La matematica a scuola è più facile quando gli studenti la imparano con il corpo

Per insegnare agli studenti le trasformazioni isometriche, María Jesús Riveros, professoressa di Matematica presso la Southland School di Santiago, chiede ai suoi studenti di posizionarsi sulle piastrelle del pavimento.

“Serve soprattutto per la traslazione e la rotazione” dice. “Ognuno si mette su una piastrella e si muove secondo le istruzioni che gli vengono impartite, tipo: spostati di tre unità a destra o ruota di 90 ° a sinistra”. Inoltre, ogni volta che se ne presenta l’occasione, ogni studente usa il proprio corpo per fare dei ragionamenti matematici; per esempio: la lunghezza del mio piede è circa un settimo della mia altezza”.

La prof.ssa Clara Mascheroni in una scuola della periferia di Milano, invece, è solita spostare i banchi della classe per spiegare ai suoi alunni gli assi cartesiani. Lo fa disegnando col gessetto le ascisse e le ordinate sul pavimento e dettando agli studenti le coordinate sulle quali devono posizionarsi. Possediamo già questa conoscenza innata, dice: “Per salvaguardare la nostra specie, la natura ci ha dotato di un’eccellente memoria spaziale. L’uomo primitivo percorreva lunghissimi distanze per procurasi il cibo e non poteva permettersi il lusso di perdere l’orientamento e non ritornare alla propria tribù dove ad attenderlo c’erano moglie e figli. Ai tempi non esisteva Google Maps!” Dice sorridendo. “Il nostro cervello possiede un gruppo di neuroni detti GPS che hanno proprio il compito di codificare la posizione nello spazio non solo nostra ma anche quella degli altri. Gli studenti imparano divertendosi e ricordano bene le coordinate anche dopo parecchio tempo”.

Brenda Allen, maestra di scuola elementare a Brooklyn, si diverte ad insegnare ai bambini il concetto di sequenza facendoli applaudire “È un modo tangibile per imparare attraverso qualcosa che per loro è facile fare”.

Un’altra proposta per imparare la matematica usando il corpo è quella di usare dita, braccia e gambe per misurare le lunghezze. Con lo stesso metodo si possono creare anche forme geometriche molto complesse. “Ai bambini può essere chiesto di formare un triangolo tenendosi per mano. Di conseguenza, quando cercano di posizionarsi, imparano implicitamente gli angoli”.

Ad affermarlo è Jacob Wienecke, un ricercatore del Dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Copenaghen autore di uno studio che dimostra che gli studenti trattengono meglio i concetti matematici quando il loro corpo è coinvolto nell’apprendimento. La ricerca è stata recentemente pubblicata su Frontiers in Human Neuroscience*.

Per giungere a questa conclusione, Wienecke e il suo team hanno diviso in gruppi 165 studenti danesi tra i 7 e gli 8 anni. Alcuni di loro sono stati incoraggiati a svolgere delle attività con il proprio corpo per rinforzare l’argomento di matematica che stavano imparando, altri invece è stato chiesto di imparare prendendo appunti e giocando con dei mattoncini Lego. Un terzo gruppo ha dovuto imparare attraverso l’utilizzo di libri e informazioni fornite verbalmente dagli insegnanti.

“Eravamo già a conoscenza delle prove che una moderata attività fisica facilita l’apprendimento della matematica quando è svolta prima delle lezioni” dice il ricercatore. “Nel nostro studio però siamo andati oltre, e ci siamo chiesti se il movimento poteva essere altrettanto utile se veniva integrato nella materia stessa. “Il dati hanno dimostrato che c’è una migliore comprensione dei concetti matematici quando il bambino viene coinvolto con il movimento del proprio corpo” spiega l’accademico.

I risultati di ciascun gruppo sono stati analizzati utilizzando test standardizzati eseguiti dopo che gli studenti avevano imparato per mesi utilizzando una delle tre modalità proposte. Coloro che avevano usato il proprio corpo come strumento di apprendimento avevano ottenuto prestazioni superiori alla media nei test somministrati. In conclusione, le Neuroscienze confermano tutto ciò che molti insegnati hanno sempre sostenuto: per imparare bene la matematica non bisogna metterci solo la testa, a volte è molto meglio usare il corpo.

Massimiliano Interlandi

neuroscienze.net