Lo studioso brasiliano, Átila Soares, ha individuato un legame tra Michelangelo e la Sacra Sindone

Átila Soares - Sacra Sindone
Il volto della Sacra Sindone e il volto di Cristo nel dipinto di un seguace di Michelangelo. La perfetta corrispondenza dei lineamenti del volto e della linea della scollatura è impressionante: da un disegno originale del maestro si avrebbe la chiave della rivelazione. (IMMAGINE: Átila Soares / Albertina)

L’esperto ricercatore brasiliano, Átila Soares da Costa Filho, ha pubblicato questa settimana sulla stampa brasiliana uno studio sulle implicazioni della Sindone nell’opera di Michelangelo. L’artista di Sondrio è stata la chiave.

In un articolo pubblicato, lo studioso ha rivelato sei indizi che confermerebbero un molto probabile legame tra, secondo lui, “il più grande artista sacro della storia e la più grande delle reliquie sacre”.

In uno di questi indizi, Átila Soares rivela una sorprendente somiglianza tra il volto di Cristo ritratto in un dipinto basato su disegno di Michelangelo e il volto della Sacra Sindone. Il dipinto, Orazione nell’orto del Getsemani, proviene da un noto discepolo di Michelangelo, Marcello Venusti; mentre l’Orazione nell’orto degli ulivi è un disegno originale di Michelangelo, oggi in cattivo stato di conservazione (Firenze, Uffizi). L’altissima corrispondenza, secondo Soares, è confermata anche da altre versioni realizzate dal Venusti – pittore nato a Mazzo di Valtellina (Sondrio) nel 1512.

Secondo lo studioso di Rio de Janeiro, “essendo un appassionato di immagini contorsioniste, dinamiche e vibranti, era piuttosto insolito che l’artista scegliesse di rappresentare un volto statico, in uno stato assolutamente frontale, protocollare”. Egli richiama inoltre l’attenzione su quanto fosse raro nell’arte rinascimentale presentare Cristo in preghiera con gli occhi chiusi – proprio come nella Sindone – nell’episodio dell’agonia nel Getsemani: “Un progetto consapevolmente ispirato al volto sindonico sembra avere senso e spiegherebbe tale scelta”, conclude l’autore della scoperta.

Nel 2021, il professore Átila Soares aveva già individuato il corpo dell'”uomo della Sindone” nel “Cristo di Lecco”, un disegno a sanguigna del XVI secolo fortemente attribuibile a Leonardo da Vinci. Di proprietà privata, questo disegno su carta, di dimensioni 24×16,8 cm con uno spessore di 00,2 cm, ritrae un uomo con capelli e barba lunghi – una figura molto simile a quella di Gesù Cristo. Celato tra i capelli, il ricercatore ha trovato la figura di un uomo nudo, nella stessa e identica posizione di quello presente sulla Sindone – in vista laterale. La figura è visibile solo a testa in giù.

Tradotto da Valéria Vicentini


Átila Soares da Costa Filho è insegnante, ricercatore, scrittore, esperto e valutatore di opere d’arte. Ha una laurea in Disegno Industriale conseguita presso la Pontifícia Universidade Católica di Rio de Janeiro e diversi titoli di specializzazione post laurea in Storia, Filosofia, Chiesa Medievale, Storia dell’Arte, Antropologia, Sociologia, Archeologia e Beni Culturali. È, inoltre, collaboratore nella rivista Humanitas (Ed.Escala, São Paulo) e nei siti web Italia Medievale (Milano) e Nova Acrópole (Lisbona). Fa parte del comitato scientifico della Mona Lisa Foundation (Zurigo), della Fondazione Leonardo da Vinci (Milano) e del progetto L’Invisibile nell’Arte – Comitato Nazionale per la Valorizzazione dei Beni Storici, Culturali e Ambientali (a cura dello storico Silvano Vinceti, Roma). È autore di quattro libri: “La Giovane Gioconda e altre domande intriganti sulla Storia dell’Arte” (2013); “Leonardo da Vinci’s Earlier Mona Lisa” (co-autore, 2016), a cura dello storico dell’arte, Stanley Feldman; “Leonardo e la Sindone e altre domande curiose sull’Arte e la Storia” (2016); e “Leonardo Da Vinci Mona Lisa: New Perspectives” (co-autore, 2019), a cura del Prof. Jean-Pierre Isbouts.
(Átila Soares da Costa Filho – professoratilasoares.weebly.comasoarescf2@gmail.com)