Una Excalibur italiana

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Una spada nella roccia. Storia che non appartiene alla leggenda, ma rievoca il fascino e i misteri dei Cavalieri della Tavola Rotonda e del mitico Re Artù. Sacralità e storia medioevale a un passo da paesaggi da favola.

Se passate per caso dalle parti del bel borgo medioevale di Chiusdino, in provincia di Siena, se avete tempo e voglia, cercate la spada nella roccia. Sorprese, misteri e il fascino di una storia leggendaria vi trasporteranno, come per incanto, in un altro tempo: l'epoca dei cavalieri, degli ordini monastici e cavallereschi, di amor cortesi e di atti eroici senza pari.

La storia, tramandata fino a giorni nostri e raccolta dai monaci della locale Abbazia di S. Galgano, narra che in questo luogo rurale il nobile e coraggioso cavaliere Galgano Guidotti (1148-1181), originario della vicina Chiusdino, dopo ansiosi dubbi e perplessità sulla sua vita, decise di abbandonare le armi infilando in una roccia la sua spada di guerra, ricordando con questo gesto l'azione che Re Uther Pendragon, già padre di Re Artù di Britannia, compì con la famosa spada Excalibur donata dalla Dea del Lago al mago Merlino.

L'elsa della spada, così conficcata nel masso, ricorda una croce davanti alla quale Galgano si inginocchiò in segno di rispetto e devozione. Con questo suo gesto, in un'apparizione sfolgorante scese dal cielo l'arcangelo Michele convertendolo alla santità. Da quel momento in poi, Galgano visse come un eremita gli ultimi anni della sua vita, erigendo da solo una cappella intorno al masso con la spada infilata. Da questa semplice e umile costruzione, più tardi, si sviluppò una piccola chiesa.

Tre anni dopo la morte di Galgano, avvenuta nel 1181, i monaci Cistercensi di Casamari ottennero dalla curia vescovile il permesso di costruire in onore dell'ex-cavaliere una serie di edifici aggiunti che componevano, rispettivamente, un oratorio e una seconda struttura attigua alla chiesa che negli anni seguenti crebbe di dimensioni e bellezza architettonica.
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La volta, vista dal basso, dell'abbazia toscana Oggi, il visitatore che compie, a piedi, a cavallo o più prosaicamente in auto, il percorso di pellegrinaggio all'Abbazia di S. Galgano può ammirare, protetta da una speciale teca antisfondamento, l'elsa della spada infilata nella roccia.

Purtroppo, nel passato, malintenzionati o predatori di tesori archeologici, nel vano tentativo di estrarre la lama sacra, ne ruppero la base. Il reperto, visibile al turista, è stato quindi sostituito. Ma all'interno della bianca roccia, la lama originaria è rimasta integra a prova del misterioso atto devozionale di S. Galgano. È importante ricordare in questo contesto che la simbologia della spada nella roccia richiama elementi della tradizione arturiana.

Difatti, nel caso della celeberrima Excalibur, chi fosse stato in grado di estrarla sarebbe divenuto a pieno diritto re di Inghilterra.Attorno all'umile cappella, i monaci cistercensi di Casamari edificarono una serie di edifici ampliando il progetto originario Ma per adempiere a questo atto bisognava essere puri di cuore e di spirito… non bastava soltanto una notevole prestanza fisica.

Gli storici e gli archeologi che si sono occupati della spada di S. Galgano hanno giustamente fatto notare che le opere e le gesta dei cavalieri di Re Artù e della saga della cerca del Santo Graal si diffusero in tutta l'Europa nel periodo collocato intorno al XII sec. d.C., proprio negli anni in cui Galgano Guidotti viveva. Altri studiosi italiani, recentemente, hanno fatto notare l'interessante assonanza linguistica tra il nome di Galgano e quello del personaggio leggendario Galvano, uno dei cavalieri di Artù. Oltre alla spada, il visitatore può imbattersi in altri interessanti aspetti della vicenda dell'ex-cavaliere.

L'Abbazia di San Galgano a Chiusdino, in provincia di SienaProprio dietro l'altare dell'eremo si possono osservare chiaramente due mani mozzate. Secondo la tradizione locale dell'Abbazia vennero troncate di netto da un poderoso lupo a uno dei tre minacciosi uomini in nero che, nel 1181 distrussero la cappella eretta da Galgano nel tentativo di distruggere la spada. Spostandoci invece a Chiusdino, in una caratteristica via medioevale, è ben visibile affisso su una parete, un interessantissimo bassorilievo datato intorno al 1466 raffigurante S. Galgano e la sua spada nella roccia.

Più lontano, e precisamente a Siena presso la locale Pinacoteca Nazionale è ben conservato un quadro di Ugolino Lorenzetti che riproduce Galgano nell'atto di inserire la sua spada nel masso e una predella di Giovanni di Paolo dove si raffigurano i misteriosi tre uomini in nero nell'atto di incendiare la piccola cappella eretta da S. Galgano per proteggere la spada.

di Fabio “Fox” Gariani

Note dell'autore

[color=#ff0000]Per ulteriori informazioni su S. Galgano e la spada dei misteri:

Comunità “Incontro” di Don Gelmini
Località San Galgano
53012 Chiusdino (SI)
Tel. 0577/756611

Municipio di Chiusdino
Via Umberto
53012 Chiusdino (SI)
Tel. 0577/751055[/color]

Fonte: http://www.isolachenonce-online.it/et/tabloid/infoitalia/excalibur_italiana.html