Sacro e Scienza come filiazione del cristianesimo – Umberto Galimberti

Sacro e Scienza

Si separa il Bene e il Male e si compie un’azione razionale. Dire che il Male e il Bene non abitano lo stesso scenario è sottrarre la il Sacro dalla vita, è entrare nell’ambito della Ragione. Noi abbiamo perso la dimensione del Sacro. Senonché il Sacro ci abita nella forma della follia e della confusione dei codici (vedi Foucault), e mentre le religioni sacrali che dicevano che Dio è l’una e l’altra cosa avevano riti, comportamenti, comandamenti, precetti, tabù, totem, regole per contenere questa area del Sacro e perché la nostra follia trovasse un luogo collettivo in cui potersi esprimere, con l’avvento del Cristianesimo tutto questo scompare. La nostra follia, quella che ci abita è ben più potente delle regole della ragione

La dimensione del Dio come immagine di Bontà è del tutto cristiana, nelle religioni monoteiste non esiste questa definizione di Bene e Male, Dio non viene relegato nel bene, Allah è imperscrutabile e il suo volere è assoluto. Anche ciò che per l’uomo è il “male” viene iscritto nello scenario di Dio. E lo stesso dicasi del Dio biblico, per cui quelli che hanno letto la Bibbia sanno quanta cattiveria e quanta ferocia questo Dio riuscisse ad esprimere. Il cristianesimo poi compie un’altra operazione che riduce  l’area del Sacro e la rende irriconoscibile; questa è l’incarnazione. La religione cristiana è l’unica religione dove Dio diventa uomo. Ciò comporta gradatamente il fatto che l’uomo “diventa Dio”, nel senso che sparisce la trascendenza e i poteri del Dio fatto uomo vengono assorbiti dall’uomo stesso.

La guerra tra scienza e religione la considero un’increspatura di superficie: la scienza è rigorosamente religiosa, nasce da cascate teologiche potenti, è la realizzazione della redenzione – Bacone: la scienza come opera di redenzione.

L’Uroboro, antico simbolo dell’eterno ritorno. Crediti: Wikipedia

Nello scenario cristiano si inaugura una temporalità del tutto nuova, che ci ospita tutt’ora, una temporalità in cui la salvezza è proiettata in un futuro lontano. I greci non conoscevano il tempo escatologico, essendo la loro una cultura del limite. Gli uomini erano chiamati mortali, e quando Paolo di Tarso va all’Areopago – cap XIV degli atti degli apostoli -a raccontare che dopo la resurrezione di Cristo anche i cristiani risorgeranno, gli ateniesi diranno “beh questa storia ce la vieni a raccontare un’altra volta”, perché per il greco è assolutamente inconcepibile l’oltrepassamento della morte, perché per il greco l’uomo non è assolutamente al vertice del Creato (a differenza della religione cristiana).

Non è un caso dunque che la scienza e la tecnica si siano sviluppati in Occidente, perché l’Occidente è rigorosamente cristiano. Tutto l’Occidente pensa in maniera cristiana. Il Sacro essendo stato estirpato, dimenticato. Ecco perché quando esso si ripresenta, come dice Freud, dobbiamo sempre temere il ritorno del rimosso.

Adamo ed Eva commettono il peccato originale (dettaglio della facciata del duomo di Orvieto). Crediti: Wikipedia

La configurazione temporale del Cristianesimo prevede un passato come negativo (il Male, il Peccato Originale), il presente come Redenzione, e il futuro come Salvezza. Una visione del futuro positiva, di un futuro non prossimo ma lontano, un futuro dell’Ultimo Giorno, a differenza, per es., del tempo ciclico dei greci (inverno, autunno, estate, primavera). Quando il tempo è fornito di senso, esso diventa storia. Il Cristianesimo ha attribuito alla storia il senso della Salvezza.

Difficilmente un indiano d’America o un indiano che contempla il Gange si chiede qualcosa sul senso della vita. Certamente i greci non se lo sono mai chiesto, perché non hanno mai pensato che la vita avesse un senso. I greci avevano il senso della misura perché non credevano nell’immortalità. I cristiani invece sono smisurati perchè hanno desideri infiniti e non credono mai di morire. Anche la scienza ha una configurazione temporale simile a quella del Cristianesimo. Il passato è ignoranza, il presente è ricerca, e il futuro è progresso. Più cristiani di così…non si può. Ma anche Marx è un grande cristiano, perché pensa al passato come ingiustizia, al presente come rivoluzione e al futuro come giustizia sulla Terra.

Anche Freud è un grande cristiano: il male è l’infanzia con i suoi traumi, il presente è l’analisi e il futuro è la guarigioneTutto è Cristiano in Occidente. Se “Dio è morto” vuol dire che un tempo era vivo. E quando è stato vivo Dio? Dio è vivo quando “fa Mondi, quando li Crea”. Il Cristianesimo e l’Occidente si sono così intrisi che occorre porsi una domanda: morirà il Cristianesimo con la fine dell’Occidente? (o viceversa).

Il Cristianesimo ha costruito una teologia che non ha niente a che fare col suo atto fondativo che è il Vangelo. Ha costruito una teologia sulla base della filosofia di Platone e di Aristotele. La conseguenza è l’eterna e inutile discussione tra Fede e Ragione, ovvero attorno a problemi che non “riguardano Gesù Cristo” ed estromettono la sacralità. La Fede parla degli “invisibilia”, di ciò che non si vede e dunque non si sa. Per cui è assurdo che la fede cerchi supporti nella ragione. Tutte le religioni monoteiste sono tutte religioni fondamentaliste, e dunque la Scienza, come espressione del cristianesimo al suo livello più estremo.

Le religioni sono un argine al Sacro, e dunque sono grondanti di sacre violenze, di sessualità selvagge, di follia collettiva.

Ecco perché tutte le guerre di religione sono le più bestiali, perché coinvolgono l’antropologia di ciascuno di noi e mettono in gioco l’identità delle culture. Dio sta altrove, il Sacro sta altrove. Altrove che non si ritrova più nelle religioni storiche. Senza le ritualità di passaggio, il conforto della collettività, diventa impossibile reggere l’impatto col Sacro, con la morte. Ecco perché i giovani sono immersi oggi in un immane e sciocco presente.

Chiesa voleva dire Comunità, ovvero argine, diga contro il Sacro. Il Sacro non ha un linguaggio, una alfabetizzazione. Non lo si “capisce”, non lo si “intende”: lo si sente, lo si prova. Dal Sacro occorre essere custoditi. Religione vuol dire relegare, contenere l’aria del Sacro. Leggi, comandamenti, precetti, regole hanno rappresentato la più potente forma di psicoterapia del passato. La follia aveva un tempo, nel Sacro la sua rappresentazione e nella religione il suo contenimento, il sacerdote e il Pontefice (ponte) con un piede di qua e uno di là a mediare fra i due scenari.

La laicizzazione, conseguenza del fatto che Dio si è fatto Uomo, ha sovradeterminato la scomparsa di tutte queste configurazioni, abbandonando l’individuo alla follia come stato soggettivo. Il 55% degli Italiani usano psicofarmaci[..]


Trascrizione della lezione di Umberto Galimberti a cura di Francesco Cusa che ringraziamo per averci concesso la pubblicazione.