Incontri o Il segno di un disegno

Hai incontrato gli altri o una parte di te stesso, ignota, amata, aborrita?

Che cosa ci dà l'opportunità di incontrare certe persone? Questi incontri, spesso fugaci, ma dagli effetti, in genere, durevoli, sono casuali? Esiste il caso o è solo “una maschera sul volto del destino”, come lo definisce Isaac Singer? A volte sembra che qualche incontro sia il segno, per quanto enigmatico, di un disegno. Non importa se da questi incontri poi derivino delle salde amicizie o se siano solo occasioni per condividere un'emozione, un ideale, un sogno, anche solo per pochi istanti. Gli spiriti affini si cercano: sono sintonizzati oltre i confini spazio-temporali, spesso illusori. Per loro è difficile incontrarsi, perché le loro comunicazioni si perdono come segnali nel “vuoto”. E', infatti, esiguo il numero delle persone i cui pensieri si librano al di sopra della dimensione della banalità: tra spazi siderei chi potrà captarli?

La volgarità e l'ignoranza sono strati impenetrabili e spessi: ha senso rivolgersi a coloro che sono sprofondati nella più laida materialità? No, non mi riferisco agli uomini semplici ed indotti tra le quali non di rado ancora alberga il buon senso e la capacità di osservare, poiché il filo che li lega alla vita ed alla natura non è stato reciso. No, penso a quelle persone che possono esibire lauree e che hanno scalato, uno dopo l'altro i gradini, della carriera. Compassate e sussiegose guardano i “cercatori” come fossero degli alieni, con un misto di sufficienza e di compassione.

E' solitario il cammino verso le stelle, mentre avvertiamo tra le parole pronunciate a fior di labbra ed i silenzi imbarazzati, il disdegno dei “normali”. A volte ci si sente umiliati, sbeffeggiati, ma né lo scherno né la condanna dei benpensanti ci spingeranno a recedere dai nostri propositi e non solo poiché si segue una legge interiore, ma anche perché un giorno incontriamo quegli spiriti eletti che ci ripagano delle calunnie, degli attacchi, delle incomprensioni.

Nei mesi scorsi, dopo aver conosciuto nei vari siti della Rete, gentucola tanto arrogante quanto inutile, ho deciso di mandare un messaggio a F. L., studioso schivo e profondissimo, con il quale mi sento a volte in sintonia. Come chi scrive, non di rado L. ha dedicato articoli alla tirannide dell’ideologia scientifica nella società contemporanea e, tra i vari argomenti, è particolarmente interessato a quello della morte e di un’eventuale vita ultraterrena. D’altronde è questo il perno attorno al quale ruota la nostra esistenza ed è il pensiero dominante di chi avverte la caducità di ogni bene terreno e l’inconsistenza, l’inautenticità della “chiacchiera” di heideggeriana memoria.

L., però, è solo un esempio: è degno di nota il numero delle persone in cui mi sono imbattuto in questi anni, tra lettori e scrittori, la cui sensibilità ed intelligenza lascia piacevolmente sorpresi in quest’era di idiozia, corruzione e superficialità universale. Sono persone di ogni età ed estrazione sociale, con cui si è creata un’amicizia basata su una comunanza spirituale, pur nella diversità delle opinioni e degli orientamenti. Certo, non sono persone ordinarie, anzi, sono considerate fuori dagli schemi, eccentriche ed anche strane, ma sono uomini cui non interessa la rispettabilità borghese, dei borghesi crassi e grassi, rispettabilità spesso confusa con la reputazione che si acquisisce e si preserva con la fedeltà ai propri valori, ai propri ideali, incuranti del giudizio altrui che proviene solo da invidia, meschinità ed ipocrisia.

Alla fine si scopre che la strada verso le stelle è solitaria ed impervia, ma lungo questa strada talvolta s’incontra qualcuno con cui percorrere almeno un tratto del percorso.

di zret
fonte : http://zret.blogspot.com/2007/10/incontri-o-il-segno-di-un-disegno.html

Grazie zret, dedico le tue parole che “vibrano” con una forza magnetica a tutti coloro che adesso stanno “vibrando” con noi. Grazie Iniziato