Quante volte è capitato ad ognuno di noi di desiderare fortemente una cosa con la testa, mentre il cuore ci spinge invece da un’altra parte, e magari la pancia ci dice qualcos’altro ancora! Forse non tutti sanno che, secondo alcune recenti ed innovative ricerche scientifiche, ognuno di noi non ha solo un cervello, ma dispone di ben 3 distinti centri nervosi.
E non ci riferiamo qui alla ben nota teoria del cervello ripartito, elaborata negli anni ’60 del secolo scorso da Paul Mc Lean, secondo la quale ci siamo evoluti a partire da un cervello rettiliano, per poi sviluppare un cervello limbico ed infine, molto più recentemente, abbiamo sviluppato la neocorteccia. In questo articolo vogliamo invece parlare dei 3 cervelli che sono localizzati in tre diversi organi del nostro corpo: uno, come ben sappiamo, nella testa, uno nel cuore ed uno nella pancia (in particolare nell’intestino).
Sul primo, il cervello encefalico, sappiamo già molto, anche se tanto ancora rimane da scoprire. E’ quello al quale normalmente ci riferiamo pensando al cervello. Se chiedessimo infatti a mille persone di indicare con un dito dove è il proprio cervello, molto probabilmente il 99,9% di esse lo farebbe puntando l’indice verso la testa.
C’è un secondo cervello, che forse molti non conoscono, che è localizzato nell’addome, è che è chiamato anche cervello enterico. Il primo a parlarne è stato Michael Gershon, della Columbia University, nel 1998 con il suo libro “Il secondo cervello” (pubblicato da UTET nel 2013). Gershon è considerato uno dei padri della neurogastroenterologia, una nuova disciplina che si occupa di studiare appunto questo sistema nervoso per curare in modo più efficace molti disturbi gastrointestinali.
A quanto pare abbiamo un centro neurale complesso e autonomo, un vero e proprio cervello, nella pancia che conta più di 500 milioni di neuroni e che ha una dimensione e articolazione simile a quello di un “cervello di un gatto”. Questi neuroni sono rintracciabili nei tessuti dell’intestino ed anche nell’esofago e nello stomaco. Il cervello enterico invia e riceve segnali nervosi comunicando direttamente con il cervello della testa e con altri organi. E produce anche una serie di ormoni e neurotrasmettitori, basti pensare che ben il 95% della serotonina nel nostro corpo viene da qui. C’è poi un terzo cervello che è localizzato invece nel nostro cuore, il cervello cardiaco. Nel 1991 Andrew Armour con la sua ricerca pionieristica sulla neurocardiologia ha introdotto il concetto di un vero e proprio “piccolo cervello” anche nel cuore.
Si tratta di un centro nervoso complesso che opera in modo autonomo rispetto al cervello encefalico. Nel cuore sono stati trovati più di 40.000 neuroni e si è scoperto che qui vengono sintetizzati e rilasciati anche diversi tipi di ormoni e neurotrasmettitori. Il cuore rappresenta inoltre il più potente generatore di energia elettromagnetica nel corpo umano, basti pensare che il campo elettrico del cuore è circa sessanta volte maggiore in ampiezza rispetto a quello del cervello encefalico, ed il suo campo magnetico ha un’intensità più di cinquemila volte superiore. Secondo studi dell’Istituto Heart Math, in California, la variabilità del battito del nostro cuore ha un’enorme influenza sul funzionamento del cervello encefalico e la comunicazione tra cuore e testa è molto più intensa e rilevante di quella che avviene nella direzione opposta, tra testa e cuore.
La comunicazione tra i nostri tre cervelli è in ogni caso molto importante e avviene ad ogni istante. A volte ci rendiamo conto, nella vita quotidiana, di come questi tre centri ci inviino messaggi anche contrastanti o contraddittori. Come si diceva all’inizio, tutti quanti probabilmente abbiamo sperimentato situazioni in cui testa, cuore e pancia pensano in modo diverso causando indecisione, malessere o anche conflitti interiori. E quindi, una volta che sappiamo di poter contare addirittura su tre cervelli, il punto è come utilizzare al meglio ciascuno di essi e soprattutto come allineare le loro intelligenze, come fare in modo che lavorino bene insieme.
A questo proposito, vogliamo citare un interessantissimo libro pubblicato recentemente da due ricercatori e trainer australiani, Grant Soosalu e Marvin Oka, che si intitola “mBraining” . Partendo dalle più recenti ricerche scientifiche sull’esistenza dei tre cervelli, i due autori hanno sviluppato un innovativo metodo per sviluppare la comunicazione e l’integrazione di testa, cuore e pancia, attraverso una serie di tecniche chiamate mBIT (multiple Brain Integration Techniques).
Per approfondimenti: mbraining
Diego Divenuto