Una botta di vita

Il Giornale Online
Le condizioni estreme che si sviluppano durante l'ingresso nell’atmosfera terrestre delle comete non solo non danneggiano gli amminoacidi in esse contenute, ma addirittura favorirebbero la formazione dei legami peptidici alla base delle proteine. Questi i risultati di uno studio presentato al 243° convegno annuale della Società Americana di Chimica.

di Marco Galliani

Come si è formata la vita sulla Terra? Una possibile risposta a questa fondamentale domanda arriva dallo spazio e in particolar modo dalle comete. Negli ultimi anni sta infatti acquistando sempre maggior fondamento scientifico l’ipotesi per cui siano stati questi oggetti celesti – composti essenzialmente da polveri, ghiaccio d’acqua e amminoacidi – che cadendo in passato sul nostro pianeta abbiano acceso la scintilla dell’evoluzione biologica. A confermare questo scenario arriva un nuovo studio presentato al 243° meeting della Società Americana di Chimica (ACS) in corso a San Diego, California. L’idea che ha animato gli scienziati coinvolti era quella di verificare cosa accadesse in particolar modo agli amminoacidi durante gli impatti delle comete con l’atmosfera terrestre. Le temperature e le pressioni che si sviluppano sono infatti davvero estreme e c’era il forte dubbio che potessero distruggere quelli che sono considerati i mattoni della vita.

Vista l’ovvia impossibilità di osservare e monitorare direttamente questo tipo di fenomeni, i ricercatori hanno cercato altre vie, realizzando simulazioni al computer ma soprattutto riproducendo in laboratorio questi impatti. A tale scopo sono stati impiegati degli speciali cannoni che hanno sparato getti di gas ad altissima pressione e velocità supersoniche contro bersagli al cui interno erano presenti amminoacidi, acqua e altri materiali. I risultati di questi bombardamenti hanno non solo confermato che questi composti organici rimangono intatti dopo gli impatti, ma sorprendentemente hanno mostrato che il calore sprigionato negli urti fornisce l’energia necessaria per formare i cosiddetti legami peptidici, che tengono uniti gli amminoacidi nelle proteine.

“La nostra ricerca indica che quelli che noi consideriamo i mattoni della vita possono essere rimasti intatti nonostante i tremendi shock e condizioni estreme che si sviluppano durante un impatto cometario con l’atmosfera terrestre”, commenta Jennifer Blank, ricercatrice presso il centro Ames della NASA, che ha guidato il team. “Le comete potrebbero davvero essere state i vettori ideali per portare sulla Terra gli ingredienti necessari alla comparsa della vita. Noi preferiamo questo scenario ad altri, perché include tutti gli elementi richiesti per la formazione di strutture biologiche: amminoacidi, acqua ed energia”.

(INAF)
Fonte: http://www.media.inaf.it/2012/03/28/una-botta-di-vita/