte: angelismarriti.it