Le dimensioni di sole, luna e pianeti

Voglio qui discutere un’altra obiezione che da un po’ di  tempo è stata mossa contro la mia teoria e che ha relazione con le dimensioni dei corpi celesti. Ho spesso descritto i pianeti come orbitanti su una traiettoria conica più o meno vicina al cono del sole. L’obiezione è che i pianeti in orbita così vicini l’uno all’altro dovrebbero proiettare un’ombra l’uno sull’altro.

Questo punto, per esempio, dovrebbe essere chiaramente evidente quando si considerano Giove e Saturno. I loro coni sono abbastanza vicini e si potrebbe pensare che, per le loro notevoli dimensioni, è impossibile che si muovano su traiettorie così vicine senza mai toccarsi o senza occultarsi a vicenda alla vista di un osservatore a Terra.

Ci chiediamo quindi se i pianeti hanno dimensioni così grandi che la loro ombra potrebbe nascondere il pianeta che si trova dietro? Come possiamo calcolare queste dimensioni? Iniziamo a calcolare il diametro del sole. Visto dalla Terra, il Sole copre un angolo di 0,5 gradi. Supponiamo di guardare il sole da una distanza di 7000 km che sembra essere una buona media per la latitudine dell’Europa.

Guardando l’immagine sotto, è possibile calcolare il diametro del sole utilizzando un po’ di trigonometria. Le dimensioni del luminare maggiore risulterebbero di d = 61 km come si può evincere dal calcolo che segue:

dimensioni

Quando penso ai numeri usati finora in relazione al sole, il numero 6 attira immediatamente l’attenzione. Ricordate che il numero n indicante la posizione del sole in un sistema geocentrico è pari a 6?

dimensioniQuando pensiamo ai numeri considerati fino ad ora e alla descrizione frattale della realtà, arriviamo a supporre che il diametro del sole sia forse di 66,6 km. Per la luna, che copre anche un angolo di 0,5 °, il diametro potrebbe essere di 66,4 km. Ricordiamo infatti la costante della luna: 369 x 9 x 2 = 6642.

Giove invece copre un angolo di 40″ di grado, che significa un diametro (per una distanza di 7000 km) di 1,35 km.  C’è da rimanere davvero colpiti da questi risultati, così diversi da quanto ci hanno insegnato.

Capiamo che davvero i pianeti sono piccoli, così piccoli che non potremmo vederli se non fosse per la loro luminosità. Così come abbiamo capito che la luce della luna è fotoluminescenza attivata dal sole, la stessa cosa possiamo dire per i pianeti. Sappiamo infatti che venere è caratterizzata da delle fasi, che evidenziano un’attivazione della luminosità da parte delle radiazioni ultraviolette del sole. Si veda a questo proposito l’articolo “La fotoluminescenza della luna“.

Avendo capito che le dimensioni dei pianeti sono inferiori ai 2 chilometri ci chiediamo come possa un pianeta di così piccole dimensioni proiettare un’ombra su un altro pianeta a centinaia di chilometri di distanza.

E’ chiaro che i pianeti, pur trovandosi su traiettorie incredibilmente più vicine di quelle che ha voluto descriverci la scienza, hanno dimensioni così piccole da non consentire interferenza di alcun tipo tra loro.

Il nostro modello di Terra piatta, fino ad ora, sembra resistere bene. Le nostre analisi future confermeranno sempre di più che, quanto visto fino ad ora, regge alle più disparate obiezioni.


Michele Vassallo è un ingegnere meccanico. Nel 2015, quando scoprì il movimento emergente degli American Flat Earthers, si sentì stupito e affascinato. Presto si rese conto che la Terra non poteva essere un globo. Nonostante il fatto che gli argomenti venuti alla ribalta fossero e siano ancora incompleti e contengano molti errori, il concetto generale di una terra piatta sembra assolutamente degno di indagine.

Tra le sue migliori scoperte c’è la reintroduzione dell’etere nella fisica della terra piatta e una nuova visione della natura della luce.

E’ coautore del libro “The real measures of the (flat) Earth” edito da Aracne editore e del blog “rifugiatidipella.com“. Dal 2019 produce materiale video inerente la Terra piatta sul suo canale Youtube “earthmeasured”.