Voyager 1 rileva un Caos Magnetico


Credit: NASA

Di Tammy Plotner

Quando la Voyager 1 è passata nell'elioguaina nel 2004, è diventata il primo oggetto prodotto dall'uomo ad esplorare il limite remoto dell'influenza magnetica solare. Lanciata dalla NASA il 5 Settembre 1977, la sonda è stata progettata per studiare il Sistema Solare esterno ed infine lo spazio interstellare. Una delle sue missioni era cercare l'eliopausa, il confine che il vento solare supera in direzione del medium interstellare. Ha scoperto un caos… Secondo la NASA, la Voyager 1 è entrata in un'area dove la velocità del gas caldo ionizzato o plasma, emanato all'esterno dal sole, è arrivata a zero. Gli scienziati sospettano che il vento solare venga deviato dalla pressione del vento interstellare nella regione tra le stelle. “Il vento solare ha girato l'angolo”, ha detto Ed Stone, scienziato presso il California Institute of Techology di Pasadena, California. “La Voyager 1 si avvicina allo spazio interstellare.”

Ora è entrata nell'elioguaina, un'area che si estende da 1.5 a 15 miliardi di kilometri in spessore e che parte da circa 14 miliardi di km dal sole. Però qui nulla è calmo. Questa è l'area dove il flusso di vento solare uscente inizia ad essere respinto dalle particelle e dai campi magnetici interstellari, che spingono verso il sistema solare. Passando attraverso la elioguaina, la Voyager 1 ha subito molte drastiche e improvvise alterazioni del campo magnetico circostante, guidato dalle strutture dette current sheets.

Il team di L. F. Burlaga: Geospace Physics Laboratory, NASA Goddard Space Flight Center e N. F. Ness of the Institute for Astrophysics and Computational Sciences, ha studiato i risultati inviati dalla Voyager ed è arrivato ad una nuova conclusione, esistono tre tipi di current sheet. “Le strutture, che sembrano degli strati protonici di confine (PBL), dei buchi magnetici o dossi, o dei confini di settore, sono state identificate da fluttuazioni caratteristiche sia nella forza del campo magnetico che nella sua direzione, col passaggio dell'astronave attraverso 500 milioni di km di elioguaina nel 2009. I PBL sono definiti da un rapido balzo di forza del campo magnetico, con un evento osservato e risultato in un raddoppio della forza del campo in solo mezz'ora.”, ha riferito il team. “Il passaggio attraverso un confine di settore ha portato ad un improvviso cambio di direzione del campo magnetico. I fori magnetici vedono la forza del campo cadere circa a zero, prima di tornare al livello originale. I dossi magnetici consistono in un picco improvviso della forza prima di un ritorno ai livelli iniziali.”

Però questa non è la prima volta che la Voyager ha trasmesso letture di livello zero. Nel Dicembre 2004 l'intrepida sonda ha rotto la barriera della termination shock e i dati dello strumento Low-Energy Charged Particle della sonda, sono stati usati per dedurre la velocità del vento solare. Quando la velocità delle particelle ha raggiunto quella dell'astronave, gli scienziati hanno capito d'avere un numero nullo. “Quando ho compreso che ci arrivavano dei chiari zero, sono rimasto meravigliato”, ha detto Rob Decker, che studia i dati dello strumento ed è uno scienziato attivo presso la Johns Hopkins University Applied Physics Laboratory di Laurel. “Eccola la Voyager, un'astronave che ha fatto da cavallo di battaglia per 33 anni e ci mostra ancora qualcosa di completamente nuovo.”
La novità è quello che ci serve per continuare a capire ciò che si trova nei limiti più lontani del nostro spazio esplorabile. Dice Burlaga, “Le rilevazioni della Voyager 1 saranno molto probabilmente di estrema importanza per i ricercatori che cercano di conoscere, tra le varie principali teorie, la fonte e la struttura delle current sheets”.

Tradotto da Richard per Altrogiornale.org
Fonte: http://www.universetoday.com/86143/voyager-1-measures-magnetic-mayhem/ http://www.agu.org/pubs/crossref/2011/2010JA016309.shtml