I test al CNR, a UNIPV-LENA e ora a Saluggia, confermano la tecnologia Wow.

I test al CNR, a UNIPV-LENA e ora a Saluggia, confermano la tecnologia Wow.
tecnologia Wow
Adriano Marin (al centro) con i collaboratori

A quasi un anno dall’annuncio, la tecnologia “Wow”, definita ‘da Nobel’, supera le prove al CNR.

L’inventore Adriano Marin parla del nuovo test.

In questi giorni tutti i media parlano della scoperta di un ingegnere italiano (vedi CdS), che potrebbe dare una svolta al problema di depurazione delle acque inquinate per varie cause, comprese quelle usate nelle centrali nucleari. Abbiamo chiesto allo scopritore, l’ing. Adriano Marin, di illustrarci i vantaggi della nuova tecnologia.

Una nuova tecnologia, tutta italiana, di depurazione delle acque

Abbiamo inventato e sviluppato un sistema di purificazione innovativo: si chiama WoW Technology. Esso permette di separare l’acqua dai suoi contaminanti, concentrando i rifiuti residui in misura migliore di alcuni ordini di grandezza rispetto ai metodi standard e così fornendo acqua potabile senza elementi microbiologici come batteri o virus, né inquinanti chimici solidi, liquidi o volatili. Il sistema funziona con qualsiasi dimensione dei contaminanti: singoli atomi, molecole, nano-particelle e particelle.

Il prototipo che stiamo testando è basato su una teoria fisica riguardante il processo di evaporazione, con un controllo del suo effetto di trascinamento che crea un fenomeno mai studiato prima. Non si tratta di un processo multi-effetto, né di una distillazione frazionata, ma consiste in un singolo processo di evaporazione, anche se molto “speciale”. Nel processo WoW non viene usato nessuno degli usuali strumenti di distillazione appartenenti alle tecnologie standard, quali filtri, dispositivi di disappannamento, dispositivi di de-trascinamento, separatori a maglia, colonne/torri di distillazione, distributori di reflusso, anelli Raschig, coalescer liquido-vapore, ecc. Tuttavia, con l’aggiunta di alcuni di questi strumenti, le prestazioni di un dispositivo WoW possono essere ulteriormente migliorate.

Uno dei principali vantaggi di questo metodo rivoluzionario di purificazione è che i depositi incrostanti contenuti nell’acqua vengono enormemente concentrati, così che possano essere eliminati correttamente, invece di occupare vaste aree di territorio controllato o di contaminare le campagne con i conseguenti problemi ambientali. Grazie a WoW, i contaminanti che in un primo momento sono stati dispersi in acqua vengono prima raccolti e rimossi dall’acqua, e finalmente smaltiti efficientemente. Questa tecnologia risulta anche in grado di fornire una vasta gamma di miglioramenti nella gestione dei rifiuti radioattivi liquidi, in termini di efficacia e di riduzione dei costi.

Il metodo WoW è semplice, a basso costo in relazione alla sua efficienza, affidabile, forte e resistente.

Di recente sono stati eseguiti presso i laboratori LENA di Pavia e del CNR vari test sul metodo WoW, con un livello di contaminazione da cesio (che è l’isotopo nucleare più importante di contaminazione negli impianti nucleari) 6000 volte maggiore dell’acqua di raffreddamento utilizzata nel reattore incidentato di Fukushima, che è l’acqua radioattiva peggiore di sempre. I risultati dei test hanno misurato che il metodo concentra i rifiuti liquidi nucleari almeno 1.000 volte di più di qualsiasi altro metodo standard normalmente usato. Contestualmente esso ricava acqua depurata, che poi può essere riutilizzata o riciclata. In questo modo WoW esegue un processo di depurazione senza produrre di fatto scorie nucleari aggiuntive, a differenza di quanto accade con i metodi di trattamento ordinari, che producono un volume addizionale di rifiuti nucleari pari a circa il 10-20% dell’intero volume di elaborazione.

L’obiettivo dei test in corso al deposito di scorie nucleari di Saluggia con il macchinario in scala, avente dimensioni notevolmente aumentate rispetto al prototipo iniziale e certificato secondo le normative di sicurezza in vigore, è di dimostrare l’affidabilità e l’elevato livello di prestazioni di questa tecnologia tutta italiana, anche in condizioni d’impiego intensivo e di larga scala, come potrebbe avvenire proprio a cominciare da Fukushima, che è l’area più critica al mondo in questo momento.

Adriano Marin

enzopennetta.it