Italia: bambini incompresi e sedati con psicofarmaci per non “disturbare” la quiete cieca dei genitori.


20 gennaio 2010

L’infanzia non compresa, mal interpretata e mal sopportata sia da genitori che medici, è quella che finisce verso la deriva ‘farmacologica’. Una sorta di ‘medicalizzazione’ degli atteggiamenti tipici dei bambini sta prendendo piede in Italia in modo preoccupante, in virtù di un folto schema di catalogazione di fantomatici ‘disturbi del comportamento’, che giustificherebbe l’uso sempre più massiccio di psicofarmaci per i minori. Questa la denuncia arrivata di recente a Roma dalla vicepresidente del Parlamento europeo, Roberta Angelilli, con la presentazione di un dossier tematico.

“Il fenomeno è in aumento e fuori controllo per una mala informazione dei genitori, sempre più stressati e incapaci di sostenere la vivacità dei figli, a cui qualche medico offre solidale sostegno in tal senso”, ha dichiarato la Angelilli, che ha sottolineato come fra l’altro i dati sulle patologie psichiche legate all’infanzia “siano nel nostro Paese disomogenei, di difficile reperimento e catalogazione, dunque non completamente attendibili”.

Secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità, sottolinea il dossier, i disturbi del comportamento infantile nel mondo sono in aumento: in Europa i bambini che ne soffrono sono tra il 10-20%, mentre in Italia quelli che assumono psicofarmaci sono tra i 30mila e i 60mila, a fronte di circa 70mila che sarebbero curati per la famigerata ADHD (sindrome dell’iperattività), sulla quale peraltro, ha precisato la vicepresidente del parlamento UE, “non vi è nessuna certezza, nella comunità scientifica, che sia una vera e propria malattia”. A tal proposito, l’Agenzia Europea per i Medicinali (EMEA) segnala come solo nel 30% dei casi diagnosticati si tratti realmente di ADHD, “in un contesto in cui – sottolinea il dossier – spesso i sintomi vengono confusi con semplici atteggiamenti caratteriali”.

D’accordo con la Angelilli si è detto lo psichiatra Vincenzo Mastronardi, presidente dell’Osservatorio sui Comportamenti e la Devianza dell’Università La Sapienza di Roma: “Non tutti i disagi comportamentali possono essere ricondotti ad una patologia – ha spiegato -. Eccessiva vivacità o introversione, sono al contrario derivanti da somatizzazioni relative a disfunzioni da rintracciarsi in famiglia (problemi di coppia o di uno dei genitori), risolvibili piuttosto con un sostegno psicologico o pedagogico-educativo”.

Molti dei sintomi legati alla sindrome sarebbero infatti riconducibili, secondo la valutazione del professore de La Sapienza, “a comportamenti molto comuni fra i bambini, quali problemi scolastici e di apprendimento, disturbi opposizionali, le cui cause vanno ricercate in famiglia non certo in problemi di natura fisiologica. Spesso il sovraccarico di problemi del quotidiano, come quelli economici o di coppia, fanno scegliere ai genitori la scorciatoia del farmaco ’sedativo’, che però danneggia la salute del bambino oltre che il rapportdo educativo”.

Le disfunzioni familiari, nello specifico provocate da iperprotettività o al contrario, ‘castrazione affettiva’ di padri e madri, sono spesso, secondo Mastronardi, la vera causa di innesco dei disturbi comportamentali dei figli “in grado di assorbire qualsiasi malessere della famiglia, che certamente non va accusata ma aiutata e sostenuta concretamente”.

Il dibattito sul tema, ormai da anni in campo nel nostro Paese, fu scatenato dalla segnalazione dei primi casi della fantomatica Sindrome da iperattività (ADHD), ipotetica malattia che negli Stati Uniti ha trovato un massiccio uso e abuso terapeutico del Ritalin, farmaco ammesso alla vendita qualche anno fa anche in Italia fra feroci polemiche e additato con preoccupazione dai medici più cauti, “poiché facente parte fino a ieri del gruppo degli stupefacenti, essendo di fatto un’anfetamina”, ha sottolineato Mastronardi aggiungendo che “il Ritalin non è purtroppo l’unico prodotto dal quale guardarsi. In vendita ce ne sono moltissimi, peraltro non calibrati ad uso prettamente pediatrico”.

A destare allarme non solo una malacultura dell’educazione dei minori, ma anche e soprattutto i gravi effetti collaterali provocati da questi farmaci sui più piccoli, fra i quali si citano danni epatici, rischi cardiaci, disturbi sessuali, tic nervosi e convulsioni.

Fonte: http://www.unblogindue.it/?p=7135