Il governo della Polinesia francese ha iniziato i lavori di costruzione per la prima città galleggiante del mondo che potrebbe essere completata nel 2019 al largo dell’isola di Thaiti.
Molti penseranno che si tratti di un progetto troppo ambizioso quello di una città completamente galleggiante in mezzo all’Oceano Pacifico. Ma è cioè che sta per essere costruito a largo di Thaiti: il governo della Polinesia francese ha infatti preso accordi con il Seasteading Institute per completare quest’opera da primato entro il 2019. Una volta realizzata sarà la prima città galleggiante del mondo.
La creazione di città galleggianti potrebbe risolvere molti problemi della nostra società come il fabbisogno pro-capite mondiale ma è soprattutto alla Polinesia francese, un arcipelago di 118 isole nel sud del Pacifico, che interessa il progetto a causa del rischio di innalzamento del livello del mare in questa parte del mondo.
Non tutti sanno che le isole dell’Oceano Pacifico, come Kiribati e parte della Polinesia francese, stanno affrontando la minaccia di scomparire a causa dell’innalzamento del livello del mare. La città galleggiante di Seasteading offre una soluzione pratica per creare nuovi territori su cui continuare ad esistere: una volta costruito un modello pilota di successo, si può immaginare la distribuzione di città galleggianti in serie simili a luoghi come Miami o il Bangladesh.
Nel ultimi cinque anni il Seasteading Institute ha lavorato alla creazione di un prototipo di città galleggiante e, in seguito ad un concorso di progettazione architettonica, è stato eletto il modello vincente. Il modello ideale si chiama Artisanopolis, ideato da Gabriel Scheare, Luke & Lourdes Crowley, e permetterà alle nuove comunità di creare una città al di là delle limitazioni delle giurisdizioni degli Stati nazionali esistenti al fine di promuovere la libertà e la concorrenza nel mercato.
In Artisanopolis ogni piattaforma galleggiante potrà spostarsi: basterà un rimorchiatore per trainare la piattaforma da un luogo all’altro. Le varie piattaforma si potranno affiancare ad incastro in modo da creare formazioni tentacolari sulla superficie dell’acqua. Reattori vengono utilizzati per regolare la profondità alla quale le piattaforme galleggiano sulle acque. Un grande anello modulare circonderà la città di piattaforme per ripararsi dal mare mosso e dal vento.
L’energia sufficiente per tutta la città galleggiante sarà prodotta tramite stringhe di pannelli fotovoltaici e turbine azionate dalle onde del mare.
Serre idroponiche a forma di cupole forniranno il cibo necessario per la città; l’acqua di mare dissalata fornirà l’acqua potabile. I rifiuti organici saranno rimossi tramite navi cisterna in una zona di compostaggio lontano dal sito di fondazione della città, e i rifiuti inorganici saranno riciclati. Artisanopolis sarà un modello ideale su cui basare altri progetti di città galleggianti efficienti e sostenibili.
Crediamo che il primo passo fondamentale sia per Seasteading di diventare non solo possibile, ma sostenibile – tecnologicamente, legalmente e finanziariamente. In altre parole, il costo della vita sul mare deve essere sufficientemente basso, e le opportunità di business sufficientemente promettenti, in modo tale che vi sia un incentivo economico per le persone che vogliono vivere nelle città galleggianti. Attualmente, il costo elevato dell’ingegneria in mare aperto funge da grande barriera all’ingresso, e ostacola l’imprenditorialità in acque internazionali. Questo ci ha portato a cercare soluzioni di riduzione dei costi all’interno delle acque territoriali di una nazione ospite, pur rimanendo dedicato a l’obiettivo di ottenere autonomia politica per gli esperimenti governativi.
Pertanto, il nostro piano prevede la negoziazione con una nazione ospite per la massima autonomia di una città galleggiante in cambio dei benefici economici e sociali che potrebbe fornire.
Seasteading Institute
Clara Salzano
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