Vincenzo di Pietro – Il numero di Dio

Vincenzo di Pietro – Il numero di Dio

Vincenzo di Pietro - Il numero di DioE se avessimo trovato la «casa di dio»? Leone Editore vuole segnalare l’ultimo romanzo di un proprio autore, Vincenzo Di Pietro, intitolato “Il numero di Dio”, che mette in luce una formidabile rivelazione capace di guardare al futuro dell’umanità da un’angolazione insolita e imprevista.

Di cosa si tratta?

In sintesi, forse c’è la risposta all’eterna domanda che il genere umano si pone dalla notte dei tempi: Dio esiste? Ed è possibile rispondere affermativamente combinando una serie di incredibili coincidenze, un numero impressionante di fatti veri, assolutamente reali, riportati da tanti quotidiani nazionali ed esteri? I punti salienti della storia che vogliamo proporre sono questi.

1. C’è un simbolo che la Chiesa utilizza da millenni per custodire un segreto di cui è a conoscenza. Questo simbolo si trova nello stemma dell’ex pontefice Benedetto XVI. Lo stesso simbolo accompagna ovunque la figura di San Giorgio, osannato dalla cristianità perché ritenuto capace di ridare la vita ai morti e di guarire le più terrificanti malattie. Lo stesso simbolo è stato utilizzato per disegnare l’architettura di Piazza San Pietro, per decidere le dimensioni della Biblioteca Vaticana che custodisce i vangeli. Questo simbolo è una conchiglia…

2. Cosa simboleggia la conchiglia? La conchiglia, in natura, ha una forma che rispetta incredibilmente una proporzione matematica, quella di Fibonacci: una serie di numeri messi in successione in cui ciascuno è la somma dei due che lo precedono e che, se rappresentati graficamente, si trasformano in una spirale geometrica. Tutta la materia è ordinata secondo questi numeri e assume la forma della spirale di Fibonacci.

Ecco alcuni esempi:

Una conchiglia, secondo la spirale di Fibonacci


I semi di girasole, ordinati secondo i numeri di Fibonacci


La forma di una galassia.

In sostanza, tutta la materia creata risponde alla rigida regola dei numeri del matematico Fibonacci.

Anche il corpo umano non fa eccezione

Proprio per questo, la recente scoperta del Bosone di Higgs, la particella che crea le altre, sposta la ricerca della forza creatrice dall’infinitamente grande (il cosmo, l’universo, il Dio invisibile e lontano…) all’infinitamente piccolo che si trova dentro ciascuno di noi. Molecole, atomi e, infine, il Bosone di higgs, il corpuscolo più piccolo della materia, rappresentano il luogo dove cercare Dio, cioè il creatore.

ORA, la domanda:

Esiste la possibilità che l’uomo, inconsapevole di custodire il divino dentro di sé, possa intervenire per modificare la materia, per curare malattie, per rigenerare cellule malate e, perché no, per sconfiggere l’invecchiamento e la morte? Ed è possibile che la chiesa sia a conoscenza di questo segreto da sempre e che l’abbia tramandato per millenni attraverso il simbolo della conchiglia?

Stemma di Papa Benedetto XVI con al centro, enorme, la conchiglia.

Questo simbolo araldico, la conchiglia, non è stato mai giustificato dai realizzatori dell’araldo, mentre ogni altro elemento nelle campiture ha trovato una precisa spiegazione. E’ possibile che un uomo, millenni fa, fosse consapevole del proprio potere di guarire le malattie, di recuperare persone in fin di vita, attraverso la manipolazione della materia, attraverso il controllo mentale della struttura sub-atomica?

I miracoli sono al centro del dogma cristiano. E, dopo di lui, un altro uomo, San Giorgio, può aver proseguito l’opera recuperando il testimone del segreto, fino al punto che la Chiesa, consapevole di ciò, lo abbia raffigurato nelle icone come avvolto sempre dalla conchiglia? E che lo abbia eletto a patrono di oltre cento comuni d’italia, oltre che del Portogallo e dell’Inghilterra?

L’effige di San Giorgio sita nella Chiesa di Santa Margherita in Monaco di Baviera. La figura è inequivocabilmente involta in una conchiglia…

3. E’ anche interessante segnalare che le stragi mafiose del 1993 hanno colpito obiettivi “strani” rispetto all’intento omicida di Cosa Nostra. Tra i siti devastati dagli attentati c’è la chiesa di San Giorgio In Velabro. Nessuna inchiesta giudiziaria ha, fino a oggi, spiegato il perché di questa incredibile devastazione. E’ forse possibile altri siano i poteri che hanno distrutto questo luogo di culto? Forse qualcuno nella Chiesa aveva intenzione di rivelare il segreto?

4. Proseguendo con le “coincidenze”, è incredibile osservare come la piantina di Città del Vaticano, in una scala di misurazione assolutamente corrispondente al reale, sia stata realizzata secondo le regole della spirale di Fibonacci:

Altrettanto incredibile è constatare che la spirale di Fibonacci intercetti, esattamente nel quadrante “tredici” della Spirale (cioè nel rettangolo formato sul numero tredici della progressione di Fibonacci) la Biblioteca Apostolica Vaticana dove sono custoditi, tra l’altro, i Vangeli.

E, adesso, si guardi la riproduzione in scala della Biblioteca:

Dove sono custoditi i Vangeli? Nella Sala Leonina. Questa, per quanto assurdo possa sembrare, è collocata nuovamente nel quadrante “tredici” della spirale di Fibonacci.

5. Tra i Vangeli custoditi nella Sala, ce ne sono due particolarmente interessanti per il discorso che stiamo facendo.

Il primo, cosiddetto canonico (cioè riconosciuto dalla Chiesa) è quello di Luca. Per un’altra formidabile “coincidenza” il Vangelo di Luca, così recita:

“Il regno di Dio è dentro di voi”.
Vangelo di Luca (17,21)

Già, Dio è dentro di noi… Non sembra così facilmente intuibile a cosa si riferisse Luca? Il secondo Vangelo, seppur considerato apocrifo (cioè non riconosciuto come significativamente valido dalla Chiesa) è quello di Tommaso, rinvenuto da un pastore egiziano nel 1945 nelle grotte vicine a un villaggio egiziano. Ebbene, nonostante il testo non sia istituzionale per la Chiesa, lo stesso è gelosamente custodito proprio assieme agli altri Vangeli canonici. In uno dei passaggi, Tommaso riporta quelle che dovrebbero essere state le parole di Gesù in merito alla ricerca del regno di Dio:

Anzitutto, un primo passaggio sembra voler anticipare la rivelazione: la capacità di scoprire un segreto, da parte dell’uomo, per sconfiggere la morte:

“Chiunque trova l’interpretazione di queste parole non conoscerà la morte”.

Gesù stabilisce che le parole non sono chiare. Esse, infatti, devono essere interpretate e l’interpretazione va trovata… Dunque, il messaggio è chiaramente e volutamente diretto a dissimulare un segreto. Dove, dunque, cercare il segreto? I successivi passaggi sembrano chiarissimi:

“Se i vostri capi vi diranno, ‘Vedete, il Regno è nei cieli’, allora gli uccelli dei cieli vi precederanno. Se vi diranno, ‘È nei mari’, allora i pesci vi precederanno. Invece, il Regno è dentro di voi…”
Lo stesso messaggio del Vangelo di Luca… Dio è dentro di noi.

Come visto, la piantina di Città del Vaticano è inserita nella spirale di Fibonacci e la curva della spirale stessa, partendo dall’obelisco di Piazza San Pietro, segue la direzione di Via Paolo VI. Il Papa in questione, per un’altra incredibile coincidenza (?) presiedette all’apertura proprio della Biblioteca Apostolica Vaticana!

6. Ma nella realtà è possibile trovare traccia di questo potere divino, cioè di fatti reali in base ai quali l’uomo possa interagire con la materia, con la struttura atomica del proprio corpo?

Negli Stati Uniti, alcuni ricercatori neuropsichiatri, tra cui Michaer Persinger, hanno da tempo brevettato un particolare tipo di “casco elettromagnetico”. Uno stimolatore capace di produrre visioni mistiche in chi lo indossa. Gli esperimenti hanno confermato che coloro che lo hanno utilizzato, hanno dichiarato di aver visto Dio… Un altro fatto assolutamente reale? In numerose popolazioni di fratelli gemelli è stato riscontrato un particolare GENE, cosiddetto VMAT2. Gli scienziati hanno osservato che le persone che possiedono nel proprio genoma il VMAT2, hanno una maggiore tendenza alla spiritualità, una maggiore predisposizione a quella che definisce come autotrascendenza. Ma curiosamente, questo supposto gene di Dio ci riporta nuovamente al cervello, perché il VMAT2 controlla l’uso di un gruppo di neurotrasmettitori molto interessanti. Tra questi la dopamina e la serotonina, due molecole associate alla felicità e al piacere ma anche ai loro opposti: dipendenze e depressione.

7. Conclusioni.

E’ importante restare nel campo dei FATTI VERI, evitando fuorvianti e traballanti ricostruzioni.
Ma è possibile bollare tutti questi fatti come normali coincidenze? Non è invece probabile concludere che la struttura sub-atomica, di cui il Bosone di Higgs pare essere la forza creatrice indivisibile, si ordina secondo una normale legge matematica (la progressione di Fibonacci) e che tale espressione numerica fosse nota sin dall’antichità? Già dal tempo di San Giorgio il taumaturgo, la cui leggenda lo vuole come santo guaritore, conoscitore cioè di possibili tecniche di interferenza tra psiche e corporalità? E, in ciascuna leggenda (come in quella del santo taumaturgo) non c’è sempre un fondo di verità? Non è possibile che questo messaggio, implicitamente svelato, sia stato tramandato dalla Chiesa in simbologie criptiche, con la forma della conchiglia?

Gli studi sulla neuropsichiatrica e sulla genetica, non sembrano confermare che l’uomo può interferire con la chimica organica del proprio corpo? In definitiva, non è possibile che la scoperta del Bosone possa finalmente eliminare quegli steccati che dividono ancora il pensiero scientifico dal credo religioso e affermare che Dio altro non è che la forza creatrice presente nell’infinitamente piccolo, nel sub-atomico? E, soprattutto, che tale forza potrebbe essere controllabile dall’uomo per rigenerare cellule necrotizzate, curare malattie? Nel vangelo di Luca, custodito, nel suo testo ritenuto canonico, nella Biblioteca Vaticana, intersecata dalla linea della spirale di Fibonacci, è scritto: “il regno di Dio è dentro di voi”.

Questo potrebbe essere “letteralmente” vero. Riferimenti di cronaca relativi alla teoria del Numero di Dio:

Corriere della sera – 22 giugno 19941

“Nella primavera del 1945 un pastore giordano che si divertiva, all’ombra di una roccia, a gettare sassi nella ridotta apertura di una grotta, avvertì di avere colpito una giara; la grotta risulterà la prima di altre undici dodici contenenti manoscritti ebraici, scoperti in seguito dagli studiosi. (…) Fino al 1967 i manoscritti scoperti vennero regolarmente pubblicati dalla Oxford University Press e subito si comprese l’importanza e l’interesse che avrebbero suscitato; grande fu, però, la disillusione sorta dopo quella data quando non se ne seppe più nulla; non si pensava che questi testi avessero la “coda”: una miriade di frammenti che per il loro interesse, vasto per Ebrei e Cristiani, formarono l’oggetto di “scoop” di fortunati studiosi che ne vennero a conoscenza (…)”

Repubblica — 18 giugno 2001

“NEW YORK – A Filadelfia in Pennsylvania uno scienziato scopre un’area del cervello che si attiva con la meditazione; a San Diego e in North Carolina neurologi studiano come l’epilessia e gli allucinogeni producano apparizioni mistiche; e in Canada un neuroscienziato sperimenta un casco magnetizzato che provoca in chi lo indossa «esperienze spirituali». E’ la nuova frontiera delle neuroscienze negli Usa: andando a cercare le origini della religiosità, alcuni scienziati americani sono arrivati addirittura a concludere che Dio è solo una creazione del cervello (…) Alcuni scienziati non potrebbero essere più d’accordo: ai loro occhi le ricerche di Andrew Newborg a Filadefia, di Michael Persinger in Canada e di altri neuroteologi come loro, sono la prova che Dio non esiste. Ma per altri ricercatori, che con Murphy condividono la fede, i nuovi studi non sono un’arma per gli atei: cercano solo di capire come la mente umana produca il senso della spiritualità”.

Repubblica — 02 giugno 2003

“C’era un tempo la Cabala, una strada diretta alla rivelazione dell’armonia del divino attraverso anche il simbolismo dei numeri. Un approccio mistico, di origine ebraico-spagnola, nato nella convinzione che i segreti del Cosmo, del rapporto con Dio e persino del potere magico fossero racchiusi nei perfetti e misteriosi ritmi di certi numeri. Oggi parleremmo di aritmetica o geometria: nessuno, certo, attribuisce un valore magico a “pi greco” (3,14…), il rapporto tra circonferenza e diametro del cerchio. Ma una certa aura misterica si cela ancora per molti dietro un altro numero (1,618… con infinite cifre decimali non periodiche), ossia alla cosiddetta “Sezione Aurea”, la proporzione geometrica che esprime il rapporto tra un tutto e una sua parte. Se dividiamo una retta in due segmenti diseguali, se la parte maggiore sta all’intero come la parte minore alla maggiore, allora avremo trovato appunto la “Sezione Aurea”, nota fin dalla più remota antichità e che molti ritenevano e ritengono sia il segreto non solo dei rapporti spaziali tra i petali di un fiore o degli avvolgimenti a spirale di certe conchiglie, ma anche delle opere d’arte, da Fidia a Durer a Dalì (…)”

El Pais, 11 maggio 2007

“…Alcuni metafisici suggeriscono che Dio sarebbe caduto dal cielo e che si stia risvegliando in ogni individuo per creare se stesso mediante le proprie creature. Bisognerebbe dunque ricercare Dio nelle nostre azioni”.

TgCOM – 20 settembre 2008

“Il Cern di Ginevra ha annunciato che il super acceleratore di particelle Large Hadron Collider (Lhc) avviato il 10 settembre verrà fermato per almeno due mesi. Lo stop è dovuto a un incidente avvenuto venerdì in un settore. Gli esami preliminari hanno indicato che molto probabilmente la causa del problema è elettrica e riguarda la connessione fra due magneti”.

www.corrieredellasera.it – 13 dicembre 2011

C’è «l’impronta» del bosone di Higgs, la cosiddetta «particella di Dio». I primi dati sono stati presentati a Ginevra, in un affollatissimo seminario organizzato al Cern, dai coordinatori degli esperimenti Atlas e Cms, gli italiani Fabiola Gianotti e Guido Tonelli dell’Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn). I dati presentati restringono il campo per la ricerca del bosone a energie minori del previsto e si spera di fugare ogni dubbio dell’esistenza della particella entro la fine del 2012, quando
sarà stata completata l’analisi degli esperimenti … «My God!» è stato il primo commento di Peter Higgs. Lo ha raccontato Guido Tonelli. «Quando gli abbiamo comunicato i nostri dati, Higgs era spaventato dall’idea che fossimo così vicini e la sua prima esclamazione è stata My God…». A 82 anni, Peter Higgs preferisce essere molto prudente: «sembrava davvero un po’ terrorizzato – ha osservato Tonelli – dall’idea che si arrivasse al dunque»”.

El Pais, 11 maggio 2007

“…La ricerca del gene di Dio parte dagli studi sui gemelli. Questi indicano che i fratelli gemelli hanno credenze spirituali molto più coincidenti rispetto a quelle dei fratelli non gemelli. Dopo aver lungamente setacciato frammenti di DNA, il ricercatore (Hammer, N.d.r.) identificò un gene conosciuto come VMAT2. Come gli altri geni, il VMAT2 presenta un certo numero di varianti che si differenziano grazie ad alcune lettere che lo compongono. Hamer sostiene che le persone che possiedono nel proprio genoma alcune di queste, hanno una maggiore tendenza alla spiritualità, una maggiore predisposizione a quella che definisce come autotrascendenza. Ma curiosamente, questo supposto gene di Dio ci riporta nuovamente al cervello, perché il VMAT2 controlla l’uso di un gruppo di neurotrasmettitori molto interessanti. Tra questi la dopamina e la serotonina, due molecole associate alla felicità e al piacere ma anche ai loro opposti: dipendenze e depressione…”

Nota 1. Tutti gli articoli sono stati realmente pubblicati nelle relative testate, alle date indicate di fianco a ognuna.

Vincenzo Di Pietro