UFO, Anunnaki e Rettiliani tra realtà e illusioni

Il Giornale Online

Estratto dal libro “NIent’Altro che Sé Stessi
Incanti e disincanti della Nuova Era” di Carlo Dorofatti (Nexus 2010)

E se gli UFO fossero davvero un fenomeno della nostra coscienza? Se esistessero in quanto trovano dei contenuti psichici che gli danno la forma, una forma solida? Dal mio punto di vista capisco che sarebbe semplicistico dire che sono fenomeni della coscienza e basta, in quanto a questo punto tutto lo é, ma dobbiamo entrare nei meccanismi della mistica e della fisica spirituale. Per ora limitiamoci comunque a partire dall’idea che si tratti di una forma che viene data ad una energia che fa parte di aspetti della realtá che ancora non conosciamo. Parliamo di un fenomeno che si apre come una finestra verso l’oltre e che ci induce anche ad indagare quanto di alieno c’é dentro di noi, o per lo meno a quanto non sia strettamente e rigorosamente legato a quello che ci é stato insegnato a credere che sia il nostro mondo. Questo ci é stato insegnato da due cattivi maestri: da un certo tipo di razionalismo che comunque é figlio di quell’altro cattivo maestro, ovvero un certo tipo di dogma religioso che ci ha staccato dai valori del sacro, ci ha allontanato dal divino, ci ha insegnato che siamo un bellissimo gregge che deve avere un pastore che lo guidi, che lo redima e che lo salvi. Tra il bravo pastore e il cattivo pastore il salto é breve, per cui ecco che se ci prestiamo a questo paradigma il fenomeno UFO ne segue la logica, nel bene o nel male, in base alle nostre speranze di salvezza, ai nostri sensi di colpa, alle nostre paure ed alla nostra propensione verso l’essere fedeli sottomessi e colpevoli in attesa di essere graziati.

Se invece ci poniamo di fronte al fenomeno in forma attiva, critica, analitica e consapevole, il fenomeno cambia faccia ed anche la sua manifestazione inizia a rarefarsi e ad uscire dall’esasperazione di fenomeni emotivamente sovraccarichi che si riversano sui piani fisici, per assumere connotati piú armonici e coerenti. A questo punto l’atteggiamento piú conveniente dovrebbe essere quello di tipo scientifico-gnostico: c’é una sola disciplina che ha sempre cercato di insegnare il bilanciamento tra la ragione e la percezione ed é la disciplina magica, che parte sempre da un atteggiamento rinascimentale della scienza e della conoscenza. É questo, secondo me, l’atteggiamento che va ripreso e applicato anche al fenomeno UFO, da collocare quindi in uno scenario estremamente piú vasto. Entriamo allora nel discorso magico e colleghiamo questo argomento a tutti gli altri argomenti di cui abbiamo parlato in altri momenti. Tra l’altro, visto che ho menzionato Crowley, diciamo che in certi ambienti magici la percezione di questi archetipi era giá presente molto prima che si parlasse di tutto questo. Infatti, questo é un disegno fatto da Aleister Crowley, negli anni ’20, che ci presenta una forza, una intelligenza aliena superiore, con la quale era in contatto:


Si tratta di una entitá che Crowley definí come sovrumana, identificata con il nome magico LAM e che faceva parte dei cosiddetti Capi Segreti. Notiamo che la fisionomia e i tratti di questo essere sono in gran parte simili a quelli che ritroviamo successivamente nelle descrizioni del contattismo moderno. Diciamo che la prima forma di esoterismo che ha indagato la realtá come olistica e multidimensionale, unendo l’esoterismo, la magia, la fisica e l’ufologia é stata quella thelemica: cominciando con Crowley, che ha avuto il merito di intravedere e farsi precursore dei grandi capovolgimenti archetipici dell’Era d’Acquario, fino ai numerosi moderni movimenti di ricerca di stampo thelemico-maatiano che indagano le teorie del Caos e la Magia Stellare. Allora mettiamo insieme i concetti di divinitá fuori controllo, parassiti dimensionali e dominatori alieni: queste forze ostili esistono, non dico che non esistono, ma sono entitá generate da noi come effetto di un atteggiamento che dura da millenni. Il risveglio, la liberazione, la consapevolezza del Vero, deve quindi partire da dentro di noi.

Siamo noi che ci prestiamo a questa predazione e sono molte le realtá politiche, sociali e religiose che tendono a perpetuare quello che é un meccanismo perverso che certamente sta dietro a tutto questo, ma che é stato generato dall’uomo stesso. E se noi continuiamo a pensare in questa maniera, sará come noi vogliamo! Noi siamo capaci di creare gli inferni e i paradisi che vogliamo e laddove si manifestano fenomeni che stanno in bilico tra le varie dimensioni della realtá, questi si addensano cosí come li determiniamo. Se uscissimo dall’idea del peccato, del diavolo, del paradigma pecore-pastore-lupo, e da una certa necessitá di essere continuamente rassicurati e salvati (cosa che ha distorto i valori stessi della New Age trasformandola in una paccottiglia di superstizioni e in un mercato di soldi e di seguaci) probabilmente il fenomeno cambierebbe. L’universo é un prodotto della nostra coscienza ed una proiezione dei nostri sensi: siamo un tutt’uno con l’Assoluto che, per qualche ragione, si articola in diverse frequenze di energia e di coscienza le quali entrano tra loro in relazione creando, nel nostro caso, un’immagine di realtá apparentemente tridimensionale, orientata in un tempo unidirezionale, che costituisce il nostro piano di esistenza.

Siamo in pratica chiusi all’interno di un circuito sensoriale, per cui finché non impariamo a controllare questo circuito non possiamo avere la certezza assoluta che le cose siano come crediamo che siano, anche se, vibrando sulle stesse frequenze, abbiamo la sensazione della fisicitá. La Magia é la scienza multidimensionale della realtá e quindi la matematica per muoversi su piani diversi della realtá e della coscienza (che sono poi la stessa cosa), ma sempre stando attenti a non pensare di poter applicare criteri propri di un piano ad un piano diverso. Per cui fino a che punto c’é una oggettivitá in ció che noi consideriamo materiale? Di fatto il fenomeno UFO sembra proprio essere una confusione di piani, perché si mescola alla nostra realtá materiale qualcosa che potrebbe invece essere molto diverso e che diventa materiale quando gli pare, per poi ridiventare energia, scomparire o modificarsi completamente, questo soprattutto quando si cerca di inquadrarlo.

Siamo in un momento storico in cui tutto viene rimesso in discussione e i piani si mescolano tra loro come per riformulare il concetto della realtá: in questo senso forse siamo alle porte di una sorta di grande mutazione e di grande fluiditá. Sicuramente siamo nel bel mezzo di un rimescolamento dei paradigmi che si devono riformulare in maniera nuova, secondo schemi potenziali che possono anche andare verso direzioni molto diverse tra loro. Quando parlo di Magia, dal punto di vista antropologico ed esoterico, intendo una forma di approccio alla conoscenza della realtá ed ai valori del sacro in cui l’essere umano si pone in una dimensione attiva di sinergia e di controllo: adoriamo gli déi ma “mangiamo” gli déi per diventare Dio. Questo é l’atteggiamento del magista. Mentre il fedele si abbandona alla divinitá che lo penetra e lo fa suo. Alla fine il risultato puó anche essere il medesimo se entriamo in un discorso di misticismo serio, ma per vie diverse. Il mistico serio é colui che sa conservare un controllo e che comunque trattiene sullo sfondo l’atteggiamento magico per giungere ad una comunione con il tutto che é dentro di lui. Risulta chiaro che per capire chi controlla chi, dobbiamo capire chi siamo noi: la prima cosa é conoscere noi stessi. Capite che si puó diventare contattisti da un giorno all’altro (specie se si viene spontaneamente contattati), ma sicuramente non si puó diventare “maghi” da un giorno all’altro.

Il concetto é quello di riuscire a sviluppare la capacitá di accedere al fenomeno nei tempi e con le modalitá che vengono stabilite attraverso una forma di concordanza armonica ed equilibrata di forze, senza prevaricazioni né perdite di luciditá, pur nel momento in cui ci si mantiene comunque aperti e disponibili verso qualcosa di piú ampio, mediante l’uso sempre piú preciso della propria forza di volontá e sempre piú esteso dei propri sensi e delle proprie facoltá mentali e spirituali. A quel punto si intravede non solo con maggior chiarezza quella che potrebbe essere la realtá, ma anche quelli che sono i mezzi e soprattutto il fine di tutto questo. Questa é la Magia: entrare in relazione con il soprannaturale senza per questo sottomettersi ad un’autoritá che non esiste, perché l’unica vera autoritá é la nostra Coscienza.

Gli Anunnaki

Ormai sono tantissimi i libri e i siti web in cui non si puó non incappare negli Anunnaki e nelle piú diverse teorie che li vedrebbero non solo come i “creatori” dell’uomo sulla Terra, Déi sotto mentite spoglie, ma come i protagonisti di una saga di imperialismo cosmico, di sfruttamento e distruzione che, sul nostro pianeta, assumerebbe le forme del complotto politico per il controllo globale e per l’instaurazione definitiva di un Nuovo Ordine Mondiale. Nella mitologia sumera il termine Anunnaki, “figli di An”, indica l'insieme degli dèi sumeri. Zecharia Sitchin, nel suo famoso IL DODICESIMO PIANETA, vedrebbe negli Anunnaki degli extraterrestri provenienti da Nibiru, e i Nephilim citati nel Libro della Genesi null'altro sarebbero che gli Anunnaki stessi. Proprio perché il nome accadico Anunnaki vuol dire “Coloro che dal Cielo sono venuti sulla Terra”, secondo Sitchin il “cielo” degli Anunnaki cui si riferiscono i testi sumerici, detto Ni.bi.ru, era un pianeta del nostro Sistema Solare. Dunque nella Bibbia questi esseri vengono chiamati col nome di Nephilim (o Nefilim, dalla parola ebraica Nafal, “caduti”) che significa “coloro che sono scesi (o caduti) sulla Terra dal Cielo”, mentre nella lingua degli Accadi questi esseri diventano “Anunnaki”, che letteralmente significa appunto “coloro che sono venuti sulla Terra”.

Gli Anunnaki avrebbero avuto un ruolo importante nella veloce evoluzione della civiltà umana e in particolare di quella sumerica. I signori di Nibiru, sin dall'antichità, sarebbero scesi sulla Terra per sfruttare le risorse minerarie del nostro pianeta. Si racconta che all'inizio furono inviate delle sonde automatiche per verificare l'abitabilità del nostro mondo. Quando il pianeta Nibiru giunse nel punto della sua orbita più vicino alla Terra fu inviata una prima spedizione umana capeggiata da Enlil, un nome che ricorre spesso nella mitologia dei Sumeri. I luoghi scelti furono la Valle del Nilo, la Valle dell'Indo e la Mesopotamia. Secondo altre interpretazioni, gli Anunnaki e i Nephilim non sarebbero la stessa cosa e apparterrebbero o a generazioni differenti, cui farebbero seguito storie differenti, oppure a nature e lignaggi radicalmente diversi, tuttavia entrambi riferibili al “pianeta/astronave” Nibiru come provenienza, facenti capo a ulteriori sistemi stellari di origine. Gli Anunnaki sarebbero dunque una super-razza aliena, giá conosciuta dalle antiche popolazioni della Terra. Si tratta di una razza tendente alla conquista ed allo sfruttamento: la solita storia di colonizzazioni e lotte di potere si ripete sebbene su scala piú vasta.

Si ritiene che Nibiru dovrá presto ripassare nelle vicinanze del nostro pianeta e ció sará forse causa di eventi catastrofici. Per il momento mettiamo pure questa ipotesi a latere della nostra sintesi. In ogni caso molti sostengono che Nibiru non sia in realtá parte del nostro sistema solare, ma di un sistema il cui sole centrale si sarebbe estinto. Gli Anunnaki avrebbero usato Nibiru come mezzo di esplorazione di nuove “terre di conquista” verso cui ripiegare. Nibiru per i Sumeri, Marduk per i Babilonesi, é il “paradiso” da cui discesero i loro Dei: Anunnaki, Nephilim, Elhoim ecc… Gli Anunnaki, civiltá avanzatissima tecnologicamente, sono fondamentalmente quei “falsi Dei”, ispiratori dei grandi profeti e delle grandi religioni misogene del peccato e del “timor di Dio”, oggi per lo piú assimilati ai cattivissimi rettiliani di cui parla David Icke. Da qui in poi le teorie si moltiplicano vertiginosamente. Il mio punto di vista sui rettiliani lo approfondiró in seguito, considerando quelle tesi per cui le razze rettili sarebbero anzi da assimilare agli antichi detentori di saggezza e potere che istruirono l’umanitá, quindi completamente distinte, per natura ed intenti, da coloro che invece controllerebbero, dietro le quinte del nuovo ordine mondiale, le sorti di una umanitá schiava e senza speranze. Quindi le SEMBIANZE rettili dei nostri eventuali controllori e sfruttatori potrebbero essere frutto di nostre proiezioni, da non confondere con gli antichi Nagas o Kumaras.

La tecnologia degli Anunnaki é fondamentalmente quella del controllo mentale e della manipolazione genetica. Dietro le grandi strategie culturali, sociali, politiche ed economiche opererebbe, da millenni, una élite occulta: gli Anunnaki appunto, piú o meno manifesti sul nostro piano di esistenza e spesso rappresentati da razze aliene “minori” geneticamente create ad hoc per servirli, fare da “secondini” e occuparsi dei “lavori sporchi”, e direttamente o indirettamente intrallazzati con i “potenti” del pianeta. Questo ricorda il rapporto tra il Demiurgo e gli Arconti della tradizione gnostica. Tutto questo da collocarsi nell’ulteriore conflitto cosmico a livelli superiori tra le forze evolutive e quelle predatrici della vita e della coscienza. Il discorso passa da materiale a spirituale e i due aspetti si intrecciano inevitabilmente, coinvolgendo manifestazioni “fisiche” cosí come corrispondenti “eggregore” sottili e spirituali, umane e non umane, di questo universo o di altri. E come sempre amo ricordare, questo gioco cosmico si riflette in un gioco di specchi interiore, in un’alchimia di rispondenze tra “dentro” e “fuori” di noi.

Il Nuovo Ordine Mondiale

I capi che regneranno sulla Terra saranno dei violenti; s'impadroniranno dei beni dei loro soggetti. Prevarrà la casta dei servi. Breve sarà la loro vita, insaziabili i loro desideri; conosceranno appena la pietà. Coloro che posseggono abbandoneranno agricoltura e commercio, vivranno passando allo stato dei servi o esercitando professioni varie. I capi, sotto pretesti fiscali, deruberanno e spoglieranno i loro sudditi e distruggeranno la proprietà dei privati. La sanità morale e la legge diminuiranno di giorno in giorno, il mondo sarà totalmente pervertito e l'empietà prevarrà fra gli uomini. Movente della devozione sarà soltanto la salute fisica; solo legame fra i sessi sarà la passione; unica via di successo la falsità. La terra sarà venerata soltanto per i suoi tesori materiali. Le vesti sacerdotali sostituiranno le qualità del sacerdote. Una semplice abluzione significherà purificazione,la razza sarà incapace di produrre nascite divine.

Colui che possiederà e distribuirà più denaro sarà padrone degli uomini che concentreranno i loro desideri sull'acquisto anche disonesto della ricchezza. Ogni uomo si crederà pari a un bramano. La gente avrà terrore della morte e paventerà le carestie; soltanto per questo conserverà un'apparente religiosità. Le donne saranno egoiste, abbiette, mentitrici, discentrate e si attaccheranno ai dissoluti. Diventeranno oggetto soltanto di soddisfacimento sensuale.

Tratto dal Vishnu Purana
(primi secoli dopo Cristo)

Stando alle ultime ardite ipotesi del “filone David Icke” extraterrestri rettiliani/draconiani mutaforma giunsero da Alpha Draconis ai tempi dei Sumeri, per fondare la loro stirpe, la cosiddetta “Fratellenza di Babilonia”1, e costituirebbero o, per lo meno, supporterebbero e guiderebbero quella oscura élite globale che governa il nostro mondo e che ci rende sempre piú inermi, inconsapevoli e schiavi. Certo, complotti e cospirazioni fanno parte della storia da sempre, a tutti i livelli e su tutti i piani, e non posso certo negare che una grande cospirazione esista, tuttavia, per fare un po’ di ordine tra le varie interpretazioni, conclusioni (e strafalcioni), cerchiamo di conservare una visione multidimensionale, e casomai antropologica, dell’universo e della coscienza, prima di parlare di rettiliani che invadono la Terra e si camuffano da George Bush.

Prima di tutto non dobbiamo confondere i culti draconiani con la faccenda dei rettiliani e delle cospirazioni. Per culto draconiano si intende il culto del serpente di fuoco (rappresentato astronomicamente dalla costellazione del Drago, Draco in latino) celebrato nell'Egitto pre-monumentale, che riprende e consolida tradizioni magiche africane ancora più antiche, che si perdono nella notte dei tempi. Il culto draconiano può anche essere identificato con la “tradizione tifoniana” o con la “corrente ofidiana”, quando non associato al periodo egizio. Vi sono inoltre numerose relazioni tra il culto draconiano/ofidiano e le correnti tantriche legate al cosiddetto Sentiero della Mano Sinistra (Vama Marg) ed al culto della dea Kali. Tradizionalmente possiamo individuare due aspetti del “serpente”: da una parte una forza generatrice e creativa, dall’altra una potenza tanto dirompente che, se fuori controllo, ci domina e ci distrugge. Parliamo di energia sessuale, di istinto, di forza vitale e naturale grezza, “base dell’opera”, energia dunque da guidare e da raffinare, ovvero da spiritualizzare. Questo é il Dio Occulto, o Kundalini, da risvegliare dentro di noi, che può essere Dio oppure Bestia, Sobek amico di Horus, oppure Aphopis, terribile nemico dell’Uomo. Sono entrambi rettili (l’istinto primordiale) e quindi riferiti alla costellazione del Draco, che, ai tempi dei miti in questione, era la stella polare.

Anche la Grande Piramide si orienta sui due poli: Orione e Alpha Draconis, i due aspetti della natura umana. Il Drago che dunque rappresenta l’istinto da dominare o dal quale essere dominati rappresenta l’indispensabile occasione evolutiva, ma anche la tentazione, il giogo degli istinti. L’evoluzione della Coscienza va, idealmente, di pari passo con l’evoluzione della Vita. Sul nostro piano i rettili (di cui conserviamo “memoria” nel nostro cervello appunto “rettile”, quello più legato agli istinti reattivi) rappresentano una fase primitiva e la linea evolutiva che non abbiamo seguito (per questo forse ci impressionano?) ma dalla quale siamo ovviamente passati. Quello è l’aspetto fisico e “spirituale” primitivo, che costituisce la base della nostra energia vitale, creativa e distruttiva. L’evoluzione si gioca sull’equilibrio dinamico di queste due polarità, contenute entrambe nella nostra natura e nella nostra anima. Forse i “rettiliani” non sono altro che una proiezione della parte inferiore del nostro “ego” che cerca di sopravvivere, di sopraffarci, e diventano sempre più “veri” quanto più insistiamo a nutrirli e a proiettarli fuori di noi, ma che sono forse meno “extra” e più “intra” di quanto immaginiamo.

Noi nutriamo l’ologramma universale di “archetipi derivati” (e spesso deviati) e la nostra realtà prende le forme delle nostre suggestioni, paure, incubi, delle nostre lotte intime, che proiettiamo in simboli che diventano vivi e reali, nei miti antichi come in quelli moderni, e i nostri fantasmi, che prima erano orchi e demoni, diventano solidi dischi volanti e lucertoloni pervertiti. Noi siamo, che ne siamo consapevoli o meno, co-creatori di una realtà consensuale che trae nutrimento dagli archetipi dell’inconscio collettivo. In pratica, proiettiamo ciò che abbiamo all’interno. E cosa abbiamo all’interno? Come nutriamo, come educhiamo, come guidiamo ciò che abbiamo all’interno? Questo è il problema. E i due poli sono sempre lì, bene e male, i rettiliani come i pleiadiani di luce, tutti parassiti che cercano di sopravvivere, tutti lì a nutrirsi delle nostre illusioni… ma quando cresceremo? Quando matureremo una più elevata visione della realtà e di noi stessi? Quando sapremo condurci verso la nostra reale natura superiore, al di là del bene e del male? Forse allora smetteremo di vedere diavoli che impossessano e madonne che piangono, alieni che devono venirci a salvare oppure che ci rapiscono, ci violentano, si cibano di noi, e dirigono le sorti del nostro mondo.

I Rettiliani

Le fonti esoteriche, di matrice orientale come occidentale riferiscono di una razza/stirpe serpentiforme (i naacal, i nagas, i kumaras, ecc…) quale rappresentazione degli antichi iniziatori dell’umanitá terrestre. Ma allora qual é il rapporto tra queste opposte concezioni dei rettiliani?

Potrei tentare un distinguo ipotizzando che quella espressione originale extraterrestre, extradimensionale e aliena primordiale draconiana, ovvero i Grandi Antichi, Maestri dell’Umanitá, abbiano seguito una linea di sviluppo che é partita con una espressione rettile-anfibia come la piú adatta ad esplorare i mondi delle dimensioni materiali possibili, in alcuni casi molto legati all’elemento terra. Per questo motivo gli archetipi rettiliani-serpentiformi, anfibi e insettoidi, sono gli archetipi matrice di esplorazione dei mondi materiali, involucri molto facilmente adattabili, molto veloci, ipersensibili, sulla base dei quali é stata operata una sperimentazione genetica estesa, che ha portato alla creazione di forme particolari che sul nostro pianeta hanno riscontro nei simboli, ad esempio, di Abraxas o di Lilith, in alcuni casi con tratti alati e piumati. Questa idea troverebbe riscontro nelle esperienze e nei resoconti dei popoli nativi e degli sciamani di tutto il mondo, sopratutto sudamericani, quando, dopo aver avuto accesso ai mondi superiori con l’aiuto di piante psicotrope, raccontano di incontrare e di essere istruiti da Maestri dalle fattezze rettili.

Tutt’altra cosa sarebbero invece quelle particolari sembianze rettili che Anunnaki o comunque forze sfruttatrici, aliene e predatrici, o falsi déi, o come li si preferisca chiamare, assumono nel momento in cui impattano con la nostra dimensione: la forma che piú facilmente rappresenta le paure codificate dalla cultura omogeneizzata del nostro inconscio collettivo, la paura del serpente, del drago, dell’iconografia satanica, la paura della bestia, dell’anomalo, che rende piú facilmente manifestabile una forma rettiloide se non quella forse ancora piú abortiva e disgustosa dei grigi. É un incontro di forze: da una parte la necessitá di queste forze di assumere un involucro, dall’altra parte i loro codici neutri impattano sulle nostre proiezioni, prendendo quindi le forme in alcuni casi piú subdole dei grigi, in altri casi piú terribili dei rettili.
Pertanto, secondo questa prospettiva, la biologia rettiliana degli antichi déi maestri dell’umanitá corrisponderebbe ad un effettivo percorso di formazione, di addensamento e di esplorazione dei mondi materiali e rappresenta una tecnologia di sviluppo e di adattamento funzionale, mentre originariamente i nostri sfruttatori e le razze inumane non hanno questo tipo di forma, essendo essenzialmente forme amorfe, grigie, oscure e caotiche. Forse l’immagine dei “voladores” di Castaneda puó essere la piú adatta per rappresentare quello che si nasconde dietro la maschera della manifestazione rettiloide.