Se le tensioni internazionali arrivano nello spazio

Se le tensioni internazionali arrivano nello spazio
satelliti
Questa immagine in colori naturali dell’Europa è stata catturata dal satellite Meteosat-10 (cortesia Eumetsat)

Cina, Russia e Stati Uniti sono in grado di distruggere a vicenda i propri “occhi” spaziali. A preoccupare in modo particolare è la sicurezza dei satelliti in orbita geostazionaria, a cui sono affidati servizi essenziali come le telecomunicazioni e le osservazioni meteorologiche, la cui frequente natura duale – sia civile sia militare – complica ulteriormente lo scenario.

Durante la Guerra Fredda, Stati Uniti e Unione Sovietica strinsero una sorta di accordo informale di non belligeranza per i satelliti in orbita geostazionaria, fondamentali per le previsioni del tempo, la TV satellitare, le comunicazioni mondiali e, ovviamente, lo spionaggio e il monitoraggio militare. Alcuni decenni dopo, la diffidenza reciproca per i rispettivi intenti spaziali militari ha portato un vento d’incertezza sulla sicurezza dei tanti satelliti in orbita a più di 35.000 km sull’Equatore. I satelliti in orbita geosincrona rimangono “fissi” al di sopra della stessa area perché si muovono alla stessa velocità di rotazione della Terra. Dal loro punto di osservazione panoramico possono osservare costantemente una singola area o comunicare con ricevitori a terra. La loro importanza è cruciale per ragioni sia politiche sia commerciali. Secondo la Space Foundation, l’industria della TV satellitare, che dipende completamente dai satelliti in orbita geostazionaria (GEO), vale da sola più di 95 miliardi di dollari l’anno.

Il lancio di un satellite meteorologico della costellazione statunitense GOES (Geostationary Operational Environmental Satellite). Cortesia NASA
Il lancio di un satellite meteorologico della costellazione statunitense GOES (Geostationary Operational Environmental Satellite). Cortesia NASA

Anche l’esercito statunitense fa grande affidamento sui propri satelliti GEO per funzioni che vanno dall’allerta precoce di lanci di missili balistici alle comunicazioni protette con le proprie forze armate dispiegate nel mondo. “L’esercito statunitense oggi lotta in particolare contro l’eventualità che altri paesi raggiungano e danneggino i suoi satelliti”, precisa Brian Weeden, consulente tecnico della Secure World Foundation di Broomfield, in Colorado. “Sta quindi cercando modi per proteggersi.” Quest’anno l’Air Force ha svelato i dettagli del suo programma – precedentemente segreto – di monitoraggio geosincrono spaziale (GSSAP, Geosynchronous Space Situational Awareness Program) che prevede una coppia di satelliti manovrabili in grado di funzionare al di sopra e al di sotto della zona dell’orbita geosincrona terrestre, in modo da monitorare aerei e detriti spaziali all’interno di tutta la fascia GEO. Dopo la decisione di posticipare i test di volo di Orion (il velivolo spaziale di nuova generazione della NASA) il lancio della prima coppia di satelliti GSSAP ha ottenuto la priorità e ora è previsto per settembre 2014.

“I satelliti dell’Air Force andranno ad aggiungersi ai telescopi terrestri e in orbita bassa che oggi monitorano tutti gli oggetti in orbita geostazionaria, in modo da permettere una migliore risoluzione degli oggetti in quella fascia”, spiega Weeden. In questo modo sarà più facile tenere sotto controllo eventuali minacce anti-satellite: una sorta di “sorveglianza di quartiere” a scopo deterrente di cui Stati Uniti vogliono che gli altri Paesi siano a conoscenza. Le minacce tecnologiche ai satelliti GEO non sono nulla di nuovo. Per esempio, negli anni ottanta l’Unione Sovietica sviluppò alcuni elementi del suo sistema anti-satellite Naryad per collocare in orbita dei “mezzi killer” in grado di attaccare i satelliti GEO. A quanto si sa, il progetto militare originale eseguì soltanto alcune prove di lancio per poi evolvere in un sistema di lanci commerciali chiamato Briz-M o Breeze-M, che viene usato come stadio superiore nei vettori che collocano in orbita ad alta quota carichi utili come i satelliti GEO.

L'ingresso della base di lancio di Xichang, nella provincia cinese del Sichuan © Wang Jianmin/Xinhua Press/Corbis
L’ingresso della base di lancio di Xichang, nella provincia cinese del Sichuan © Wang Jianmin/Xinhua Press/Corbis

La Cina ha da poco portato le sue risorse anti-satellite a nuove vette con il lancio di un razzo “in una traiettoria balistica vicino all’orbita geosincrona terrestre” il 13 maggio 2013, secondo fonti militari statunitensi. I cinesi hanno dichiarato che il razzo trasportava strumenti scientifici per esperimenti in orbita alta, ma gli analisti statunitensi hanno trovato prove decisive che il lancio costituisca il primo test di un sistema di missili ASAT (anti-satellite) ad ascesa diretta progettato per intercettare i satelliti GEO senza prima entrare in orbita, come spiega Weeden su “The Space Review”. Questo sviluppo, insieme alla mancanza di gentlemen agreement tra Cina e Stati Uniti, ha indotto gli analisti statunitensi a preoccuparsi che un’eventuale futura crisi diplomatica spinga la Cina a prendere in considerazione un attacco ai satelliti militari statunitensi. “In situazioni come quella attuale, in cui c’è scarsa fiducia reciproca tra i paesi asiatici, tra Cina e Stati Uniti, e sempre più tra Russia e altre nazioni, la tecnologia spaziale duale può creare problemi di sicurezza”, ha scritto Joan Johnson-Freese, docente di sicurezza nazionale al Naval War College di Rhode Island. (“Duale” è il termine impiegato per le tecnologie usate per scopi sia civili sia militari.)

Un modellino del sistema di navigazione cinese Beidou © Imaginechina/Corbis
Un modellino del sistema di navigazione cinese Beidou © Imaginechina/Corbis

Un brutto giorno per l’orbita geosincrona terrestre potrebbe quindi rapidamente diventare un brutto giorno per tutti. Secondo Weeden, un’arma anti-satellite ad ascesa diretta che distrugge un satellite GEO può creare uno sciame di detriti spaziali molto più pericoloso per i satelliti nello “stretto circuito” della GEO che nell’orbita bassa. La simulazione di una collisione tra due oggetti in fascia GEO ha mostrato che i detriti spaziali generati si diffondono occupando metà dell’area in pochi giorni. In futuro, tuttavia, la Cina potrebbe essere sempre più portata a riconsiderare un tale attacco, via via che diventerà anch’essa sempre più dipendente dai satelliti GEO [A differenza dei sistemi GPS, GLONASS e Galileo, il sistema di navigazione satellitare cinese Beidou usa satelliti in orbita geostazionaria, N.d.R.] Dei 447 satelliti GEO, oggi in funzione e tracciati dall’Union of Concerned Scientists, 177 sono statunitensi, 35 cinesi e 22 russi. La Cina potrebbe, ovviamente, considerare le attività spaziali statunitensi con la stessa preoccupazione. Nel quadro del progetto Phoenix, la Defense Advanced Research Projects Agency del Pentagono sta sviluppando piccoli satelliti in grado di affiancare un satellite in orbita geosincrona, prelevarne alcune componenti e riutilizzarle. Questi velivoli potrebbero anche avere come seconda applicazione lo smontaggio di satelliti GEO di altri Paesi senza creare troppi detriti spaziali. “Affiancare un satellite cinese e rimuovere il suo pannello solare equivale in tutto e per tutto a un’azione anti-satellite”, dichiara Micah Walter-Range, direttore delle ricerche e delle analisi alla Space Foundation di Colorado Springs, in Colorado.

Non esistono soluzioni semplici per ridurre gli eventuali attacchi ai satelliti geostazionari.

Weeden consiglia però agli Stati Uniti di cominciare a parlare più apertamente dei sospetti test anti-satellite di Pechino, per stimolare un dialogo internazionale su come gestire le crescenti minacce ai satelliti GEO. A patto che gli Stati Uniti siano pronti a parlare altrettanto apertamente anche delle proprie risorse anti-satellite.

Jeremy Hsu

(La versione originale di questo articolo è stata pubblicata su scientificamerican.com. Riproduzione autorizzata, tutti i diritti riservati.)

lescienze.it