Voyager: un viaggio allucinante

scie chimiche

Absit iniuria verbis

Il programma “Voyager” ha ormai preso una bruttissima piega. Intendiamoci: è sempre preferibile alle indigeste pietanze ammannite da Piero Angela e dinastia, da Bario Tozzi ed istrioni simili. Alcuni servizi del programma condotto dal giunonico Giacobbo sono passabili e comunque innocui: ad esempio, il documento trasmesso lunedì 17 maggio 2010, su Petra, la città rupestre, capitale dei Nabatei, è stato decente, ma ormai la trasmissione sta scivolando su una pericolosa china.

Vero è che i “critici” televisivi, abituati a sbeffeggiare Giacobbo, adesso stanno infierendo contro “Mistero”: infatti, mentre ormai “Voyager” è stato normalizzato, il programma condotto da Raz Degan pare svincolato da rigidi controlli censori (tanto cari al sistema ed ai pennivendoli che incensano i potenti) sicché si è attirato le stoccate di intellatuolloidi falliti. E’ il caso di Nanni Delbecchi che, sulla testata Il Fatto quotidiano, giornale diretto dal cicisbeo riccioluto, si affanna a beccare, come un cappone di Renzo, “Mistero”. In una sua scervellata recensione intitolata “Tanto Kitsch a Mistero”, il Delbecchi non lesina sberleffi contro Raz Degan, Daniele Bossari e Marco Berry. Più, infatti, che criticare i contenuti della trasmissione su cui, tra l’altro, lo scombiccheracarte è un perfetto incompetente, schernisce l’attore israeliano e gli inviati, con un umorismo di bassa lega e con toni sprezzanti da scrittore frustrato che, non essendo riuscito a trovare un editore disposto a pubblicare il suo romanzetto, si accanisce contro i personaggi popolari purchessia. La pasquinata del Delbecchi, vero campionario di strafalcioni e di nefandezze (il gazzettiere palesa la stessa dimestichezza con la lingua italiana di Kattivix, lo stupratore per eccellenza del nostro idioma), è strumentale: nel suo livoroso delirio, l’autorucolo mira a distruggere la produzione di Italia 1 affinché i messaggi su scie chimiche ed altri temi scomodi siano gettati nella Gehenna dove brucia la spazzatura televisiva. Delbecchi evidentemente dimentica tutta l’immondizia giornalistica che egli, con molti altri suoi sodali, offre ad ingenui lettori, convinti di abbeverarsi alla fonte cristallina dell’informazione “libera”, mentre trangugiano acqua putrida e maleodorante.[1]

Non a caso, l’imbonitore evita accuratamente anche solo di accennare alle chemtrails, intento solo a chioccolare amene sciocchezze dal basso della sua infinita ignoranza.

Mentre così si intensifica la denigrazione di Raz Degan (questa campagna diffamatoria ricorda quella perpetrata nei confronti di Maurizio Decollanz, una crociata che si è improvvisamente interrotta, non appena l’ideatore di Rebus è rientrato nei ranghi, guadagnandosi le viscide adulazioni del C.I.C.A.P.), “Voyager” procede, passo dopo passo, verso l’abisso della disinformazione, spacciata per indagine su temi enigmatici e di nicchia.

Ecco allora spuntare un documentario di tenore transumanista con cui si propone “un’affascinante viaggio nel fantascientifico mondo dei cyborg, i cosiddetti uomini-macchina” (Roberto Giacobbo). Nonostante qualche timidissima perplessità, il contributo, denominato “Superuomini”, tende a presentare foschi scenari transumanisti come il migliore dei mondi futuribili. Nel servizio, neuroscienziati neuropatici decantano le “magnifiche sorti e progressive” di impianti cerebrali, di microprocessori sottocutanei che ci permetteranno di aprire le porte, senza chiavi e di accendere le luci, senza dover durare la fatica di pigiare un interruttore. Capirai… qualcuno ci deve tergere il sudore. Non manca l’elogio degli strumenti nanotecnologici dipinti come mezzi per guarire tutte le malattie. In futuro, il cervello sarà in parte biologico, in parte tecnologico e così gli uomini diventeranno più intelligenti (sic).

Ecco allora le vili, oblique allusioni alle scie chimiche, all’interno di un servizio dedicato al mondo misterioso dei fondali marini. Un esperto, in una simulazione tridimensionale, spiega di trovarsi sul fondale della fossa oceanica, ad 11.000 metri di profondità sotto il livello del mare. Ad un certo punto chiarisce: “Per farvi capire quanto è profonda questa fossa oceanica, dovete immaginare di trovarvi sulla terraferma e di vedere un aereo che vola ad 11.000 metri di altitudine”. L’inquadratura si sposta un istante per mostrare un’animazione che riproduce un aereo con scia al seguito. E’ una forma di proditoria programmazione mentale.

“Voyager”, però, non pago di esibire cieli tossici su Petra in Giordania, subdoli ed obliqui riferimenti alle chemtrails, propina – dulcis in fundo – un puerile, demenziale servizio sulla presunta evoluzione, mostrando fossili di scimpanzè spacciati per fossili di ominidi. Sono esilaranti le solite immagini da sussidiario di scuola elementare, dove il rozzo e dinoccolato Austrolopitechus si trasforma, grazie alla grafica computerizzata ed all’illusionismo neo-darwinista, in un aggraziato Homo sapiens sapiens, passando per mirabolanti metamorfosi con grugni che si assottigliano e si ingentiliscono, nasi camusi che si affilano, fronti bombate che si spianano. Dunque in pochi istanti lo scimmione villoso si tramuta in un civilissimo e glabro cittadino di Stoccolma.[2]

In ogni caso, il calderone di Giacobbo si rivela autocontradditorio e del tutto infondato. L’evoluzione non esiste, nessun organo si modifica o appare ex nihilo: è possibile anche solo per un nano-attimo pensare che Kattivix si svegli una mattina dotato di cervello?

[1] Anche nell’osceno programma Glob, condotto da un pigolante Enrico Bartolini, “Mistero” è stato messo alla berlina, puntando sulla denigrazione di Raz Degan e degli inviati e nel quadro di una lettura pseudo-sociologica. Da quale pulpito…

[2] La trasmissione di RAI 2 è realizzata con il patrocinio del Ministero dei beni “culturali”. Ciò è eloquente.

Articolo correlato, C. Penna, Apparato e metodo per monitorare ed alterare a distanza le onde cerebrali, 2010

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