Wormhole: Siamo un verme nella sua tana?

Wormhole: Siamo un verme nella sua tana?

Ormai la fisica teorica più avanzata sta sorpassando la fantascienza. L’articolo che segue supera perfino i miei soliti raccontini assurdi e irreali (prima o poi ricomincio a pubblicarli, ve lo prometto). Una volta forse si poteva dire: “Non esageriamo…”. Ma oggi è meglio non arrivare a conclusioni affrettate. E se fosse tutto vero? L’articolo è un po’ difficile, ma vale la pena leggerlo: l’idea di fondo è comunque facilmente comprensibile.

Nikodem_Poplawski

Nikodem Poplawski, un fisico teorico dell’Università dell’Indiana, ha suggerito un’ipotesi straordinaria per l’origine e l’evoluzione del nostro Universo. Molti di voi conoscono benissimo cosa sia un “wormhole” (letteralmente “buco del verme”, ossia la tana che questi simpatici animaletti fanno nelle mele). Esso rappresenta, in astrofisica, il cosiddetto Ponte di Einstein-Rosen, che potrebbe teoricamente unire due punti dello stesso Universo e due Universi differenti.

Una specie di doppio imbuto che ha un ingresso in un buco nero del nostro spazio-tempo e ha l’uscita in un altro buco nero, chiamato generalmente “Buco Bianco”. Questa situazione ai limiti della fisica si basa su calcoli matematici e potrebbe effettivamente appartenere alla realtà del nostro Universo, anche se non si è ancora avuta nessun prova osservativa. Molti spererebbero di utilizzare i “wormhole” come scorciatoie per viaggiare nello Spazio-Tempo superando la velocità della luce o per visitare altri Universi. Fantascienza, ma chissà…

Wormhole
Rappresentazione schematica di un wormhole o ponte di Einstein-Rosen. Il buco nero in alto ha come controparte il Buco Bianco in basso. Ma il discorso può invertirsi cambiando il verso del tempo.

Poplawski è andato oltre. La sua idea è che il nostro Universo sia in realtà nato all’interno di un “wormhole”! Ossia dentro il buco del verme… Il suo studio si basava all’inizio sull’analisi del campo gravitazionale di un buco nero e del moto, al suo interno, di una particella di massa non nulla. Una ricerca ovviamente solo teorica, che tuttavia poneva un problema enorme e veramente assurdo. Il moto non può essere studiato restando fuori dall’orizzonte degli eventi del buco nero, ma d’altra parte la materia all’interno deve continuare ad esistere. Il solo modo per risolvere il problema è la possibilità di “esistere” all’interno di un buco nero.

Egli ha usato due modelli di buco nero, quello di Schwarzschild e quello, appunto, di Einstein-Rosen. Entrambi sono legittime soluzioni matematiche della relatività generale. Il problema è, come già detto prima, che la sicurezza sul moto di tali particelle potrebbe essere ottenuto solo entrando in buco nero. Chi è fuori non potrebbe mai vedere o sapere. Bisognerebbe entrare o meglio ancora risiedere al suo interno.

Queste condizioni si otterrebbero se il nostro Universo si fosse creato all’interno di un buco nero contenuto in un Universo ancora più grande. Dato che la teoria della relatività di Einstein non sceglie un orientamento del tempo, se un buco nero si può formare dal collasso gravitazionale di materia attraverso un orizzonte degli eventi nel nostro futuro (seguendo quindi una certa freccia temporale), allora potrebbe anche succedere il contrario (inversione della freccia del tempo). Questo processo altro non sarebbe che l’esplosione attraverso un Buco Bianco. In altre parole, materia che è emersa da un orizzonte degli eventi nel passato, proprio sotto forma di un Universo in espansione.

In realtà l’idea di Poplawski è estremamente corretta anche se difficilmente comprensibile o accettabile. Il wormhole che connette un buco nero con un Buco Bianco dice proprio questo: la materia che entra da una parte esce dall’altra. Ma la freccia del tempo può essere invertita. Ossia il buco bianco altro non sarebbe che un buco nero con il tempo che va al contrario e quindi da esso la materia non entra, ma esce. Ciò che è buco nero per un certo Universo è un Buco Bianco per l’altro e viceversa.

Il fisico ipotizza che tutti i Buchi Neri astrofisici siano dei wormhole, ciascuno con al suo interno un nuovo Universo, formatosi nel momento stesso della nascita di un buco nero.

Ne consegue che anche il nostro Universo deve essersi formato all’interno di un buco nero di un altro Universo. Questa teoria, solo a prima vista bizzarra, risolverebbe non pochi problemi collegati alla teoria del Big Bang, come l’inflazione, ma soprattutto quelli della perdita di informazione per qualsiasi materia finita all’interno dell’orizzonte degli eventi. Un punto quest’ultimo veramente sconvolgente per la fisica odierna. Pensateci bene… la scomparsa improvvisa di informazione è veramente più fantascientifica che la teoria precedente. Non riusciamo a concepirla veramente e risolviamo il tutto mettendo la polvere sotto al tappeto (anzi dentro al buco nero…) dicendo che non possiamo vedere cosa succede all’interno della singolarità.

Vi chiedo un piccolo sforzo di immaginazione e mi scuso se è difficile entrare in questi concetti (anche se sempre più facile che entrare in un buco nero…). Ma state tranquilli che lo è anche per me, eccome! Comunque, non scandalizziamoci molto né sentiamoci inferiori se dovessimo essere stati creati nel buco di una mela … marcia … Anche questo è Natura e Bellezza.

Vincenzo Zappalà

astronomia.com