Ripetute osservazioni con il telescopio Vlt in Cile hanno permesso di evidenziare variazioni di luminosità nel disco protoplanetario della stella HD 135344B. A provocare queste ombre è probabilmente un frenetico quanto misterioso balletto di gas e polveri nella parte più interna del disco, non visibile con gli attuali strumenti.
Utilizzando lo strumento Sphere al Very Large Telescope in Cile, un team internazionale di astronomi ha osservato ombre in movimento sulla spirale di polveri e gas che ruota attorno alla stella HD 135344B. Come in una lanterna magica cosmica, il disco circumstellare funziona da schermo per la proiezione di un “teatrino” che avviene nella sua parte più interna, troppo vicino alla stella per poter essere distinguibile.
L’osservazione della giovane stella HD 135344B prosegue un lavoro iniziato con la prima immagine del suo disco protoplanetario, ottenuta dallo stesso gruppo di ricerca sempre con Sphere nel maggio 2015. Il disco presenta una peculiare conformazione a spirale: i ricercatori ritengono che la cavità centrale, molto ampia, e le due strutture che assomigliano a bracci di spirale siano state create da uno o più protopianeti massicci, destinati a diventare simili a Giove.
La nuova ricerca, pubblicata su Astrophysical Journal, aggiunge altre quattro immagini riprese in tempi successivi. Nella sequenza complessiva i ricercatori hanno potuto distinguere sottili variazioni di luminosità nella parte più esterna del disco protoplanetario della stella HD 135344B.
Gli autori del nuovo studio presumono che questo accada perché il gas e la polvere nella parte più interna del disco girano rapidamente intorno alla stella; tuttavia non hanno una risposta certa su cosa provochi la rapida rotazione polvere.
«Potrebbero essere venti, oppure vortici, o magari impatti di “ciottoli”», azzarda il primo autore Tomas Stolker, che ha effettuato le osservazioni durante il suo dottorato presso l’Università di Amsterdam. «Avevamo già previsto due anni fa che le ombre sul disco esterno sono state causate da processi che avvengono nel disco interno. Purtroppo, non possiamo vedere quella parte del disco direttamente con lo strumento Sphere, ma almeno ora abbiamo qualche informazione in più».
La caccia continua e i ricercatori si stanno già preparando per osservare di nuovo la stella con Sphere, ma questa volta a distanza di pochi giorni. «E se facciamo anche osservazioni fotometriche e spettroscopiche contemporaneamente», conclude Stolker, «possiamo arrivare almeno a escludere alcune opzioni».
Stefano Parisini