Tecnica di codifica del codice di Cartesio

Tecnica di codifica del codice di Cartesio

tcartesio1“Michele tu devi occuparti di Cartesio”

“E perché ?”

“Perché fa parte del tuo percorso“

“Guarda ho letto qualcosa, ma oltre ad essermi distante, lo trovo veramente pedante”

“Tu devi leggere il “Discorso sul Metodo””

“Ma perché ?”

“Perché nel Discorso, il Metodo non c’è“

“Ed io cosa dovrei fare ?”

“Trovarlo”

“Come“

“Saprai come, hai da tempo modo e sistema, per farlo”

“E perché’ è così importante ?”

“Per tre motivi tutti capaci di compenetrarsi”

“Dimmeli”

“Il primo riguarda la vera matrice della Proto-scienza. Attualmente non sappiamo come la scienza sia realmente nata.”

“Il secondo è causa del primo, in quanto io sostengo, sia, che i veri precursori della Scienza siano stati i Rosacroce, sia, che Cartesiosia stato da loro “iniziato”. Quindi stabilire il suo vero “metodo” vuol dire verificare le mie affermazione, su cui si sono spesi fiumi di inchiostro, a favore e sfavore, da parte dei più illustri biografi.

“E il terzo motivo?”

“Ha a che fare con l’Ottava“

“In che senso “

“Quello lo dovrai stabilire tu”

Un anno dopo questa chiacchierata ne seguì una seconda, questa volta con il mio editore, il cui tenore fu il seguente:

“Buongiorno Gian Marco”

“Ciao Michele, come stai?”

“Bene, volevo dirti che ho finito di scrivere su Cartesio“

“E quindi ?”

“E quindi vorrei spedirti il file, per sapere se, secondo te, è pubblicabile“

“Inviamelo pure”

Dopo pochi giorni

“Allora Gianmarco, cosa ne pensi“

“Penso che sia sicuramente pubblicabile“

“Ti ringrazio“

“Però lo sai, il tuo è uno studio di nicchia, quindi ne farò stampare pochi pezzi e poi vedremo come va“

“Certo Gianmarco, conosco i tempi e che tipo di crisi stiamo affrontando, quindi comunque ti ringrazio di cuore”

E qui inizia il mio articolo, perché mesi prima dell’uscita della mia ultima fatica bibliografica, sul francese, ho pensato fosse necessario un “aiutino”. Rivolto a tutti coloro che pensano, sbagliando, come, occuparsi di un simile tema, sia un qualcosa per pochi intimi. Soprattutto da pochi comprensibile. Da pochi fruibile.

Anche perché ho già visto bocciare una mia conferenza, sul vero sapere del filosofo francese, da parte di un associazione culturale, a cui molto ero legato. Ho quindi deciso di dare a tutti i “mezzi” per trasformarsi in provetti ricercatori dell’Ottava. Ciò affinché il maggior numero di persone possibile possa avvicinarsi al mio mondo, gustando quello stesso entusiasmo che mi travolge, ormai da anni, ogni qualvolta devo mettere in funzione il mio piccolo talento simbolico. Ogni qualvolta scopro e vedo.

Soprattutto capisco, il livello di manipolazione posto in essere, quando qualcuno, per l’umanità, ha messo sul piatto una portata essenziale come: il SAPERE. E siccome sono stufo di attendere, come sempre ho fatto, ogni qualvolta ho scoperto che qualcuno ufficialmente mi chiamasse per interagire a qualsiasi livello, io svelo. Sì svelo quanto facile sia, svelare.

E lo faccio per tutti. Quindi vorrei che vi muniste di alcuni piccoli attrezzi e di pochi supporti, affinché io possa condividere con voi il Codice Cartesio. Sì perché il frutto della ricerca a me consegnata è stato la scoperta di un codice dalla semplicità impressionante, ma dalle applicazioni altrettanto impressionanti.

Ora:

  • 1 Scegliete una seduta comoda
  • 2 Temperate con minuzia una matita
  • 3 Ponete accanto alla matita un evidenziatore.
  • 4 Preventivamente scaricate, gratuitamente, copia del Discorso sul Metodo da Internet.
  • 5 Altrettanto preventivamente scaricate, sempre gratuitamente, copia del primo scritto, penso il più famoso, dei Rosacroce: “Fama Fraternitatis”

Fatto ciò, osservate il simbolo dei Rosacroce che provvedo a far seguire.

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A questo punto siete pronti.

Leggete il Discorso.

Io lo trovai lungo, prolisso, pedante, come già detto, ma soprattutto, inutile, in quanto il Metodo, tanto reclamato al suo interno, con cui Cartesio avrebbe ottenuto tutti i risultati scientifici presenti nei 3 trattati appartenenti al Discorso (Diottrica –Meteore–Geometria) , non appare, non c’è, non esiste, non si evince. Lo stesso riscontro ebbero personaggi molto, ma molto più illustri di me come Fermat, Leibniz, ecc ecc, tanto per essere sinceri.

Comunque, prendete ora la matita appuntita e rileggete il tutto, facendo attenzione nel sottolineare tutte quelle parole in cui si cita un… numero. Mentre fate questo lavoro, utilizzate l’evidenziatore per fare risaltare tutte le volte in cui Cartesio utilizza un intercalare, in cui spicca un intervallo identificabile con i seguenti:

23 – 34 -56

In modo particolare ponete attenzione al modo in cui Cartesio, nel Quarto capitolo, parla dei rapporti esistenti fra un triangolo ed un essere perfetto, coinvolgendo in tutto ciò, il paragone con la sfera. Riassumente capitolo per capitolo, la presenza numerico-intervallare. Considerate come in tale cernita spicchi una certa reiterazione, ma non giungete ancora a nessuna conclusione.

Ora passate al Fama Fraternitatis dei Rosacroce. Fate su di esso lo stesso lavoro, fatto per il Discorso. Noterete al suo interno la stessa modalità numerica ed intervallare, direi amplificata, del Discorso. Ora passate ad esaminare nuovamente il simbolo Rosacroce.

Voglio farvi notare come in basso, esso, sia suddiviso in 4 parti, al cui interno spiccano delle foglie. Alla sinistra di quelli che diventeranno Assi cartesiani si trova una piccola staccionata suddivisa in 4 parti, mentre alla sua destra spiccano 4 alveari. Quindi il 4 verrà ripetuto 3 volte, a ricordare il medesimo intervallo apparso sia nel Discorso come nel Fama.

Ora passate alle foglie.
Esse sono suddivise in alto in 2 rami da 3 foglie
In basso in 2 rami, rispettivamente da 2 e 3 foglie

Sommate e avremo dall’alto in basso 56 foglie.

Passate alla Rosa
Essa è caratterizzata da 7 ordini di 7 petali a cui va aggiunto un ordine di 7 foglie.
Avrete il 7, ripetuto 8 volte
È sufficiente moltiplicare tale risultato per ottenere lo stesso risultato numerico delle foglie. Di conseguenza il simbolo Rosacroce avrà al suo interno gli stessi intervalli del Discorso

23–34–56

Con una sottile, ma terribilmente importante, diversificazione, che vedrò di trattare in altra occasione. Ora vi riassumo i temi e i risultati scientifici posti all’interno dei 3 testi scientifici del Metodo e nel Mondo, opera omnia, pubblicata postuma, trattante la Fisica in tutti gli aspetti conosciuti ai tempi del filosofo francese.

Caduta dei Gravi:

“ASSUMENDO CHE IL MOTO SI CONSERVI E CHE LO SPAZIO SOPRA LA SUPERFICIE TERRESTRE SIA VUOTO, CHE DISTANZA PERCORRERA’ IN UN’ORA UNA PIETRA CHE CADE, ESSENDO NOTA LA DISTANZA PERCORSA IN DUE?”

Risposta di Cartesio

“Ho sciolto il quesito. Nel triangolo isoscele rettangolo, lo spazio ABC rappresenta il moto; l’ineguaglianza dello spazio dal punto A alla base BC rappresenta l’ineguaglianza del moto.
Quindi AD viene attraversato nel tempo rappresentato da ADE e DB nel tempo rappresentato da DEBC. Si noti che un’area minore rappresenta un moto più lento. AED è un terzo di DEBC. Quindi la pietra attraversa AD tre volte più lentamente di quanto non faccia con DB.”

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Per cui: Se si rappresenta la distanza lungo la quale un corpo cade nel tempo,come T1, secondo l’analisi di Cartesio, il tempo T2 , necessario perché un corpo cada per una distanza 2x, è pari a 43 di T1”

Numericamente avremo 2-43

Nel 1628 gli viene chiesto nuovamente di:

“determinare la lunghezza di un pendolo, il cui periodo di oscillazione fosse uguale alla metà del periodo di un pendolo dalla lunghezza nota.“

Risposta

“Una volta avevo fatto il seguente calcolo: se con una corda lunga un metro il peso impiega un momento per andare da G ad H, quando la corda è lunga 2 metri, impiegherà 43 di un momento ecc ecc”

Ancora: 2-43

Nel 1618 si occupa di Medi Proporzionali.

I medi Proporzionali sono direttamente connessi al millenario problema della Duplicazione(2) del cubo(3).La Duplicazione del Cubo deriva a sua volta dalla Duplicazione del Quadrato, o Teorema di Pitagora ed entrambi sono connessi al calcolo infinitesimale, che algebricamente si ottenne, fin dai tempi dei greci, stabilendo 2 medi proporzionali.

Numericamente si ha quindi 2–23

Cartesio elabora un Compasso in grado di stabilire automaticamente con la sua apertura 12 lati Medi Proporzionali.

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Ma essenzialmente esso è costituito da 2 regoli che meccanicamente agiscono su 2 serie di 3 triangoli

Sunto numerico 2-23

Poco tempo dopo trasforma lo stesso compasso, in modo tale da poter risolvere l’altrettanto millenario problema della Trisezione dell’angolo, anch’esso collegato all’infinito matematico.

tcartesio5Con 4 regoli crea 3 spazi angolari, i quali venivano suddivisi in modo uguale, dall’interagire meccanico di 4 triangoli.

Semplicemente il congegno è stato costruito ripetendo:
43, 2 volte

Crea gli Assi Caretsiani attraverso 2 assi, i quali intersecandosi, delimitano 4 angoli di 90 gradi. Angoli appartenenti ad altrettanti triangoli rettangoli.
Da cui: 2-4-3

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Nel 1628 risolve l’annoso problema ottico riguardante l’angolo di rifrazione. A lui dobbiamo la legge di Rifrazione secondo la quale, la costante fra l’angolo di Incidenza e quello di rifrazione è pari a: 32

Da cui 2-32

Codifica la costante angolare aria–acqua e svela i meccanismi cromatici posti alla base di un fenomeno fisico come l’Arcobaleno.
Tale costante sarà pari a 43

Perciò 2-43

Nel 1632 elabora le 3 leggi del moto da cui Newton ebbe l’opportunità di elaborar la sua legge del Moto. Occupandosi del Moto Circolare di una fionda, secondo lui assolutamente composto da una serie di movimenti rettilinei, enuncia come lo stesso avviene:

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  • 1) Lungo la tangente AC, se consideriamo solo l’agitazione della pietra.
  • 2) Lungo il cerchio AF, se la consideriamo attaccata alla corda
  • 3) lungo il raggio DA, se consideriamo quella parte della sua agitazione che viene impedita dalla corda

A cui aggiungerà altre 2 tendenze:

Una lunga il cerchio (VXY)
L’altra radiale dal centro verso l’esterno (DVXY).

Sarà cosi il moto circolare composto da un rapporto di forze pari a: 32

Manterrà segreta e mai pubblicherà, una legge spaziale, riscoperta in seguito dal grande Eulero ed oggi conosciuta come legge Topologica, di Eulero–Cartesio. Essa vuole le 3 caratteristiche principali dei 5 solidi platonici, messe in comparazione per ottenere come costante il 2:

FACCE + VERTICI – SPIGOLI = 2
F + V – S = 2

Per ultimo vorrei aggiungere come Cartesio definisse Dio: l’Essere perfetto è un Triangolo (3), la cui somma angolare è pari 2 angoli retti o una sfera

E’ sufficiente sommare 4 angoli rettangoli appartenenti ad altrettanti triangoli per ottenere: 2-23

Potrete quindi stabilire come l’intercalare descrittivo, di tipo numerico-intervallare del Discorso, non fosse un abitudine descrittiva, ma un Codice, utile ad esprimere leggi fisiche, molte delle quali oggi diventate ufficiali. Considerando poi come Il Fama fosse stato pubblicato nel 1604 e il Discorso nel 1637, potrete stabilire uno stretto legame numerico fra i due, indice di una chiara appartenenza cartesiana all’ambito Rosacrociano. Siete quindi anche voi riusciti, con una matita ed un evidenziatore, a stabilire quale fosse il vero metodo di Cartesio e perlomeno un “rapporto” numerico, fra lui e i Rosacroce. Anche voi state rispondendo la mio amico.

Ma ancora non conoscete la vera matrice dell’intervallo 56, come degli altri due intervalli. Insomma dovrete, come io ho fatto, capire che tipo di sapere “illecito” condividevano i soggetti presi in esame, ma soprattutto, considerando tali radici, a chi deve la scienza le sua partenza “innominabile”.

A queste due domande però, risponderò prossimamente con il prossimo articolo dal titolo: “LA LISTA CARTESIANA“

Non mi resta che salutarvi e augurarmi che il vostro interesse verso Cartesio possa crescere.

Michele Proclamato

 


micheleproclamatoMichele Proclamato vive a L’Aquila dove, da alcuni anni, si è fatto promotore di iniziative che hanno come unica finalità quella di svelare, al grande pubblico, quanto grande sia il lascito “misterico” del piccolo capoluogo abruzzese.

Per primo ha codificato il linguaggio dei Rosoni e ha ideato il “Tour del Mistero”, basato sui siti sacri più importanti della città, a cui ha aggiunto la prima guida “esoterica” della città aquilana: “La rivelazione dell’Aquila” con la collaborazione di altri due autori. Scrive e pubblica il libro “Il Segreto delle Tre Ottave”, basato sulla chiave “vibrazionale” da lui trovata all’interno della basilica di Collemaggio.

Libri di Michele Proclamato qui!