Duemila anni fa nascono contemporaneamente due nuove religioni, il Mitraismo (romano) e il Cristianesimo.
Le commistioni fra le due religioni, apparentemente completamente diverse, sono numerose e in questo breve articolo cercheremo di focalizzare le principali.
In verità il Mitraismo romano è nato forse intorno al quarto secolo a.C., mentre sappiamo che il Cristianesimo è nato certamente nel primo secolo dell’Era Volgare.
Il Mitraismo romano viene segnalato con probabile origine a Tarso in Cilicia (Plutarco, Vita Pompeii; M. Vermaseren, Mithra, the Sectret God) ma abbiamo riferimenti più antichi in Egitto nel IV secolo a.C..
L’antica religione persiana di Ahura Mazda e Ahriman. non ha quasi più nessuna corrispondenza con la mitraica romana. Mithra nell’antica religione era considerato il figlio di Ormuzd e nello Zoroastrismo messaggero di Ahura Mazda.
Nel mitraismo romano si invertono le posizioni. Mithra diventa il regolatore dell’universo al cui servizio vi è il Sole con cui stipula un Patto. Quale sia questo patto non è dato da sapere perché il mitraismo romano, essendo una religione iniziatica e misterica, al contrario del Mazdeismo non ha lasciato nessun testo scritto.
In verità Porfirio, nel De abstinentia, ci informa che 2 autori , Eubulo e Pallade, avevano raccolto in 15 libri la teurgia completa dei Misteri di Mithra, che purtroppo non ci è pervenuta in quanto forse soggetta alla capillare opera di distruzione di tutti i riferimenti pagani effettuata dalla nuova religione Universale vincente dopo Nicea.
Ci sono pervenute però alcune informazioni tramite i Padri della Chiesa, che, per qualche oscura ragione, si sono sentiti in dovere di difendere la loro religione dall’accusa di plagio.
La descrizione dei primi Cristiani di Frontone in Octavius di Marco Minucio Felice: “una razza di gente che ama nascondersi e rifugge la luce” si adatta perfettamente alle riunioni degli adepti mitraici i cui templi erano stanze sotterranee o senza finestre.
Sia le riunioni dei Cristiani che degli adepti di Mitra si risolvevano in agapi, banchetti di non meglio precisata ritualità, ma di cui abbiamo qualche indizio da Giustino (II sec.), Prima Apologia, LXVI,4:
“I malvagi demoni per imitazione dissero che tutto ciò (il rito dell’Eucaristia), avveniva nei misteri di Mithra. Infatti voi già sapete (Giustino si rivolge all’Imperatore Antonino Pio) o potete apprendere, come nei riti di iniziazione si introducano un pane ed una coppa d’acqua, mentre si pronunciano alcune formule“
e da Tertulliano (III-IV sec.), De Praescriptione Hereticorum, XL:
“E lui pure (il diavolo) imita nei misteri degli idoli i riti della divina fede; egli pure battezza chi professa fede in lui e si dice suo seguace; e promette pure lui che le loro colpe otterranno perdono da questo lavacro. Se ancor bene mi ricordo, anche Mitra segna i suoi seguaci, e imprime loro il suggello sulla fronte, di quella che sia la sua religione; anche l’offerta del pane è fra le cerimonie che si ricollegano a lui; ecco che nei suoi riti appare anche un’immagine della resurrezione, e ai caduti di spada offre la corona.“
quindi è colpa del diavolo se i riti cristiani e mitriaci si somigliano.
Indipendentemente da queste testimonianze numerosi altri elementi permettono di fare delle associazioni fra le due religioni (ad es. battesimo, cresima, agapi, conversioni di mitrei in chiese cristiane o presenza di mitrei nelle cripte di numerose chiese) ed esiste anche una iconografia altamente compromissoria.
Si pensi ad esempio alle chiavi di Pietro che corrispondono alle chiavi di Aion, il dio mitraico del tempo e delle Ere, o al Sol Invictus nelle grotte vaticane.
Ma l’iconografia della crocifissione è così platealmente simile all’iconografia della tauroctonia che è impossibile non vedere uno stretto collegamento fra cristianesimo e mitraismo.
Osserviamo queste due immagini associate; la prima si riferisce al mitreo di Marino del II secolo, mentre l’altra è una miniatura tratta del Vangelo di Rabbula o Vangelo Siriaco, un manoscritto su pergamena del 586 conservato nella Biblioteca Laurenziana di Firenze.
Il primo elemento che ci viene da osservare è la presenza del sole e della luna in entrambe, tema che si trova ripetuto in numerose altre opere d’arte cristiane. Nell’affresco di Mitra compaiono lateralmente due personaggi, scambiati qualche volta per pastori, ma nascondono invece uno dei fondamenti del mito. Si tratta di due dadofori, quello a sinistra, in corrispondenza del sole, ha la torcia accesa; quello di destra, in corrispondenza della luna, ha la torcia spenta. I loro nomi sono Cautes e Cautopates ed è facile capire, in prima approssimazione, che corrispondono al giorno e alla notte, alla luce e alle tenebre.
Questa semplice osservazione si presta ad una analisi più ampia, con riferimenti ad altre religioni, in quanto la dicotomia luce-tenebre la ritroviamo in Mesopotamia, in Egitto e anche in Giudea presso gli Esseni.
La luce e le tenebre, in queste religioni, sono associate al bene e al male.
I due dadofori mitraici nel Mazdeismo (da cui il Mitraismo deriva) corrispondono ad Ahura Mazda (bene) e Ahriman (male). Cautes e Cautopates, bene e male, trovano corrispondenza nel disegno evangelico in Disma-Tito e Gesta-Dimaco, il buono e il cattivo ladrone.
Mitra è rappresentato nell’atto di uccidere un toro bianco, e mentre il toro muore la sua coda si trasforma in una spiga di grano a simboleggiare che da questo sacrificio il dio dona all’uomo la prosperità. Ma questa uccisione non è mai avvenuta in nessun mitreo, era solo un’allegoria. Infatti se osserviamo bene il dipinto si vedono un serpente ed un cane che bevono dalle ferite del toro, uno scorpione gli attanaglia i testicoli e un corvo è interposto fra il Sole e Mitra. Questi animali sono proprio quelli che danno nome alle costellazioni che si trovavano, e si trovano, all’equatore celeste nei pressi della costellazione del Toro.
Nel lontano passato, esattamente dal 4540 a.C. al 1870 a.C., durante l’equinozio di primavera il sole era in questa costellazione (Era del Toro) e come ci dice Charles Francois Dupuis illustrando il frontespizio della sua opera Origine de tous les Cultes, ou la Réligion Universelle: “Il Padre della Luce lancia i suoi raggi attraverso i due segni dello Zodiaco, da cui sono state prese in prestito le forme in tutti i culti: Toro e Ariete. … La precessione degli equinozi fece corrispondere successivamente il Sole a vari segni dello Zodiaco, all’epoca dell’Equinozio di Primavera. Sono circa quattromila anni che il Sole apriva l’anno astronomico, posto nel Toro“.
Ipparco di Nicea con le sue osservazioni astronomiche nel II sec. a.C. fu il primo a codificare scientificamente la precessione degli equinozi e la scoperta di Ipparco influenzò certamente la rinascita del culto e l’introduzione in esso della precessione. Questo culto trovò il suo massimo fulgore fra la fine del primo secolo e il IV secolo dopo Cristo e si espanse per tutta l’Europa.
Le tauroctonie mitraiche rappresentano in modo allegorico questo fenomeno: Mitra uccide il Toro per far posto alla nuova Era dell’Ariete.
E questa azione è ugualmente rappresentata nell’iconografia della crocifissione.
Gesù viene trafitto dalla lancia di Longino come Mitra uccide il Toro, in quando Gesù è il Messia della nuova Era dei Pesci in sostituzione dell’Era dell’Ariete (considerando le ere gnostiche tutte uguali in durata si va dal 2160 a.C. al 2160 d.C.). Mosè rappresenta il transito dal Toro all’Ariete mentre Gesù rappresenta la fine dell’Ariete e viene sacrificato (Agnus Dei, agnello sacrificale) e l’inizio dei Pesci.
Ci dice ancora Dupuis: “All’Equinozio di Primavera, la Natura si sveglia dal torpore, in cui è stata precipitata durante l’inverno dall’elongazione dal sole. Questo fenomeno fisico destò l’attenzione di tutti gli uomini, ed essi vi legarono l’espressione della loro gratitudine per l’Astro benevolo, che sembrava ritornare a rischiararli di nuova luce”.
Anche prima che fosse scoperta la precessione degli equinozi, l’Equinozio di Primavera era un fenomeno importante per tutte le religioni antiche e specialmente per quella ebraica. Per gli Ebrei la Pasqua cade sempre il 14 Nisan, il quattordicesimo giorno del ciclo lunare, il giorno di luna piena dopo l’equinozio di primavera. E la Pasqua coincide anche con il giorno del sacrificio di Gesù perché ha l’antico retaggio di un sacrale significato.
© 2011 Pier Tulip
Questo articolo è una elaborazione
estratta dal libro
KRST di Pier Tulip
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Pier Tulip si è laureato in Fisica a Napoli e ha insegnato questa materia nelle scuole superiori. Da diverso tempo si occupa di ricerche su argomenti di tipo esoterico. Dopo aver pubblicato il libro RUM MOLH, una biografia romanzata del Principe napoletano alchimista e massone Raimondo de’ Sangro, ha rivolto la sua attenzione alla genesi del Cristianesimo, con il libro KRST, perché risultati ottenuti nella precedente ricerca indicavano una possibile commistione del cristianesimo con la religione egizia. Per contattare Pier Tulip: pier.tulip@gmail.com