Un Buco Nero nel nucleo di un atomo

Un Buco Nero nel nucleo di un atomo

Un Buco Nero nel nucleo di un atomoDopo 20 anni di profondo impegno nella sua ricerca dell’unificazione, la pubblicazione (ndt. noeticj/board.pdf) scientifica più recente di Nassim Haramein, The Schwarzschild Proton, ha ricevuto un premio presso l’Università di Liegi, in Belgio, durante la 9° Conferenza Internazionale CASYS’09 (Computing Anticipatory Systems).

Scelta da un panel di 11 peer reviewers, la pubblicazione di Haramein ha vinto il prestigioso Best Paper Award nel campo della “Fisica, Meccanica Quantistica, Relatività, Teoria di Campo e Gravitazione”.

Questo lavoro incide un nuovo paradigma nel mondo della teoria quantica, descrivendo il nucleo di un atomo come un mini buco nero, dove i protoni sono attratti tra loro per gravitazione, invece che da una misteriosa e indefinita forza forte. Questa nuova visione del mondo quantistico produce una unificazione delle forze e predice appropriatamente i valori misurati per il nucleo degli atomi.

Nelle sue presentazioni in Crossing the Event Horizon, Haramein afferma che il problema nella fisica corrente è legato al credo per cui la gravità sarebbe una forza debole, che ci porta alla struttura di un atomo, dove sono iniziati tutti i problemi.

Studiando l’atomo, i fisici sono rimasti confusi quando hanno scoperto un nucleo positivo molto denso nel suo centro, che violava la loro teoria della massa, quindi hanno scoperto gli elettroni negativi circostanti, con uno spin costante senza perdita di energia e segni di entropia. Questo ha creato il primo problema e invece di risolverlo con la fisica di Newton, hanno creato la fisica quantistica con nuove forze e particelle. Con la fisica di Newton, se mettiamo assieme particelle positive, queste si respingono.

Comunque, nel nucleo di un atomo, troviamo la densa struttura di un buco nero nel vuoto, ma i fisici non considerano la gravità come forza naturale che tiene assieme questa massa densa.

Quindi invece di investigare nuovamente la gravità come forza più forte, che avrebbe risolto il problema strutturale, hanno creato nuove forze chiamate forza forte e debole e hanno aggiunto i gluoni per tenere tutto assieme. La semplicità della struttura della natura li ha elusi, portando a errori fondamentali che si sono sommati negli anni.

Per risolvere l’errore originale nel calcolare la struttura di un atomo, bisognava stabilire una relazione tra la gravità e la forza elettromagnetica. Haramein ha realizzato che l’interazione della gravità come una forza e la griglia elettromagnetica come forza, in una relazione di flusso e contrazione, ci descrive un lato implosivo ed uno esplosivo.

Questo illustra la sinergia dinamica della struttura dell’universo, che è sempre in movimento. In fisica questo movimento è riconosciuto e si riferisce alla gravità come forza di contrazione e all’elettromagnetismo come forza di irradiazione. Applicando questa relazione alla struttura di un buco nero di qualsiasi dimensione, vediamo che le forze extra che sono state create, non sono necessarie.

Il passo seguente è stato guardare alla struttura del nucleo degli atomi. Haramein ha dimostrato che il nucleo degli atomi può essere descritto come mini buco nero, eliminando la necessità di una forza forte senza fonte di energia a definirne la forza, sostituendola con quella gravitazionale di un mini buco nero che estrae energia dal vuoto. Nel documento The Schwarzschild Proton, Haramein esamina alcuni problemi fondamentali relativi alla fisica dei buchi neri e all’ammontare di energia potenziale disponibile dal vuoto.

Trova che solo una piccolissima percentuale delle fluttuazioni nel vuoto disponibile nel volume di un protone, dev’essere convertita in massa-energia perchè il protone entri nella condizione di Schwarzschild per un buco nero. Questo protone nella condizione di Schwarzschild, ha una massa approssimativa di 38 ordini di magnitudine superiore a quella di un protone standard.

Esaminando quindi il ruolo della forza nucleare forte relativamente alle forze gravitazionali tra due protoni di Schwarzschild, Haramein arriva alla conclusione che il componente gravitazionale sia adeguato per il confinamento. Nel modello standard la forza forte viene definita di 38-39 ordini di magnitudine superiore alla forza gravitazionale. L’origine però dell’energia necessaria a produrre tale forza non viene fornita. Un protone di Schwarzschild con una massa di 38 ordini di magnitudine superiore a quella del protone standard, produce un effetto gravitazionale abbastanza forte da confinare sia i protoni che i quark.

Questo approccio fornisce la fonte dell’energia di legame come curvatura dello spaziotempo che risulta dall’interazione del protone con le fluttuazioni del vuoto. In questo modo offre una unificazione dagli oggetti cosmologici al nucleo di un atomo. Quindi, è possibile scrivere una legge scalare per scoprire che il protone di Schwarzschild cade appropriatamente nella distribuzione di massa della materia organizzata nell’universo.

Haramein infine calcola il momento magnetico di tale sistema del protone di Schwarzschild e lo trova come una vicina approssimazione del valore misurato del cosiddetto momento magnetico anomalo del protone. Con la pubblicazione

The Schwarzschild Proton, Haramein presenta l’evidenza per cui il protone può essere considerato buco nero e che tale sistema predice molto bene, anche approssimando con la meccanica semi-classica, il suo tempo di interazione, le sue emissioni di radiazione, il suo momento magnetico e persino l’origine della forza forte come componente gravitazionale. The Schwarzschild Proton suggerisce che la materia in tutte le scale possa essere organizzata da buchi neri e fenomeni simili e quindi portare ad una unificazione di scala delle forze fondamentali e della materia.

di Bojan Gorjanc
Tradotto da Richard per Altrogiornale.org