Un'infanzia infinita

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Il mondo sta virando da un'economia agricola e manifatturiera a un'economia basata sull'informazione. Questo significa che le persone dovranno imparare sempre di più. E il modo migliore per farlo è poter estendere il periodo di maggiore apprendimento, cioè l'infanzia. Le nuove conoscenze scientifiche della plasticità neuronale e della regolazione dei geni, insieme alla crescita gobale della scolarizzazione, lo rende possibile. Potremo rimanere bambini per sempre, o almeno più a lungo. Gli umani hanno già un periodo più lungo di immaturità protetta, una lunga infanzia, rispetto a qualsiasi altra specie. E una lunga infanzia è correlata a una strategia evolutiva che dipende da flessibilità, intelligenza e apprendimento. C'è una spartizione evolutiva del lavoro. I bambini apprendono liberamente dal loro ambiente senza preoccuparsi della propria sopravvivenza, di cui si preoccupa chi si prende cura di loro. Gli adulti usano quello che hanno imparato da bambini per accoppiarsi, cacciare e, più in genere, per avere successo in quell'ambiente.

I bambini sono il dipartimento di ricerca e sviluppo della specie umana. Noi adulti siamo la riproduzione e il marketing. Cominciamo come bambini brillantemente flessibili ma vulnerabili e dipendenti, bravissimi a imparare tutto ma terribili nel fare qualsiasi cosa. Finiamo per essere adulti molto meno flessibili ma molto più efficienti ed efficaci, non così bravi a imparare ma perfetti nel pianificare e agire. Questi cambiamenti riflettono i cambiamenti del cervello. I cervelli giovani hanno più connessioni, sono più flessibili e più plastici, ma meno efficienti. Invecchiando e facendo esperienza, i nostri cervelli eliminano le connessioni meno usate e rafforzano quelle che lavorano. I recenti sviluppi delle neuroscienze mostrano che questa plasticità precoce può essere mantenuta e persino riattivata nell'età adulta. E abbiamo già inventato la tecnologia meno pubblicizzata ma più potente nell'alterare il cervello della storia: la scuola. Per gran parte della storia umana i neonati e i bambini piccoli hanno usato capacità di apprendimento spettacolari, a ruota libera, non limitate, per comprendere gli elementi fondamentali degli oggetti, delle persone e del linguaggio che li circonda: il cuore del programma di studi degli umani. A sei anni circa, i bambini cominciano a fare gli apprendisti. Attraverso un processo graduale di imitazione, guida e pratica, cominciano a dominare le abilità tipiche degli adulti della loro cultura: cacciare, cucinare, navigare e anche allevare figli.
Durante l'adolescenza, i cambiamenti motivazionali associati con la pubertà spingono i bambini ad abbandonare il loro bozzolo e ad agire indipendentemente. A quel punto, il loro lungo apprendistato gli ha fornito una nuova serie di capacità esecutive, capacità di azione efficiente, pianificazione, controllo e inibizione, governate dallo sviluppo delle aree prefontali del cervello. Durante l'adolescenza, i bambini vogliono porre fine allo status di incapacità e agire indipendentemente, e hanno gli strumenti per farlo. La scuola, un'invenzione umana molto recente, cambia completamente questo programma. La scolarizzazione sostituisce l'apprendistato. La scuola consente a tutti di continuare a essere bambini brillanti ma incapaci. Ci permette di acquisire una grande varietà di informazioni in maniera flessibile e fine a se stessa, senza un ritorno immediato. La scuola parte dal presupposto che imparare è più importante di fare e che imparare è la cosa più importante di tutte. Ma la scuola è anche l'estensione del periodo di dipendenza infantile, dal momento che non facciamo niente di utile a scuola e che altre persone si devono occupare di noi fino al dottorato. La scuola non prevede la graduale padronanza di specifiche capacità tipiche degli adulti, una padronanza che un tempo acquisivamo durante l'apprendistato. La scolarizzazione universale ed estesa significa che il periodo di apprendistato flessibile e la dipendenza possono continuare finché abbiamo trent'anni, mentre la padronanza attiva e indipendente è costantmente ritardata.
La scolarizzazione si sta diffondendo inesorabilmente in tutto il pianeta.

Cent'anni fa quasi nessuno andava a scuola; anche oggi, poche persone sono scolarizzate dopo l'adolescenza. Ma tra cent'anni, possiamo aspettarci che la maggior parte delle persone continuerà il percorso didattico fino a trent'anni e oltre. Inoltre, i nuovi svipulli neurologici e genetici ci indicheranno nuovi modi per tenere aperta la finestra della plasticità. E la diffusione dell'economia informatica renderà gli interventi genetici e neurologici, così come quelli educativi e comportamentali, sempre più attraenti. Questi cambiamenti accelerati hanno conseguenze radicali. Già da sola la scolarizzazione ha avuto un effetto rivoluzionario sull'apprendimento umano: il QI assoluto è aumentato a una velocità incredibile e crescente (il cosiddetto effetto Flynn).* Estendere il periodo di immaturità ci rende davvero molto più intelligenti e molto più preparati. Le tecniche neurologiche e genetiche possono accelerare questo processo ancora di più.

Siamo tutti inclini a pensare che estendere questo periodo di flessibilità e apertura sia una buona cosa: chi è che metterebbe in discussione la possibilità di rendere più intelligenti le persone? Ma ci può essere un compromesso intrinseco tra la flessibilità e l'efficacia, tra l'apertura mentale, di cui abbiamo bisogno per imparare, e l'obiettivo di cui abbiamo bisogno per agire. I cervelli dei bambini sono fantastici quando si tratta di imparare, ma non lo sono altrettanto nel prendere decisioni efficaci o intraprendere azioni produttive. Ci sono già alcune prove del fatto che oggi gli adolescenti hanno crescenti difficoltà a prendere decisioni e ad agire indipendentemente, e le malattie dell'età adolescenziale, come l'impulsività e l'ansia, hanno raggiunto picchi storici. Le abilità umane fondamentali tipiche degli adulti, che un tempo imparavamo con l'apprendistato, come cucinare e accudire, non possono essere acquisite con la scuola (pensate a tutti quei nuovi genitori nevrotici che non si sono mai occupati di un bambino e che cercano di rimediare con i libri per genitori). E allora, se tutti siamo bambini per sempre, chi farà il genitore? Se siamo tutti bambini, chi saranno i grandi?

di Alison Gopnik

Tratto da John Brockman, Come cambierà tutto http://www.macrolibrarsi.it/libri/__come-cambiera-tutto.php
Le idee che trasformeranno il nostro futuro, il Saggiatore, Milano, 2010, pp.133-137.
Alison Gopnik è una docente di psicologia presso la University of California di Berkeley. Prima di entrare alla facoltà di UC Berkeley (nel 1988) ha lavorato presso l'Università di Toronto. È coautrice, con Andrew N. Meltzoff e Patricia K. Kuhl, di Tuo figlio è un genio. Le straordinarie scoperte sulla mente infantile.

Fonte: http://www.idocentiscapigliati.com/2011/03/uninfanzia-infinita-di-alison-gopnik.html

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