Tecnologie Mediche Avanzate: Laser Endovena

del dott. Francesco Raggi

Chi di noi non prova stupore e meraviglia nell’osservare, nelle notti d’estate, il volo delle lucciole? Insetti che emettono luce come richiamo sessuale, per attirare l’attenzione delle femmine: un metodo che ci appare davvero curioso e simpatico. Questo sorprendente fenomeno, chiamato bioluminescenza, è realizzato da due molecole (luciferina e luciferasi), in grado di trasformare energia chimica in energia luminosa.
Se guardiamo al mondo della natura, questo non è l’unico caso in cui la luce gioca un ruolo biologico fondamentale. Nelle piante, al contrario di quanto accade nella lucciola, è l’energia luminosa ad essere convertita in energia chimica (fotosintesi): questo fenomeno è alla base della vita degli organismi appartenenti al regno vegetale e, di conseguenza, alla base della vita di tutte le specie animali. La molecola in grado di effettuare questa trasformazione è la clorofilla.

È ormai chiaro, il fatto che molte molecole organiche sono “fotosensibili”, ovvero, vengono attivate se sottoposte a precise lunghezze d’onda dello spettro visibile ed invisibile (ultravioletti ed infrarossi).
Ad esempio, la clorofilla (molecola vegetale che trasforma l’energia luminosa in energia chimica) e l’emoglobina (proteina contenuta nei nostri globuli rossi) hanno una struttura chimica simile (Fig. 1): ed infatti, anche l’emoglobina, come la clorofilla, è sensibile alla luce e, quando esposta a precise lunghezze d’onda, viene “attivata”, ottenendo, tra i vari effetti, un miglioramento del trasporto di ossigeno.

Fig. 1 – Struttura chimica del gruppo eme dell’emoglobina e della colorofilla

Questo effetto può essere sfruttato, ad esempio, nella cura delle malattie polmonari e dei deficit della circolazione.
Altri esempi di molecole fotosensibili sono costituiti da importanti sostanze cellulari: AMP kinasi, Ciclossigenasi, fosfolipidi di membrana, etc.; il Citocromo P-450, che detossifica le nostre cellule, è così chiamato proprio perchè assorbe una lunghezza d'onda di 450nm.
La scienza che studia questi fenomeni, detta fotobiologia, ha già fornito una notevole mole di conoscenze interessanti ed ha reso possibile la realizzazione di innovativi dispositivi medici, generalmente basati sull’utilizzo del laser.

L’ultima evoluzione a proposito di laser, è rappresentata dalla tecnica del Laser endovena, mostrata in anteprima nazionale alla Fiera Exposanità 2008 e mandata in onda durante un servizio sul Tg1.
Esistono 2 tipologie di trattamento:
ad alta potenza, con potenze nell' ordine dei watt (utilizzato per la sclerosi delle vene varicose)
a bassa potenza, nell'ordine dei milliwatt.
Quest'ultima applicazione ha molteplici possibilità di utilizzo e consente di curare alcune malattie, inviando una luce (laser) direttamente nel flusso sanguigno tramite l’inserimento di una speciale fibra ottica monouso.
La possibilità di agire sul sangue, e quindi su tutto il corpo, consente di regolarizzare numerose funzioni dell’organismo, rendendo tale terapia applicabile in molti settori della medicina.

La terapia viene utilizzata con successo, in associazione alle terapie convenzionali, nelle malattie cerebro-vascolari come ictus ed ischemia cerebrale cronica, nelle malattie cardio-vascolari come cardiopatia ischemica ed ipertensione arteriosa, nelle malattie polmonari, quali asma, bronchite cronica ed enfisema, nelle malattie autoimmunitarie (ad es. artrite reumatoide), gastrointestinali (es. pancreatite cronica, ulcera peptica) endocrine (es. diabete mellito), allergiche, infettive, oltre che nel trattamento delle ferite “difficili” ischemiche e/o infette.
Il meccanismo d’azione è legato al fatto che la stimolazione laser a bassa potenza è in grado di generare esclusivamente effetti chimici, così come fa un farmaco; il medico, disponendo di differenti laser (rosso, violetto, verde , blu, infrarosso, etc), potrà scegliere quello adatto per stimolare la sostanza fotosensibile (citocromo, ciclossigenasi, etc) che permetterà al paziente di curarsi.

Quindi, ad ogni tipo di luce (laser) corrispondono effetti terapeutici specifici. Semplificando, è come se ogni tipo di laser corrispondesse ad un farmaco con determinati effetti.
Ne consegue che, come nella terapia farmacologica è importante scegliere bene il farmaco da utilizzare, il dosaggio da somministrare e la durata della terapia, così, anche nella terapia laser, occorrerà scegliere correttamente la lunghezza d’onda, la potenza di erogazione ed il tempo di esposizione.
Ma è veramente necessario dover prendere una vena ed effettuare un trattamento invasivo? Non si potrebbe fare per via transcutanea, appoggiando semplicemente il laser sopra una vena superficiale?
Purtroppo la maggior parte delle lunghezze d’onda utili dal punto di vista terapeutico (ad es: blu, violetto, verde), hanno un bassissimo potere di penetrazione e vengono assorbite già nel primo millimetro di tessuto cutaneo senza quindi arrivare minimamente al sangue.

Relativamente agli effetti collaterali e alle controindicazioni della metodica, va considerato che il rischio di avere allergie, come per i farmaci chimici, è molto basso. Il miglioramento della circolazione e l'aumento della fluidità del sangue, rendono necessario interrompere la terapia nelle donne durante il ciclo mestruale (in quanto potrebbe favorire un flusso abbondante) o in pazienti emofiliaci o che assumono farmaci anticoagulanti o antiaggreganti( in quanto potrebbe favorire le emorragie).
Una diretta conseguenza del miglioramento della microcircolazione è anche la migliore diffusione dei farmaci a livello dei tessuti bersaglio, migliorando la loro efficiacia.
Un' esempio può essere la prostata che, poichè scarsamente vascolarizzata, risponde difficilmente alle terapie antibiotiche in caso di prostatite.

Esiste una vasta letteratura medico-scientifica sul Laser endovena a bassa potenza che può essere ricercata su Pubmed (motore di ricerca in ambito medico), e comunque una raccolta di abstracts è gratuitamente scaricabile dal sito http://www.medicalfuture.it/ nella sezione download.
Uno dei risultati più sorprendenti riguarda l’impiego di questa tecnica nel trattamento delle patologie respiratorie. Nell'asma, ad esempio, è possibile ottenere, già dopo la prima terapia, un netto miglioramento della sintomatologia. Tuttavia, è necessario completare un ciclo di sedute per ridurre l'ipereattività bronchiale per diversi mesi.
Per fare un ulteriore esempio pratico, riportiamo un caso apparso alla nostra osservazione riguardante una sindrome, oggi molto diffusa e spesso misconosciuta, che va sotto il nome di “Sindrome da Affaticamento Cronico”.

I soggetti affetti da questa patologia lamentano un continuo senso di stanchezza che può essere accompagnato da sintomi come difficoltà di concentrazione, mal di testa, disturbi osteoarticolari, etc… La nostra paziente, 30enne, soffriva di una simile condizione da circa 2 anni ed il suo quadro clinico si caratterizzava, inoltre, per la presenza di una fastidiosa sensazione di secchezza alla gola. In seguito al trattamento Laser endovena, della durata di 10 sedute giornaliere, i disturbi descritti si sono notevolmente ridotti (Fig. 2), con la scomparsa completa di quella fastidiosa “stanchezza”. Gli effetti positivi perdurano ancora oggi, a distanza di 7 mesi circa dal termine del trattamento. La misurazione dell’efficacia del trattamento è stata realizzata chiedendo alla paziente di “quantificare” il proprio disturbo su una scala visiva da 1 a 10 (Visual Analogic Scale, VAS).

Fig. 2 – Andamento, nel corso del trattamento Laser Endovena, dell’autovalutazione dei propri disturbi da parte di una paziente affetta da “Sindrome da Affaticamento Cronico”

Un altro caso da segnalare è quello di un giovane paziente che si è rivolto al nostro centro per un problema di “acufene” (un fischio nelle orecchie). In seguito al trattamento, eseguito a giorni alterni per 10 sedute, il problema non era scomparso completamente, ma si era ridotto circa del 50%; era comparsa, inoltre, quella sensazione di benessere e tonicità, comune a tutti i pazienti che ricevono questo trattamento.
Fin qui nulla di strano, se non il fatto che il paziente, atleta particolarmente dedito al “body-building”, aveva notato un incremento della sua performance sportiva in un tempo molto breve, destando un forte stupore da parte del suo preparatore atletico. Tra i vari parametri migliorati, segnaliamo il peso sollevato durante lo sforzo massimale su panca piana, aumentato dell' 11% (da 90 kg a 100kg).

Per comprendere se si fosse trattato di una semplice casualità, abbiamo sottoposto altri 4 giovani atleti a tale trattamento. I risultati di questo interessante lavoro preliminare sono stati presentati al convegno internazionale Laser Helsinki della Società Europea di Medicina Laser (EMLA) ad agosto 2008 e ci ha permesso di vincere il premio per la migliore presentazione. I dati sono stati pubblicati sulla rivista Photodiagnosis and Photodynamic Therapy (Vol 5 suppl 1 august 2008). Di seguito, viene riportato il valore medio (nei 4 atleti) del peso massimale sollevato in panca, subito prima, subito dopo e nelle settimane successive al termine del ciclo di terapie (Fig. 3).


Fig. 3 – Media del peso massimale sollevato in panca ai vari tempi di osservazione:
prima del trattamento, dopo il trattamento ed ogni mese dopo la fine del trattamento durato 10 sedute

Ulteriori ricerche ci hanno permesso di ottimizzare i parametri della terapia fino ad ottenere miglioramenti non soltanto nei test di sforzo massimale, ma anche nei tempi di recupero e nella resistenza allo sforzo (fino al 70%).
Tale tecnologia è già considerata Doping in Finlandia, dove è vietata nelle corse dei cavalli, fino a 3 giorni prima della gara.
Di tutto ciò si è parlato durante il convegno medico “Fitoterapia e Sport”, svoltosi a Todi il 29-30 marzo 2008, durante il quale sono sorti interrogativi sugli eventuali sistemi antidoping da utilizzare per rilevare la positività dell'atleta nel caso abbia effettuato trattamenti Laser endovena prima della gara.

Esistono già, in Italia, medici e centri privati che utilizzano tale terapia e, comunque, il nostro Paese è già attivo in questo settore dal punto di vista della ricerca scientifica.

Per chi fosse interessato ad approfondire l’argomento, si segnala che dal 22 al 24 ottobre 2009 si terrà a Fiuggi il III Congresso Nazionale di Emoreologia Clinica e Microcircolazione dove i dottori Francesco Raggi e Giuseppe Vallesi, epidemiologi, specialisti in Igiene e Medicina Preventiva, relazioneranno su questa innovativa tecnica.

Per maggiori informazioni si rimanda al sito www.laserendovena.com.

Dr. Francesco Raggi, Dr. Giuseppe Vallesi
Medici, specialisti in Igiene e Medicina Preventiva, Medici Competenti del Lavoro, svolgono attività di epidemiologi, ricercatori hanno coordinato progetti di ricerca a finanziamento privato. Da anni esperti nell’utilizzo di strumenti terapeutici basati su meccanismi d’azione di tipo fisico, come, ad esempio, campi magnetici a bassa intensità e frequenza (ELF) e Laser a bassa potenza (LLLT), e Laser Endovena.
Sono autori di ricerche, conferenze e pubblicazioni internazionali in questo settore. Membri e soci fondatori della SIBE (Società Italiana Biofisica Elettrodinamica) e membri della EMLA (European Medical Laser Association).

vallesi@laserendovena.com
raggi@laserendovena.com
[link=www.laserendovena.com]www.laserendovena.com[/link]

Riferimenti

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Laser Prague 2007 Congress Abstract Books.
http://www.emla-laser.eu/emlalaser_en/prague_2007.html