UNA DECISIONE SBAGLIATA DALLE CONSEGUENZE DEVASTANTI

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di Heinrich Kremer

Estratto: Capitolo 1 de “La Rivoluzione Silenziosa della Medicina del Cancro e dell'Aids – Nuove conoscenze fondamentali sulle vere cause della malattia e della morte confermano l'efficacia della terapia biologica di compensazione

20 anni di abuso di gas di azoto come stimolante sessuale e le sue conseguenze apparentemente misteriose

Nel 1960, la Food and Drug Administration (FDA) degli Stati Uniti, ente addetto al controllo e all’autorizzazione di prodotti alimentari, farmaci e cosmetici, prese una decisione sbagliata dalle conseguenze devastanti. La FDA abolì l’obbligo della ricetta per il nitrito azotato organico, una sostanza gassosa con la denominazione biochimica di amilnitrito. Questo provvedimento avrebbe avuto conseguenze drammatiche, poiché portò negli anni Ottanta del secolo appena passato, a formulare la teoria “della più spaventosa epidemia del XX secolo, la malattia che oggi chiamiamo AIDS” [Gallo 1991].

Le ricerche avviate contemporaneamente e che in seguito avrebbero definitivamente confutato questa tesi, dimostrano quanto sono vicini lo splendore e la miseria della moderna medicina. Il graduale chiarimento dell’azione dell’amilnitrito e di altri derivati dell’azoto nei sistemi cellulari umani ha silenziosamente rivoluzionato la concezione di medicina, mentre la ricerca sull’AIDS primeggiante e aggressiva, dominata dagli oncologi retrovirali, ha fallito in maniera clamorosa.

La moderna medicina data alla metà del XIX secolo, quando chimici e medici introdussero nella ricerca medica i metodi della fisiologia e farmacologia sperimentale. A quell’epoca i chimici avevano già sintetizzato il nitrito organico amilnitrito e il nitrato organico nitroglicerina (triglicerinnitrato). Nel 1860, il medico Richardson documentò gli effetti della sostanza gassosa amilnitrito, invitando i suoi studenti nel corso delle lezioni a inalare il gas, e constatò che: “Inalandolo, l’amilnitrito ha un effetto immediato sulla frequenza cardiaca; infatti aumenta l’azione cardiaca più di ogni altra sostanza nota”. Richardson tuttavia sconsigliò di usare l’amilnitrito per i trattamenti medici, in quanto l’intensità dei suoi effetti era eccessiva [Fye 1986].

Nel 1867 Brunton pubblicò il primo ampio rapporto medico sull’uso dell’amilnitrito per l’angina pectoris, un dolore acuto e improvviso a livello toracico, causato da un forte restringimento dei vasi coronarici [Brunton 1867]. Nel 1871 Brunton constatò correttamente che l’azione ipotensiva indotta dall’inalazione di amilnitrito “non è dovuta all’indebolimento dell’azione cardiaca, ma all’effetto vasodilatatore, che dipende dall’azione sulle pareti vasali. Attualmente non è possibile affermare se questo dipende dall’azione sulle cellule della muscolatura liscia nella parete vasale o sui terminali nervosi nelle stesse” [Brunton 1867, Fye 1986, Berlin 1987]. La risposta definitiva a questa domanda, fondamentale per la ricerca in campo cardiocircolatorio, sarebbe venuta più di 100 anni dopo. Le lacune nella ricerca sono state colmate solo negli ultimi 20 anni. Contemporaneamente, diversi gruppi di ricerca scoprirono il ruolo degli ossidi di azoto, che fungono da mediatori e modulatori elementari di ogni vita cellulare sulla terra, uomo compreso.

Nel 1879, Murell segnalò in diverse pubblicazioni l’effetto sia dell’amilnitrito che della nitroglicerina, consigliando però la sola nitroglicerina per il trattamento dell’angina pectoris [Murell 1879]. È diventata famosa la frase di Alfred Nobel che, nella seconda metà del XIX secolo, fece fortuna scoprendo il potere esplosivo della nitroglicerina, e che scrisse a un amico: “Sembra un’ironia del destino che il mio medico mi abbia prescritto la nitroglicerina” [Snyder 1992]. Nobel non poteva sapere che, un secolo dopo, il premio Nobel da lui messo in palio sarebbe stato assegnato per la scoperta dell’azione dei nitrati organici e per la spiegazione del ruolo fisiologico e fisiopatologico del monossido di azoto (NO) nei sistemi cellulari umani.

Da migliaia di anni, nitriti e i nitrati hanno un’altra funzione importante, sono cioè utilizzati per la conservazione di carni, salumi e insaccati. I nitriti sono presenti come impurità naturali nei sali. Molti prodotti alimentari sono additivati con nitrati che, sotto l’azione batterica, possono trasformarsi in nitriti. I nitriti e i nitrati eliminano un batterio che produce la temuta intossicazione del botulismo.

L’interesse dei ricercatori nei confronti del meccanismo battericida dei nitriti venne scosso solo quando si scoprì che il nitrito di sodio, additivo usato nell’industria alimentare, può produrre le nitrosamine cancerogene. I nitriti e le molecole N-nitroso possono generare numerosi legami con le ammine e le ammidi [Magee 1976, Lijinski 1992, Loeppky 1994a]. Nel 1954 il gruppo di ricerca di Barnes e Magee [Barnes 1954] riportò i primi risultati certi sulla tossicità dei nitriti, precursori delle nitrosamine. Due anni dopo, lo stesso gruppo di ricerca dimostrò che le dimetilnitrosamine nella dieta in test su animali generavano tumori epatici primari [Magee 1956]. In seguito ai rivoluzionari lavori di Barnes e Magee sono stati centinaia i legami N-nitroso analizzati per verificarne la tossicità e le proprietà cancerogene; per ben 252 di queste sostanze vennero confermati gli effetti cancerogeni. Nelle analisi comparative sperimentali della metabolizzazione delle N-nitrosamine nei tessuti animali e umani sono state trovate dinamiche metaboliche di attivazione identiche [Bogovski 1981].

In 39 diverse specie animali vennero indotti dei tumori con le nitrosamine e nessuna delle specie era resistente a queste sostanze [Preussmann 1983]. Già nel 1937 si riferì della morte di tecnici di laboratorio venuti a contatto con le dimetilnitrosamine [Freund 1937]. I referti post-mortem erano simili alle mutazioni citogenetiche e genetiche prodotte con le N-nitrosamine e riscontrate in test su animali fino dagli anni Cinquanta [Magee 1956]. I pazienti con intossicazioni letali da nitrosamine negli USA e in Germania presentavano le stesse mutazioni genetiche e gli stessi pattern di metilazione delle basi DNA (costituenti molecolari dei geni) osservati negli animali cui erano state somministrate nitrosamine [Cooper 1980, Herron 1980].

Nel 1964 una notizia destò un certo scalpore; pecore alimentate con farine di pesce contenenti ammine e nitriti in funzione di conservanti perirono a causa dell’intossicazione. Fu possibile dimostrare che le farine di pesce e la carne ovina contenevano nitrosamine, con effetti potenzialmente cancerogeni in caso di consumo prolungato della carne [Ender 1964].

Le nitrosamine sono molto frequenti nella civiltà moderna; sono infatti presenti negli alimenti, nelle bibite, nei cosmetici, sui posti di lavoro dell’industria della plastica e degli pneumatici, nella metallurgia, nel tabacco e nel fumo, nel latte in polvere e altrove [Loeppky 1994a]. Anche certi gruppi di farmaci tuttavia presentano un potenziale carcinogeno per induzione delle N-nitrosammine, a esempio analgesici, antibiotici e chemioterapici. Nel 1972 Lijinsky riuscì a dimostrare che l’aminopirina, un analgesico molto diffuso, può indurre la formazione di dimetilnitrosamina nell’organismo umano quando reagisce con acido nitroso [Lijinsky 1973].

Anche l’amidinocilina, un antibiotico contenente amidina, e l’Hexetidine, una sostanza antimicrobica molto diffusa, producono nitrosamine nel corpo umano [Loeppky 1994b]. I chemioterapici per le terapie anticancro come il Gemustine (CNU), un prodotto nitrosurea, aumenta il tasso di leucemia nei pazienti affetti da tumore allo stomaco [Boice 1983]. La procarbazina, una sostanza del cosiddetto Protocollo di Mopp (una combinazione con le sostanze vincristina-solfato, Nitrogen-Mustard e prednisone, estesamente usata per la terapia antitumorale), favorisce l’aumento di neoplasie dei linfociti del sistema immunitario. L’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha riconosciuto il potere carcinogeno della combinazione Mopp nell’uomo, a causa della formazione di nitrosamine [Magee 1996]. L’effetto carcinogeno dello schema di Mopp è stato confermato da test su animali [Fong 1992, Souliotis 1994].

Considerando che nell’organismo umano, i nitriti organici possono essere trasformati in sostanze tossiche e cancerogene – un fatto questo che è noto fin dagli anni Cinquanta – la decisione presa dalla FDA nel 1960 di esonerare l’amilnitrito dall’obbligo di ricetta risulta inspiegabile. Questa decisione è tanto più incomprensibile in quanto, a parte l’effetto cancerogeno, gli effetti dannosi sul sistema nervoso centrale, sul sistema cardiocircolatorio, sulle cellule epiteliali polmonari e sull’emoglobina [Pearlman 1970] dovuti all’inalazione di nitriti organici erano noti da test su animali e sull’uomo.

Il libero accesso all’amilnitrito senza ricetta all’epoca dell’introduzione della pillola anticoncezionale (1961) che i mass media definirono della “liberazione sessuale”, ebbe come conseguenza immediata un’ampia diffusione fra i giovani americani dell’amilnitrito usato come stimolante sessuale. Originariamente i nitriti organici vennero offerti in fiale di vetro che, rotte fra le dita, producono un rumore tipico, per cui si diffuse il nome anglosassone di “poppers”; presto si incominciò a parlare di “popper craze” (follia dei popper). Nel 1963 fu pubblicato il primo rapporto sull’inalazione dell’amilnitrito per la sua funzione rilassante (“recreational drug”) [Israelstam 1978]. Nello stesso periodo, negli Stati Uniti fu introdotto l’oppiaceo sintetico metadone per la terapia sostitutiva dell’eroinodipendenza.

Questo intervento provocò una crescita del mercato illegale della cocaina e la curva statistica del consumo di cocaina crebbe in maniera significativa negli USA. Fuori dall’ambiente dei tossicodipendenti, la cocaina si diffuse rapidamente per la sua capacità di migliorare le prestazioni sessuali, spesso in combinazione con i poppers. Considerando la gravosa problematica delle cosiddette droghe pesanti, spesso combattute con la repressione, i poppers apparivano uno stimolante sessuale relativamente innocuo. Solo più tardi ci si rese conto che l’errata interpretazione da parte della medicina dei quadri clinici indotti dai nitriti e la diffusione degli errori diagnostici di immunodeficienze analoghe di origine diversa sono costate, per via diretta e indiretta, almeno tante vittime quanto quelle provocate dal consumo di droghe pesanti. Di seguito questa eziopatogenesi sarà chiarita in maniera più differenziata.

Nel 1964 furono documentati i primi sintomi gravi e i decessi a seguito del consumo di poppers negli USA [Lubell 1964]. Il principale produttore, il gruppo farmaceutico Burroughs Wellcome, temette conseguenze giuridiche onerose e intervenne presso la FDA, per cui nel 1969 questo ente reintrodusse nuovamente l’obbligo di ricetta per l’amilnitrito.

Questo intervento tardivo tuttavia non riuscì a impedire la disponibilità incontrollata dell’amilnitrito [Newell et al. 1984, 1988]. Il mercato delle “recreational drugs” venne inoltre inondato di nitriti organici sotto forma di butilnitrito e isobutilnitrito, entrambi in grado di produrre effetti analoghi all’amilnitrito. A differenza dell’amilnitrito, entrambe queste sostanze non furono considerate farmaci o cosmetici dalla FDA, per cui la loro vendita a scopi commerciali, per esempio per la produzione di profumi o di prodotti antigelo, era libera. Spesso venivano venduti con nomi di fantasia come “room odorizer” (prodotti per migliorare la qualità dell’aria negli ambienti). Il fatturato era considerevole, in un’unica città americana il ricavo da nitriti nel 1978 venne stimato in 50 milioni di dollari [Sigell 1978]. Nel 1979 circa 5 milioni di americani consumavano poppers almeno una volta la settimana.

Nel 1980, stime caute ipotizzavano per gli Stati Uniti un consumo annuo di 250 milioni di fiale di nitriti come “recreational drug” [Lowry 1980]. Nel periodo 1979-1985 uno studio ufficiale constatò che più del 10% degli studenti delle scuole superiori avevano consumato poppers, e lo 0,5% ne faceva un uso giornaliero [Johnston 1986, Lange 1988]. Un’indagine presso gli studenti delle scuole superiori di sesso femminile e maschile negli USA alla fine degli anni Settanta e agli inizi degli anni Ottanta riflette però solo una piccola parte dello scenario poco trasparente dei consumatori di nitriti e delle intossicazioni croniche da nitriti che ne risultano nei paesi occidentali [Schwartz 1988].

Considerando come punto di partenza la storica battaglia fra omosessuali e la polizia dello Stonewall-Inn nella Christopher Street di New York nell’estate del 1969 (un evento che ha lasciato profondi segni nella comunità gay – e che ancora oggi viene festeggiato in tutto il mondo in cortei spettacolari chiamati “Christopher-Street-Day” da omosessuali e lesbiche di tutto il mondo), gli anni Settanta si presentano come un decennio in cui l’aumento esplosivo della promiscuità fra una minoranza di uomini omosessuali e bisessuali era accompagnato dall’offerta eccessiva di stimolanti sessuali a base di nitriti [Young 1995, Lauritsen 1986, Haverkos 1988, Root-Bernstein 1993]. Diversi rapporti convalidati sulla tipologia e sulla frequenza di coiti fra omosessuali confermano l’ipotesi che i confini fisici e psichici delle prestazioni psicosessuali sono in molti casi stati superati per lungo tempo con l’uso di stimolanti a base di nitriti e di diverse altre droghe che, accompagnati a un massiccio abuso di antibiotici, condussero a un accumulo di fattori di stress mai verificatosi nella storia della medicina [Levine 1982, Root-Bernstein 1993].

Nel 1975, in un lavoro sull’“amilnitrito (poppers) come afrodisiaco” nei rapporti fra omosessuali, si riferiva di consumatori di nitriti le cui prestazioni sessuali erano fortemente compromesse senza la regolare inalazione di nitriti organici [Everett 1975, Sigell 1978]. Questa evenienza del possibile carattere di dipendenza del consumo incontrollato di droghe psicosessuali a base di nitriti organici, sulla base dei criteri di tossicodipendenza del Diagnostic and Statistical Manual (DSM II) della American Psychiatric Association, venne confermata in una ricerca clinico-psichiatrica del 1978 [Haverkos 1988]. Tutti i nitriti organici e i loro composti, offerti sui mercati delle “recreational drugs” nei paesi occidentali, producono gli stessi effetti desiderati e indesiderati [Nickerson 1979, Pryor 1980]:

Effetti acuti desiderati (in funzione dalla dose), in particolare fra partner omosessuali:

– Rilassamento della muscolatura liscia anale del partner passivo nei rapporti anali.
– Vasodilatazione del pene con prolungamento dell’erezione.
– Sensazione di euforia grazie all’aumento della pressione endocranica, dovuta alla vasodilatazione a livello craniale.
– Sensazione di calore.
– Abbassamento della soglia di dolore del partner passivo nei rapporti anali
– Potenziamento dell’eccitazione sessuale (apparente prolungamento dell’orgasmo).
– Riduzione delle inibizioni sociali e sessuali.

Effetti acuti indesiderati (in funzione dalla dose), in particolare negli omosessuali maschi:

– Calo brusco della pressione del sangue (flushing).
– Tachicardia (aumento brusco del battito cardiaco per il mantenimento dell’irrorazione degli organi vitali).
– Aumento della frequenza del polso e sensazioni di battito.
– Ipotermia.
– Irritazione della pelle in caso di contatto diretto con labbra, naso, pene, testicoli e altre zone.
– Reazioni allergiche.
– Tracheobronchite con tosse, febbre, emottisi, difficoltà respiratorie.
– Vertigini, emicrania, nausea.
– Disturbi del trasporto di ossigeno degli eritrociti (metemoglobina) (Bruckner 1977, Jackson 1979, Haley 1980).

Il culmine della saturazione completa dell’ambiente omosessuale negli USA con l’abituale consumo di stimolanti sessuali a base di amilnitriti, butilnitriti e isobutilnitriti – spesso contaminati con inquinanti chimici – avviene nel periodo 1974-1977 [Newell 1988]. Analogamente, per l’ambiente omosessuale europeo, il culmine viene raggiunto nel periodo 1977-1980. In questo periodo di intossicazione sistematica di massa con nitriti organici nell’ambiente omosessuale e al di fuori di esso, la ricerca clinica curiosamente non giunge ad alcun risultato sulle conseguenze croniche e cumulative delle intossicazioni da nitriti organici prolungate e ad alti dosaggi. In particolare non vi furono ricerche sulle conseguenze a lungo termine del consumo di massa di nitriti organici – mai prima osservato nella storia della medicina – combinato con infettività multiple, abuso di un gran numero di sostanze antimicrobiche, assunzione di quantità massicce di liquido seminale fortemente ossidato nei rapporti anali promiscui non protetti, consumo di una grande varietà di droghe psicotrope con effetti immunosoppressori, disturbo del ritmo giorno-notte in funzione dello stile di vita ecc. Erano praticamente nulli i dati di ricerca seri per la stima delle reazioni e controreazioni nelle cellule endoteliali dei vasi sanguigni, degli immunociti e delle cellule del cervello, particolarmente sensibili ai nitriti, con l’effetto concomitante di fattori di stress multipli. Fin dall’inizio del 1978, negli USA vennero diagnosticate le prime patologie inconsuete su pazienti omosessuali.

Si tratta di proliferazioni neoplastiche delle cellule endoteliali che rivestono la parete cellulare dei vasi sanguigni e linfatici rivolti verso il flusso ematico e linfatico. Questi casi però vennero pubblicati solo alla metà del 1981, dopo la notizia di cinque omosessuali maschi che soffrivano di un’infezione polmonare opportunista, in alcuni casi con decorso letale. Tutti i pazienti omosessuali erano consumatori di nitriti [CDC 1981 a, CDC 1981 b]. I medici che li ebbero in cura brancolavano nel buio sulla causa della malattia di questi “omosessuali maschi finora sani” [Gottlieb 1981], e ipotizzarono un’infezione virale che avrebbe indebolito le difese immunitarie. Il fatto che questi pazienti omosessuali fossero consumatori abituali di nitriti venne citato solo casualmente e in un primo momento non si prestò alcun’attenzione a questo fatto. Quando le due patologie – nella medicina sono chiamate sarcoma di Kaposi (KS) e polmonite da Pneumocystis carinii (PCP) – vennero diagnosticate con maggiore frequenza nei pazienti omosessuali, a partire dalla metà del 1982, per una migliore definizione epidemiologica dei casi si scelse il termine generico di “Sindrome di Immunodeficienza Acquisita” (Acquired Immunodeficiency Syndrom = AIDS). Le patologie PCP e KS sono fino a oggi le manifestazioni cliniche più frequentemente diagnosticate negli omosessuali pazienti di AIDS.

Il fatto che i medici curanti associassero i primi casi di PCP e KS riconosciuti nei pazienti omosessuali con un’infezione microbica quale causa primaria dell’immunodeficienza, riflette un approccio tipico della moderna medicina, che, a partire dalla scoperta dei microbi da parte di Louis Pasteur alla metà del XIX secolo, ha dominato numerose e importanti teorie eziologiche [Wangensteen 1979]. Questo approccio è basato sull’idea che i microbi, organismi con straordinarie capacità mutagene, attaccano ripetutamente e in modo incalcolabile l’integrità dell’organismo umano. La questione decisiva nella storia della medicina – che cosa fosse più elementare, l’ambiente dell’organismo umano oppure i microbi che si insediano in questo ambiente – trovò la seguente risposta da parte dei medici dell’AIDS che favoriscono la scuola di pensiero della dominanza microbica: un agente patogeno finora sconosciuto, probabilmente un nuovo tipo di virus, avrebbe infettato attraverso la trasmissione per via sessuale determinate cellule del sistema immunitario dei pazienti AIDS, provocherebbe una distruzione graduale di questi immunociti e avrebbe come conseguenza inevitabile la morte degli infetti causata da agenti patogeni normalmente innocui [Friedman-Kien 1984, Haverkos 1982]. Le ragioni che condussero a questa “tragedia del consenso precoce” [Root-Bernstein 1993] sulle cause delle patologie indicatrici dei pazienti AIDS, sono di natura straordinariamente varia. Determinanti risultarono soprattutto le decisioni politiche finalizzate alla promozione della ricerca sul cancro negli USA e in altri paesi occidentali.

Nel 1971 il Congresso USA elevò a rango di Progetto Nazionale la ricerca dei cosiddetti retrovirus, in quanto causa dei tumori. L’allora presidente repubblicano Nixon paragonò la ricerca oncologica retrovirale al progetto Manhattan per la costruzione della bomba atomica durante la seconda guerra mondiale e all’atterraggio sulla luna degli astronauti americani. La lotta contro il cancro, elevata a rango di compito nazionale prioritario, avrebbe dovuto portare alla sconfitta del cancro entro dieci anni. Nella ricerca oncologica retrovirale vennero investiti miliardi a scapito di altre attività di ricerca nel campo dell’oncologia [Duesberg 1996, De Harven 1998c].

Parallelamente alla sua scadenza naturale, nel 1981, quando il progetto di ricerca oncologica retrovirale fu dichiarato fallito, si diagnosticarono i primi casi di AIDS. La visione dell’orrore di un’infezione retrovirale letale, trasmessa a chiunque con il sesso e il sangue, venne forzata dai fallimentari ricercatori dell’oncologia retrovirale, le cui attrezzature di laboratorio tecnologicamente avanzatissime erano ora disponibili per la ricerca retrovirale sull’AIDS (De Harven 1998c).

Nel 1992 la American Chemical Society (ACS) lamentò che “le principali materie di ricerca sono influenzate da decisioni politiche e da aree di finanziamento prioritarie. A partire dal 1980 la filosofia politica degli USA in relazione al controllo delle sostanze pericolose – quali a esempio le nitrosamine – cambia in maniera significativa, con il risultato che tra il 1980 e il 1982 è molto difficile avere informazioni sulla presenza delle nitrosamine. Gran parte dei lavori sulla chimica e biochimica delle nitrosamine, in particolare sulla loro presenza e sulle loro proprietà cancerogene, fu svolto in Germania. Il governo tedesco finanziò un programma di ricerca diretto dal professor Rudolf Preussmann dell’Istituto Tedesco di Ricerca sul Cancro. In seguito a questo programma, in Germania furono identificate con successo le aree di rischio e di formazione di nitrosamine gassose ed eliminati i rischi. Queste ricerche ebbero un respiro mondiale. Ma il programma fu sospeso nel 1982 e il livello generale delle ricerche in questo campo si è notevolmente abbassato” [Loeppky 1994c].

Gli anni 1980 e 1982, citati dall’ACS, sono gli anni del cambio del potere politico negli USA e in Germania. Nel 1980 fu eletto presidente degli Stati Uniti Ronald Reagan, governatore repubblicano ed ex attore di Hollywood. Il suo vice fu George Bush, ex capo della CIA e, a partire dal 1977, direttore del gruppo farmaceutico Lilly. Bush diventò successore di Reagan dal 1988 al 1992. In Germania, nel 1982 diventò cancelliere (1982-1998) Helmut Kohl, la cui carriera ebbe inizio nell’Associazione delle Industrie Chimiche. Indipendentemente dalle restrizioni politiche a livello di finanziamento della ricerca sotto la pressione dell’agricoltura, dell’industria alimentare, del tabacco, farmaceutica, chimica, metallurgica, della plastica e di altre, la ricerca nel campo dei nitriti e delle nitrosamine aveva un handicap decisivo.

È vero che gli effetti tossici e cancerogeni dei nitriti e delle nitrosamine esogene sull’organismo di numerosi mammiferi e su quello umano erano noti fin dagli anni Cinquanta [Barnes 1954, Magee 1954, Magee 1976]. Si sapeva anche che nel corpo i nitriti organici vengono trasformati in ioni radicali di nitrito [Sutton 1963]. Ma nonostante un miglioramento essenziale delle tecniche di individuazione dei legami di azoto gassosi e non gassosi, non si ebbero ancora chiarezze sufficienti sulla trasformazione biochimica e bioenergetica di queste sostanze nei sistemi cellulari viventi. In particolare non si sapeva che il monossido di azoto gassoso e i suoi metaboliti biochimici sono prodotti all’interno di tutte le cellule viventi, anche quelle dell’organismo umano, e assumono un ruolo centrale nei processi metabolici fisiologici e fisiopatologici. Questa grande lacuna nella ricerca ha stimolato la disponibilità di numerosi scienziati, ricercatori e medici a ricondurre diverse patologie non comprese quali AIDS, il cancro e numerose altre patologie locali o sistemiche, all’esistenza virtuale di un virus.

La presenza di questi germi virtuali fu attribuita a prodotti metabolici, la cui presenza venne spiegata in un linguaggio di laboratorio incomprensibile anche per la maggior parte dei medici stessi. Ma la disponibilità dei medici e del loro ambiente, compresa quella degli stessi pazienti, ad accettare questi modelli codificati era totale, in quanto corrispondenti al consueto modello di pensiero secondo cui è il perfido grembo della natura a partorire continuamente germi pericolosi e non invece l’uomo che, ignorando e non rispettando le leggi della co-evoluzione fra microbi e uomo stesso, è la causa di questi rischi patologici. Parallelamente alla ricerca oncologica retrovirale e alla ricerca retrovirale dell’AIDS con grande disponibilità di risorse, nel periodo tra la prima diagnosi di AIDS nel 1978 e l’assegnazione del premio Nobel per la Medicina nel 1998 per la scoperta della regolazione dei sistemi cellulari umani per mezzo degli ossidi di azoto gassosi, vennero acquisite diverse conoscenze rivoluzionarie. Le nuove conoscenze portarono non solo alla revisione di numerose teorie eziogenetiche, ma rivoluzionarono anche le conoscenze di base sulla natura biologica dell’uomo.

Nuove conoscenze fondamentali sulle vere cause della malattia e della morte confermano l'efficacia della terapia biologica di compensazione

Heinrich Kremer, medico di fama internazionale, descrive in questo libro per la prima volta come e perché una cellula si trasforma in una cellula cancerogena e quali sono le vere cause dell'AIDS, sostenendo che cancro ed AIDS sono l'effetto di un esaurimento energetico della cellula (immunitaria). Dietro queste sue affermazioni ci sono 20 anni di lavoro di accuratissima ricerca, basata sulle più importanti pubblicazioni scientifiche della medicina ufficiale nel campo della ricerca sulle cellule e sull'immunità a partire dalla fine della seconda guerra mondiale.

Con questo libro il dott. Kremer propone la sua tesi sull'HIV, e lo fa in modo scientificamente verificabile. Egli ritiene sbagliata l'opinione “scientifica” secondo la quale un virus misterioso, fino ad ora non isolato da nessuno, causa la malattia denominata AIDS, e in questo suo lavoro dimostra la non validità di queste tesi, ampiamente sostenute dalla medicina ufficiale. La cosa più importante è che in quest'opera il dott. Kremer presenta per la prima volta al mondo intero un metodo terapeutico logico e senza contraddizioni, basato sulla medicina dell'evoluzione, che è in grado di curare, e non solo fermare, sia il cancro, in tutte le sue forme, che l'AIDS.

Fonte: http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=5405