Regis e Brigitte Dutheil:
Régis Dutheil, fisico, professore associato di fisica presso la Facoltà di Medicina di Poitiers e ricercatore presso la Fondazione Louis de Broglie, morto nel 1995 ha proposto, in collaborazione con la figlia Brigitte, un modello del funzionamento della coscienza.
– La tesi
La tesi fondamentale sviluppata da Régis Dutheil ha per oggetto la struttura della nostra coscienza e quella dell’universo. Regis e Brigitte Dutheil notano che il dogma della velocità della luce è oggi rimesso in discussione da altri fisici. Essi citano l’americano Feinberg che, pur preservando la meccanica relativistica, postula l’esistenza, dell’altro lato del muro di luce, dei campi di particelle che vanno più veloce di questo, non indicati.
Si può dedurre l’esistenza di tre “tipi” di mondi della materia:
- Il mondo “sub-luminale” che è il mondo ordinario, che noi conosciamo bene, quello della fisica classica newtoniana, costituita di bradioni, di particelle la cui velocità è inferiore a quella della luce.
- Il mondo “luminale” della materia che si avvicina o raggiunge la velocità della luce. Questo è il mondo della relatività di Einstein, il Luxon, particelle dotate di una velocità uguale a quella della luce.
- Il mondo “superluminale” della materia che supera la velocità della luce, l’universo superluminale dei tachioni.
– La natura della coscienza
L’esistenza della nostra coscienza, non è in dubbio. Per contro, la sua natura non è mai stata chiaramente definita. Che cos’è la coscienza? Per i materialisti, è una prodotto del cervello e scompare con la morte.
Per Régis Dutheil: la coscienza ed il cervello avrebbero due modalità di funzionamento: uno normale, locale e spazio-temporale, l’altro, più raro, non locale.
- sovra-coscienza; essa è composta da particelle superluminali che si situano al di fuori del nostro corpo, il mondo “superluminale”.
- la coscienza locale; essa è anche chiamata “auto sub-luminale” e si compone di fotoni (essa appartiene dunque al mondo “luminale”). Essa condivide con il sistema nervoso, lo sfruttamento delle informazioni che le pervengono dalla sovra-coscienza. E’ lei che pensa, decide e risolve i problemi della vita quotidiana.
Quando la sovra-coscienza comunica con la coscienza locale, il passaggio sarebbe regolato dalla corteccia cerebrale. Tutto quello che è necessario per la nostra vita quotidiana è filtrato e trasmesso alla coscienza locale. Il cervello trasforma le informazioni astratte in ologrammi, cioè in immagini tridimensionali che rappresentano per noi la realtà.
Per contro, non esisterebbe nessuna comunicazione diretta alla coscienza locale verso la sopra-coscienza durante la vita, con alcune eccezioni: il sogno, la meditazione e l’uso di alcune droghe …
La vera comunicazione sarebbe al momento della morte fisica. Gli autori insegnano l’immortalità della coscienza locale che, al momento della morte, si stacca dal corpo fisico e cerca di unire la sua controparte superluminale.
– Il “muro di luce”
Come il muro del suono aeronautico, ci sarebbe un “muro di luce” che separa l’universo sub-luminale (il mondo tangibile) e l’universo superluminale. Nell’universo superluminale, sarebbe possibile osservare un evento prima della sua causa. Allo stesso modo, secondo gli autori, “ci sarebbe per un essere vivente nell’universo superluminale una istantaneità completa di tutti gli eventi che costituiscono la sua vita, i concetti di passato / presente / futuro scomparirebbero.”
Così, il Campo d’Energia Tachyonica (CET) sarà uno spazio identificato come contenente delle particelle che si muovono ad una velocità tale che il concetto di tempo sarà allora nullo per tutte le persone che vi si immettono volontariamente. Il lavoro di Régis Dutheil, fisico / biofisico francese ci spiega come la coscienza stessa dell’uomo sembra emessa da questo campo (e sembrerebbe invariabilmente ritornarvi).
Al momento della morte, noi attraverseremo il muro di luce per reintegrare l’universo dello spazio / tempo superluminale dei tachioni. Su ciò che accade dopo la morte, gli autori esprimono cautela in quanto ritengono inaccessibile o incomprensibile per il nostro mondo sub-luminale.
– Il mondo superluminale, le NDE e il Bardo Thödol
Nella prima pubblicazione, gli autori studiano le NDE integrando uno studio del Dr. Melvin Morse, che ha dimostrato che una eccitazione elettrica della fessura di Sylvius, un’area del cervello situato sopra l’orecchio destro (sede dell’anima?), determina l’uscita fuori dal corpo.
Essi riprendono la descrizione di Moody e la tesi di un campo superluminale e interpretando l’incontro con l’essere di luce rendendo il legame con la teoria olografica di Pribram e anche con un principio di cui al Libro tibetano dei morti.
Essi riprendono la descrizione di Moody e la tesi di un campo superluminale interpretando l’incontro con l’essere di luce rendendo il legame con la teoria olografica di Pribram e anche con un principio enunciato nel Bardo Thödol (Libro tibetano dei morti).
L’ottava fase di un NDE fa apparire agli occhi dei testimoni una luce estremamente brillante e dei colori meravigliosi.
In un campo di materia superluminale, molto meno densa che la materia sub-luminosa, i fotoni (particelle di luce) non sono assorbiti come nell’universo sub-luminale e riempiono in maniera uniforme lo spazio / tempo della coscienza, il che spiega la brillantezza particolarmente intensa della luce.
Inoltre, queste particelle luminose dovrebbero probabilmente trasportare l’informazione e la spiegazione, da qui il lato significante e calmante che sembra inerente a questa luce. Quanto alla purezza naturale dei colori, è dovuto al fatto che le sensazioni del soggetto non sono più attenuate dalla corteccia e si producono allo stato grezzo.
Lo scenario mozzafiato osservato da alcuni testimoni non sono solo ologrammi che la loro coscienza costruisce per tradurre le informazioni che sono fornite loro. Questi ologrammi sono la risposta in qualche modo idealizzato di oggetti sub-luminosi. Possono essere creati istantaneamente in tempo zero, ma anche annientati all’istante. Qui troviamo uno degli insegnamenti fondamentali del Libro tibetano dei morti, da cui il pensiero del defunto crea il suo ambiente dopo la morte.
– Fenomeni paranormali
Le implicazioni della teoria superluminale permettono, anche, di rendere conto di certi fenomeni paranormali (comparsa di fantasmi, sdoppiamento, sogni), e parlare di spiritismo. Gli autori sostengono che le vite passate potrebbero essere simultanee con la vita attuale tenuto conto dell’inesistenza del tempo nell’universo superluminale.
Ciò che la scienza non ha scoperto che ben tardivamente, le tradizioni esoteriche secolari sembrano averlo discusso per lungo tempo. In effetti, la cultura de “l’energia vitale” (chiamata indifferentemente Prana, Chi, Energia Cosmica, ecc), che porta all’Etere, si ritrova in numerose civiltà a volte scomparse. In seno anche alle loro pratiche (riti iniziatici ecc…) troviamo alcune curiose similitudini con ciò che scoprono oggi i fisici.
Così molti fenomeni inspiegabili collegati a questi riti trovano il loro significato oggi.
Il secondo lavoro, “L’universo superluminale”, pubblicato quattro anni dopo (dopo la morte del Prof. Régis Dutheil) è una ricerca di elementi storici, filosofici, religiosi, medici e anche esoterici in favore dell’immortalità. L’autore afferma anche che “la conoscenza (non l’erudizione ma la conoscenza esoterica) costituisce il vero mezzo di accesso all’universo superluminale.”
Tradotto da Prixi per Altrogiornale.org