Imparare ad autoprodurre cibo sano

permaculturaUn balcone, un portico, un pezzetto di giardino. Qualsiasi spazio può essere trasformato in un orto per auto-produrre cibo sano, riconnettersi con la natura e riscoprire il valore del lavoro fisico. “StOrti urbani” è un percorso formativo rivolto a chi vive in città e vuole progettare e gestire un orto.

Dalla progettazione alla cura e alla valorizzazione delle risorse. StOrti urbani è un percorso formativo suddiviso in quattro incontri rivolto a chi vuole realizzare un piccolo orto urbano e produrre cibo sano da portare sulla propria tavola, riscoprendo allo stesso tempo la bellezza della connessione con la natura, spesso dimenticata da chi vive in città. Per saperne di più abbiamo intervistato Matteo Mancini, che guiderà gli incontri insieme a Niccolò Tacconi.

Puoi presentarti e dirci come è nata l’idea StOrti urbani?
Sono nato a Firenze e nonostante abbia vissuto molto all’estero, ho passato buona parte della mia vita in città. Per anni mi sono trovato nella condizione di non disporre di spazio per un “normale” orto e nella frenesia della città, nemmeno del tempo e della costanza necessaria da dedicargli ogni giorno. Con il passare degli anni però i concetti di sostenibilità ed autoproduzione hanno riempito sempre più spazio nella mia vita, fino a guidarmi verso una formazione e varie esperienze di permacultura (1).

StOrti Urbani nasce dal desiderio di voler mostrare che anche in città, e anche se non si dispone di uno spazio coltivabile, è possibile auto-produrre del cibo e creare un ambiente equilibrato ed il più possibile sostenibile. Abbiamo deciso di mettere insieme la nostra esperienza in un ciclo di 4 incontri, volti ad avvicinare cittadini comuni alla permacultura e riconnettersi alla natura creando un piccolo orto urbano.

Che temi saranno affrontati durante gli incontri?
Durante questi incontri verranno fornite le conoscenze necessarie per progettare, costruire e gestire un piccolo orto, che il più possibile possa “prendersi cura di se stesso” e sia facilmente replicabile anche da chi abbia poca manualità ed esperienza.

Affronteremo temi generali come la permacultura e più specifici come i bisogni delle piante, la composizione del suolo, la gestione delle malattie ed il compostaggio. Ad ogni incontro metteremo in pratica quanto appreso e costruiremo soluzioni per il nostro spazio urbano: come un orto in contenitori che non hanno bisogno di essere annaffiatura, preparati naturali per la gestione delle malattie, una compostiera e dei germinatori.

Il nostro desiderio è che i partecipanti al termine degli incontri siano autonomi nel progettare il loro spazio, costruire attrezzature ed adattare le strategie e tecniche alle loro particolari condizioni e necessità.

A chi sono rivolti?
Questi incontri sono rivolti a chiunque abbia interesse nell’autoproduzione e che possa accedere ad un pezzetto di giardino, un balcone, un portico, o qualsiasi altro spazio proprio, del condominio o di amici.

Affronteremo tutte le tematiche dalle basi, adattandole al contesto urbano in modo che, sia chi non ha alcuna conoscenza precedente sull’argomento, sia chi sta muovendo i primi passi nel campo della permacultura, potrà imparare qualcosa di nuovo ed applicare quanto mostrato.

Chi guiderà gli incontri?
Gli incontri sono organizzati dall’associazione Ramificazioni di cui io, Matteo Mancini e Nicolò Tacconi, siamo i fondatori. Ramificazioni si occupa di progetti permaculturali in Umbria e Toscana e nella sua versione urbana è rappresentata da StOrti Urbani.

Ho mosso i primi passi in questo mondo nel 2014, con un corso di permacultura in Australia a cui sono seguite esperienze in progetti diversi tra Australia e Italia. Oltre alla permacultura mi sono formato in agricoltura organica rigenerativa, gestione delle acque, arboricoltura e market gardening.

Nicolò, è partito nel 2013 con un progetto di permacultura urbana a Roma, da allora si è occupato di sostenibilità a 360° ed ha avuto modo di realizzare progetti che spaziano dalla bio-edilizia, all’agricoltura, socialità ed energia. Ha partecipato a vari progetti permaculturali in giro per il mondo, imparando in climi ed ecosistemi diversi.

Insieme abbiamo sperimentato con i sistemi e le soluzioni che proponiamo nel corso, per un anno intero presso la comunità TribeWanted Monestevole in Umbria.

I partecipanti agli incontri apprenderanno nozioni di agricoltura organica, permacultura, smart agriculture. Puoi riassumerci le caratteristiche di questi approcci e spiegarci perché avete deciso di inserirli in questo percorso. Più in generale, perché sono importanti nella progettazione e gestione di un orto urbano?
Ogni spazio ha le proprie particolarità e per la sua realizzazione non si possono offrire dei pacchetti “pronti” di soluzioni e azioni da seguire. Solo attraverso un sistema come la permacultura, che ci offre un sistema di progettazione, possiamo veramente osservare, analizzare e progettare delle soluzioni adeguate ad esso, soluzioni che replichino il più possibile la natura così da ridurre al minimo il bisogno dell’intervento umano.

Per certe attività come l’irrigazione l’intervento umano è necessario ma attraverso i sistemi di “smart-agriculture” come i contenitori auto-irriganti, questa necessità è ridotta al minimo. Questi sistemi infatti permettono di non annaffiare il tuo orto per giorni e ridurre notevolmente il consumo di acqua. Attraverso questi sistemi le piante sono sempre meno dipendenti da noi, il che vuol dire che noi abbiamo anche più tempo per fare altro e non preoccuparci nell’orto o rischiare di abbandonarlo.

Negli ultimi tempi si sta assistendo sempre più ad un ritorno alla terra, soprattutto da parte dei giovani, e cresce nelle città il numero di orti urbani. A cosa attribuisci questo ritrovato interesse?
Penso che in questo momento di forte digitalizzazione ed industrializzazione, la nostra vita e il nostro rapporto con il cibo stia cambiando.

Penso che questi giovani siano sempre più consapevoli dei disastri ambientali, economici e sociali che questo mutamento stia portando e vogliano essere più indipendenti dalle dinamiche economiche, ri-connettersi con cosa è realmente importante e gioire delle piccole cose. Un orto in questo ci insegna l’arte di prendersi cura di qualcun altro, la pazienza, la speranza e il valore del lavoro fisico. Ci ripaga con bellezza, alimenti nutrienti, intrattenimento e quel profondo orgoglio nel portare sulla tavola qualcosa prodotto con le proprie mani.

Un orto urbano ti induce a lasciare fuori lo stress della giornata ed essere presente nel momento. In questo luogo, si abbandona l’illusione del controllo sulla natura e si cerca di collaborare con essa e comprenderne le esigenze.

In che città si svolgeranno gli incontri? Verranno poi replicati in altre parti d’Italia?
Per i nostri incontri miriamo a grandi città in cui a causa del loro caos, la separazione uomo natura è a nostro avviso sempre più forte, questa primavera inizieremo dalle due città di Firenze e Roma. Abbiamo in programma di riproporre il ciclo di incontri a settembre con una versione autunnale e magari coinvolgere altre città come Milano e Bologna.

1. La permacultura è un processo integrato di progettazione che dà come risultato un ambiente sostenibile, equilibrato ed estetico. Applicando i principi e le strategie estrapolate dall’osservazione della natura, si può essere in grado di provvedere ai bisogni locali rispettando gli equilibri dell’ambiente.

La pagina Facebook StOrti urbani
Alessandra Profilio
Italiachecambia.org