Un'esperienza con la Macrobiotica

Il Giornale Online
Circa sette anni fa io e il mio compagno venimmo in contatto con l'alimentazione macrobiotica, alla quale aderimmo praticamente immediatamente a causa di problemi di salute e per le interessanti e vaste possibilità che essa offriva. Vaste possibilità si, perchè ci fu aperta la porta su una dimensione che non conoscevamo: quella dell'alimentarsi in modo vario e non omologato in base alle stagioni, ai reali sapori dei cibi e possibilmente alle proprie, autentiche esigenze.

Fu così che cominciammo il nostro interessante percorso in mezzo ai cereali: riso, miglio, orzo, grano, segale, grano saraceno, avena etc (tutti più o meno conosciuti ma alcuni dei quali raramente utilizzati), ai legumi quali ceci, lenticchie, azuki, borlotti, cannelli, etc., all'universo splendido delle verdure (che si estende ben oltre le stra-usate solanacee) e a strani prodotti dalle proprietà terapeutiche quali miso, tamari, umesu, umeboshi, gomasio, alghe etc..

In pratica, ci fu indicato che ogni essere umano dovrebbe alimentarsi il più possibile con cibi della sua terra e in base alle stagioni, aiutare l'organismo a fare fronte adeguatamente alle varie condizioni climatiche che ogni stagione porta con sè, per indurre un buon equilibrio generale, utile alla conservazione di una buona salute.

Questo perchè ogni organo è legato a una delle quattro stagioni, mentre nelle restanti tre ha un'attività ridotta o riposa per riprendere energia. E questo èquello che in questi anni ci stiamo sforzando di fare. Diciamo sforzando perchè non è semplice: dedicare alla cucina tempo; coi ritmi di vita attuali è comunque una gran fatica e poi il cibo non è mica così statico come si pensa. C'è molto da fare e da sperimentare, ma la nostra esperienza ci ha portato bene perchè comunque ci sono stati miglioramenti nella salute e anche nella vita.

E' vero che cambiando alimentazione cambiano anche i pensieri: c'è un senso più profondo di integrazione e si comincia a percepire anche la correttezza dell'etica dell'alimentarsi come forma di rispetto verso la terra che ci ospita e la natura che ci circonda e ci nutre (intesa come vegetali, animali e esseri umani).

Un certo tipo di economia e di agricoltura hanno sicuramente influenzato negativamente l'ambiente e danneggiato aria, acqua e terra. Entrambi crediamo fortemente che sia ora di riflettere su come si mangia (in termini di cura verso l'atto di cucinare e alimentarsi) e su ciò che mangiamo (cominciando col dedicare maggiore attenzione alla provenienza, alla qualità e alla composizione dei cibi che si consuma).

Ci sono sostanze che fanno ormai parte della nostra cultura, ma che certamente non hanno effetti positivi sulla salute, come ad esempio lo zucchero bianco oppure lieviti chimici, additivi e conservanti e sui quali si dovrebbe cominciare a documentarsi e a essere più critici. Ci sono industrie alimentari che antepongono il profitto alla salute delle persone, come dimostrato da fatti recentemente accaduti. Come consumatori si ha il diritto di pretendere un cibo migliore, più naturale. Per i propri figli, per sè stessi.

Per noi macrobiotica ha significato un cambiamento difficile, certo, ma positivo. Noi lo paragoniamo a un cammino di coscienza perchè riguarda sì il cibo ma anche tutti gli altri aspetti della vita quotidiana, (dalle abitudini più semplici, alla casa, ai vestiti, ai rapporti sociali, all'autoeducazione e a quella dei figli), visto che macrobiotica significa grande vita, intesa come vita felice, realizzata. I tempi sembrano maturi per una presa di coscienza anche e soprattutto attraverso il cibo e la cura di se stessi. Come cita un noto detto: 'siamo ciò che mangiamo'; a noi, dopo questa esperienza, non sembra poi così inverosimile.

Manuela Tomasello e Osvaldo Corneo

Fonte : http://www.mondodiloto.com/news.asp?id=69