UFOLOGIA SEGRETA

Il Giornale Online
Nel 1989 due ufologi americani, giocherellando con il computer, riuscivano casualmente ad avere accesso alla banca dati computerizzata del NORAD, il servizio aereo difensivo statunitense. Davanti ai loro occhi, centinaia di informazioni
riservate. Si trattava di ben settemila avvistamenti di oggetti sconosciuti nei cieli americani, negli ultimi quarant'anni.

La notizia era troppo grossa per non essere divulgata e trapelò. Immediatamente il comitato Just Cause , un gruppo ufologico che si batte per la diffusione dei documenti segreti, invocò la legge sulla libertà d'informazione (FOIA) e ottenne dal NORAD
alcune informazioni. Su settemila segnalazioni, ne vennero rilasciate solo poche centinaia, giusto 5 fogli di tabulato in codice, incomprensibili. Alcuni avvistamenti erano stati poi vistosamente censurati con il pennarello nero, poiché coinvolgevano apparizioni su zone militari. Dinnanzi alle proteste del Just Cause, Il NORAD oppose la solita segretezza per “motivi di sicurezza”.

Dopo i primi UFO-avvistamenti, nel 1947, la stampa e la popolazione avevano iniziato a domandarsi, allarmate, quale fosse la reale natura dei dischi volanti. I servizi segreti americani, temendo potesse trattarsi di armi segrete russe, iniziarono una serie di indagini nascoste. Il 30 dicembre 1947 nasceva una commissione investigativa, battezzata “Project Sign”, che intendeva appurare la provenienza dei dischi e l'eventuale pericolosità. Fu subito chiaro che le manovre degli UFO potevano aprire nuovi orizzonti bellici, pertanto, nel timore di suscitare il panico nella popolazione, con la “conseguente perdita di autorità e credibilità nelle istituzioni governative”, la CIA vietò la pubblicazione delle testimonianze militari e dei dati integrali raccolti sugli avvistamenti, giunti in poco tempo a oltre 150.000 nella sola America. Sebbene molti casi erano facilmente spiegabili, fu comunque chiaro che gli UFO rappresentavano qualcosa di anomalo.

E non erano di matrice sovietica, anche perché dall'altra parte del muro i giornali di partito avrebbero liquidato la questione in termini psicologici, rileggendo gli avvistamenti come frutto di allucinazioni causate dal “decadente impero capitalistico”. Ma dietro le formule e i paroloni, da ambo le parti, si celava la paura verso un fenomeno che, per quanto occultato, balzava ogni giorno lampante e presente, agli occhi di tutti. In particolare dopo la morte del comandante Thomas Mantell, il cui aereo era esploso in volo mentre inseguiva un UFO.

Nel 1949 i servizi segreti organizzarono un nuovo staff di studio, la commissione Grudge, per l'analisi settoriale degli avvistamenti. Ogni caso veniva attentamente sezionato e catalogato, almeno apparentemente , non essendovi ancora degli esperti in materia ma solo degli scienziati che per la prima volta si imbattevano in un fenomeno di cui non sapevano assolutamente nulla. Occorreva cambiare tattica. Nasceva così la commissione Condon, nel 1966, su pressione dell'Air Force, con il palese intento di censurare le notizie ufologiche e gettare il massimo discredito sui testimoni (debunking), sovente facendo circolare appositamente notizie fasulle e mirabolanti. Allo stesso tempo, se la popolazione non andava allarmata andava però educata a un possibile contatto alieno.

Fu pertanto attivate la funzione di training consistente nell'insinuare nella mente dei terrestri l'idea di altre civiltà in maniera non traumatica, con il proliferare di film di fantascienza e fumetti sull'argomento. Attualmente, sebbene ben 12 Stati, tra cui
Belgio, Inghilterra e Francia abbiano ormai ammesso pubblicamente l'esistenza degli UFO, la tattica americana del discredito ha fatto scuola e viene tutt'ora utilizzata in molti paesi. Facciamo un esempio. 1950. Aztec, in Arizona. Un disco volante
viene inseguito dalla contraerea americana e colpito. Nel cadere l'UFO scarica una serie di ovetti all'interno dei quali vengono trovati degli extraterrestri. Uno di questi, un nanerottolo di neanche un metro avvolto in una aderentissima tuta argentea, viene catturato da due agenti segreti e custodito nella fantomatica stanza 36 del Pentagono, assieme ai rottami del disco.

La notizia viene pubblicata sul Talk of the Times, che correda il servizio con due foto: nella prima si vede l'UFO colpito, nella seconda due agenti che trascinano via una creaturina, sotto gli occhi spaventate di due donne. Recentemente, l'analisi della foto ha dimostrato che il documento è un falso. I due agenti sono in realtà due uomini in trench che spingono una carrozzina.

Quest'ultima è stata debitamente cancellata e al suo posto è attaccata la figura ridotta di un trapezista, opportunamente ritoccata. Il falso scoop faceva in realtà parte di uno scherzo messo in atto da un giornale tedesco il 1 aprile del 1950. Il “pesce d'aprile” era poi giunto in America e i servizi segreti, astutamente, dinanzi alle proteste degli ufologi che chiedevano documentazione, avevano deliberatamente fornito delle prove false per generare confusione. Stesso discorso per il mostro della Georgia, pubblicato sulla rivista canadese Minuit.

Primi di agosto del 1969. Una luce misteriosa saetta velocemente ne cieli americani e si dirige verso la terra. Poi, uno scoppio improvviso. Alcuni contadini accorrono e trovano sul posto i resti di una misteriosa macchina volante. Accanto alle lamiere contorte e annerite, uno strano umanoide, completamente carbonizzato.

Immediatamente arriva la polizia, che sequestra il cadavere. La creatura ha il volto orrendamente sfigurato, gli occhi (ai lati della testa come i pesci) fuori dalle orbite, la tuta aderente, fusasi completamente con il corpo. Dalle indagini effettuate si scopre la presenza massiccia di fibre plastiche miste a silicio. Si tratta di frammenti della tuta o l'essere è una creatura sintetica, una sorta di robot biologico creato in laboratorio e spedito sulla Terra per raccoglier dati?

Questa è l'ipotesi del giornale. Peccato che l'intera vicenda abbia le caratteristiche di una colossale montatura realizzata per screditare l'argomento, tutt'ora non adeguatamente preso in seria considerazione dai giornali, nonostante la lettera rilasciata dal Ministero della Difesa americana il 26 gennaio 1953 che così dichiarava: “L'Air Force e il Project Blue Blook (quello della commissione Condon, N.d.A) sanno della conclusione del maggiore Keyhoe, che i dischi volanti provengono da un altro pianeta. L'Air Force non ha mai negato che tale possibilità potesse esistere…”

Una lettera privata, indirizzata alla Henry Holt & Company, in cui la commissione Condon mostrava il proprio vero volto. L'inchiesta condotta dal maggiore Keyhoe, un veterano dei Lupi Grigi e un eroe di guerra, aveva appurato che i dischi volanti esistevano senza ombra di dubbio. La stessa conclusione, evidentemente, della commissione Condon, che, assieme all'Aeronautica militare, non poteva negare l'esistenza di una simile possibilità. Ciò nonostante, l'atteggiamento verso il grosso pubblico sarebbe stato di scetticismo a oltranza. Il Project Blue Book avrebbe concluso che non c'era nessun fenomeno da spiegare, poiché il fenomeno non sussisteva. Sebbene oltre seicento casi fossero rimasti non spiegati. E nonostante le proteste di Hynek, che da tale commissione era fuoriuscito per denunziare l'imperizia. E a parte questo, i documenti continuavano a restare segreti.

Abbiamo già in parte accennato nell'articolo su Roswell alla presunta costituzione del fantomatico gruppo Majestic 12 in cui sarebbe stato direttamente coinvolto l'allora presidente Truman, messo al corrente del noto UFO-Crash da un apposito memorandum. Quando, nel 1987, Shandera ha reso noti i documenti top secret del MJ12, i ricercatori di mezzo mondo si sono dati molto da fare. Il francese Jean Sider ha analizzato il carattere a macchina dei documenti, per stabilirne l'autenticità.

Risultato, il testo era stato stilato con una macchina da scrivere Remingnton Underowood, tipo pica, estremamente diffusa all'epoca. Se dunque il documento era un falso, era altresì notevolmente accurato. A proposito di Roswell si ha l'impressione che durante quella vicenda sia effettivamente scattata un'operazione di copertura in grande stile. L'italiano Pinotti recatosi a Roswell, assieme allo spagnolo Sierra e al cileno Huneeus, ha interrogato Walter Haut autore della famosa dichiarazione di Roswell in cui si metteva al corrente l'opinione pubblica di quanto accaduto. Costui, gentilissimo, ha ribadito: “Non amo le perifrasi. Se vuole la mia opinione, eccola. L'oggetto caduto a Roswell veniva dallo spazio.

E' inutile nascondersi dietro un dito. Io direttamente non ho visto nulla, ma ho parlato con chi ha visto tutto. E le posso dire che Jesse Marcel e Sheridan Cavitt, gli ufficiali del servizio informazioni che furono coinvolti nella vicenda, erano persone serie. Marcel, morto nel 1986, ha detto a chiare lettere che il silenzio e il segreto fu imposto dalla ragion di stato. Ma non è possibile negare la realtà di certi fatti…” L'analisi dei documenti doveva fornire altre sorprese. In uno di questi, un'autopsia redatta dal dottor Bronk, il 30 novembre 1947, sui corpi degli occupanti del disco, finalmente citati, si diceva che le creature trovate erano umane solo in apparenza, poiché “i processi biologici ed evolutivi responsabili del loro sviluppo erano apparentemente totalmente differenti da quello osservati o postulati circa ” l'homo sapiens”.

Parte della documentazione poi finiva nelle mani di Hynek, che, evidentemente non avendo dati a sufficienza, evitava di pronunziarsi. Una foto, o una ricostruzione, del cadavere di uno dei quatto alieni veniva però spedita al sovietico Felix Zighel. Tale foto è stata resa nota solo in questi ultimi anni, con la glasnot, grazie alla cosmonauta e ufologa russa Marina Popovic. Ma nonostante tutto, la congiura sul caso Roswell sembra non essere destinata ad avere fine. Nel 1949 uno dei membri del
Majestic-12, l'ammiraglio James Forrestal, si era misteriosamente suicidato. William Moore, l'ufologo che nel 1980 aveva scritto un libro sul ritrovamento del disco di Roswell, è stato accusato d'essere una spia al servizio del governo.

Immediatamente molti colleghi gli hanno creato il vuoto attorno, mentre i suoi sostenitori ritengono che tale manovra di discredito miri in realtà ad affossare il caso di Roswell. intanto compariva sulla scena un ex-agente CIA, John Lear, autore
di sensazionalistiche rivelazioni sugli extraterrestri, ai quali il governo americano avrebbe ceduto una base segreta nella Cava di Ghiaccio di Los Alomos, in cambio di informazioni sulla propulsione degli UFO. Queste e altre informazioni (alieni che sezionano uomini per esperimenti) totalmente gratuite quanto infondate rientrerebbero ancora una volta nella tecnica del discredito. Attualmente sembra che le autorità non stiano lasciando nulla di intentato pur di affossare questo caso.

Antonio Huneeus, esaminando la zona del ritrovamento, ha scoperto che Roswell è compresa in un'aera strategica. A nord c'è la base di Sandia, vicino Albuquerque, e il laboratorio di Los Alomos, ove vengono effettuati esperimenti segreti; a ovest Alamogordo e White Sands, ove fu sperimentata la prima bomba atomica. Più distante, Socorro e la piana di S Agostino. A Socorro il poliziotto Lonnie Zamora fu testimone, nel 1964, dell'atterraggio di due esserini in tuta, usciti da un uovo volante con uno strano marchio (una specie di punta di freccia) su un lato. A S. Agostino, nel 1947, Grady Barnett, un ingegnirere dell'U.S.

Soil, e Gerald Anderson furono testimoni del ritrovamento di un altro disco schiantatosi. Attorno al disco videro due nanerottoli macrocefali cadaveri, uno ferito e uno in perfette condizioni. Secondo Hunseeus, se in america esiste un posto ove un'intelligenza desidererebbe atterrare per spiare i nostri esperimenti segreti, quello sarebbe proprio la zona compresa fra Albuquerque, Roswell e S. Agostino…

fonte:www.ufosullarete.it