Ricercatori danesi, grazie al radiotelescopio ALMA dell’ESO, hanno scoperto che la nascita di protostelle è associata con fuoriuscite di gas molecolare. La creazione di questi venti permette alle stelle di accumulare materiale dal disco protostellare in modo da formare eventualmente altri oggetti, come i pianeti. Non si può stare tranquilli neanche attorno alle giovani stelle. Un gruppo di ricercatori dell’Istituto Niels Bohr dell’Università di Copenhagen, in Danimarca, ha utilizzato le potenti antenne cilene ALMA (Atacama Large Millimeter/submillimeter Array) dell’ESO per osservare le prime fasi della formazione di un nuovo sistema solare. Per la prima volta hanno visto come un potente vortice ventoso e gassoso viene espulso fuori dal disco rotante di gas e polvere che circonda una giovane stella, in questo caso la protostella TMC1A. La nascita di nuovi sistemi planetari con al centro una protostella (così si chiamano le stelle appena nate) è accompagnata dalla fuoriuscita di materiale e da forti venti stellari, letteralmente dei vortici dalla potenza sensazionale.
Il primo autore dello studio Per Bjerkeli ha detto: «Usando i telescopi ALMA abbiamo osservato una protostella in una fase molto precoce. Vediamo come il vento, una specie di tornado, solleva materiale e gas dal disco rotante che è in procinto di formare un nuovo sistema solare». Le 66 antenne nel deserto di Atacama hanno localizzato questa protostella a 450 anni luce da noi (in pratica 30 milioni di volte la distanza tra la Terra e il Sole) e hanno permesso agli esperti di osservare dettagli mai visti prima in una così giovane stella.
Perché si creano questi tornado stellari nel disco di polvere e gas? Bjerkeli ha spiegato che durante la contrazione della nube di gas, il materiale comincia a ruotare sempre più velocemente. Per rallentare la rotazione, l’energia deve essere espulsa e questo provoca l’emissione di vento stellare, che si forma nel disco intorno alla protostella e ruota con esso. Quando questo vento rotante si allontana dalla protostella, porta via parte della energia di rotazione e la polvere e gas vicino alla stella può continuare a contrarsi», permettendo – eventualmente – la formazione di altri oggetti, come i pianeti.
Il vento non proviene solo dal centro del disco, come ipotizzato finora, ma si forma uniformemente in tutte le regioni del disco rotante. I dati mostrano che il gas viene espulso da una regione che si estende fino ad una distanza radiale di 25 unità astronomiche dalla protostella. La prossima cosa che i ricercatori vogliono scoprire è se il materiale gassoso e polveroso espulso dal disco viene completamente spazzato via o se ricade nel disco, diventando parte del sistema di formazione planetaria.
Eleonora Ferroni
Articolo pubblicato su Nature: “Resolved images of a protostellar outflow driven by an extended disk wind”, di Per Bjerkeli, Matthijs H. D. van der Wiel, Daniel Harsono, Jon P. Ramsey & Jes K. Jørgensen