Tra le spire d’un sorprendente serpente solare

Il “serpente” di plasma osservato dall’Extreme Ultraviolet Imager (Eui) a bordo di Solar Orbiter il 5 settembre 2022. Crediti: Esa & Nasa/Solar Orbiter/Eui Team; acknowledgement: Frédéric Auchère, Ias

La sonda Esa/Nasa Solar Orbiter ha individuato un tubo di plasma più freddo rispetto alla materia circostante, che serpeggia attraverso il campo magnetico del Sole. L’osservazione rappresenta una nuova, intrigante aggiunta allo zoo di strutture solari rivelate dalla missione: questo “serpente” era infatti il precursore di un’eruzione molto più potente.

Il 5 settembre 2022, mentre la sonda spaziale Solar Orbiter si stava avvicinando al Sole in vista del perielio dello scorso 12 ottobre, ha osservato una strana struttura sulla nostra stella: un “tubo” di plasma freddo, sospeso da campi magnetici nel plasma circostante, più caldo, che compone l’atmosfera solare.

Le osservazioni realizzate dall’Extreme Ultraviolet Imager, uno dei dieci strumenti a bordo della missione Esa/Nasa progettata per scattare le immagini più ravvicinate della superficie solare e combinarle con le misure di particelle e campi magnetici effettuate in prossimità della sonda, mostrano il curioso “serpente” snodarsi lungo un filamento particolarmente esteso del contorto campo magnetico che si sviluppa da un lato all’altro del Sole. Viaggiando a circa 170 chilometri al secondo, la struttura tubolare di rettiliana memoria ha impiegato circa tre ore per completare il viaggio, immortalato in un iconico timelapse a partire dalle osservazioni.

Gli scienziati ipotizzano che questo serpeggiante cilindro di plasma possa esser stato il precursore di un’espulsione coronale di massa – un’eruzione solare che ha riversato tonnellate di plasma nello spazio. Il percorso del serpente ha avuto inizio proprio da una regione solare attiva che in seguito è esplosa: un evento catturato da numerosi strumenti a bordo di Solar Orbiter, tra cui l’Energetic Particle Detector, che in questa occasione ha registrato uno dei picchi di particelle energetiche più intensi rilevati finora. Durante la sua propagazione, il plasma di questa eruzione ha incontrato anche un’altra sonda spaziale, Parker Solar Probe della Nasa, i cui strumenti ne hanno misurato le proprietà.

Claudia Mignone

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