TROVATA LA VERA ARCA DI NOÈ?

Il Giornale Online
Un ricercatore americano afferma di aver trovato l'Arca di Noè.

Nel settembre del 1960, sulla rivista Life Magazine, apparve un articolo in cui si faceva menzione di alcune foto scattate dal satellite e che mettevano in evidenza una formazione rocciosa a forma di barca. Le immagini riprendevano un tratto montuoso della catena dell’Ararat. Il titolo recitava: “E’ l’arca di Noè? Avvistata una struttura simile ad una barca vicino all’Ararat

Le prime analisi di laboratorio

Tornato a casa Ron fece esaminare i campioni raccolti al laboratorio Galbraith a Knoxville (Tennessee).

Il campione raccolto al di fuori della formazione rocciosa risultò avere una percentuale di carbonio dell’1,88%, ma quello all’interno della struttura ne conteneva il 4,95%. Una quantità che rivelava presenza di materia biologica pietrificata (legno). Un altro campione, invece, aveva rivelato una elevata percentuale di ferro.

La ricerca continuò, e Ron si affidò ad un laboratorio, la White’s Electronics di Sweet Home nell’Oregon, per l’utilizzo di un metal detector.

Ron allargò la cerchia dei suoi collaboratori: nel 1984 contattò Jim Irvin, l’astronauta dell’Apollo 15, a quel tempo impegnato in ricerche sull’Ararat; nel 1985 fece la conoscenza del famoso archeologo Dave Fasold. Partì con loro, e ad accoglierli in Turchia c’erano il principe saudita Samran al Moteri e Mine Unler il quale permise i contatti con il dr Ekrem Arkugal, il più grande archeologo della Turchia, reso celebre dalle sue scoperte sugli Ittiti..

Nell’ottobre del 1984, le autorità turche avevano inviato sul sito i loro archeologi, e Ron aveva mostrato loro uno dei metal detector di cui era fornito. La spedizione risultò un successo: erano stati recuperati vari chiodi e con il metal detector gli archeologi turchi avevano ottenuto gli stessi tracciati ottenuti da Ron nelle sue ricerche private. Il dr. Arkugal convenne che la struttura non poteva essere altro che un vascello pietrificato e per mostrare la sua stima a Ron gli fece dono del suo volume “Antiche Rovine della Turchia