Datagate in Brasile: la Rousseff vuole una Rete indipendente

Il Giornale Online

di Eleonora Cosmelli (Dailystorm.it)

La presidentessa Dilma Rousseff pensa di affrontare il cosiddetto scandalo Datagate in Brasile costruendo una rete indipendente dagli Stati Uniti e una dorsale BRICS per il Paese.

L’ISOLA DEL WEB – Il [link=http://dailystorm.it/2013/07/04/datagate-allitaliana-come-media-e-politica-non-hanno-parlato-del-caso-snowden/]Datagate[/link] fa discutere anche sotto l’Equatore. Infatti Dilma Rousseff, presidente del Brasile, è stata l’ennesima celebre vittima delle spie del Pentagono. E proprio non ci sta. Tanto per cominciare, ogni incontro con Obama è stato annullato finché non si sarà fatta chiarezza sulla questione dello spionaggio della Rousseff e della Petrobras, la compagnia statale brasiliana del petrolio. La presidentessa non si è limitata a pestare i piedi e a negare la propria presenza a Washington, anzi, ha mobilitato tutto il Paese per costruire una nuova rete Internet indipendente dal controllo statunitense. Impresa che, se funzionasse, avrebbe una portata rivoluzionaria. Questo implica, infatti, la possibilità che i content e provider stranieri debbano archiviare i dati dei cittadini brasiliani sul suolo nazionale per rispettare la sovranità della privacy. Significherebbe che giganti come la Apple e Google dovrebbero confrontarsi con un’isola del web e rispettarne le regole.

RIVOLUZIONE DIGITALE – Oggi come oggi la maggior parte del traffico web brasiliano passa per gli Stati Uniti. Questa è solo un’altra faccia della politica di neo-imperialismo che il Pentagono adotta nei confronti dei suoi vicini meridionali: io ti porto la civiltà regalandoti Internet, ed è scontato che possa usarla per controllarti. Ma la Rousseff ha già in mente il completamento della dorsale BRICS, una rete digitale che dovrebbe unire esclusivamente i Paesi emergenti dell’Asia e del Sud: un’opera del genere assicurerebbe l’indipendenza digitale di questi nuovi giganti dell’economia, rendendoli ancora più temibili agli occhi degli Stati Uniti. E non è finita: la Rousseff è partita all’attacco proponendo una rete territoriale che unisca esclusivamente i Paesi del Sud America e l’introduzione di limitazioni dell’acquisto di hardware e software che non rispettano le leggi sulla privacy imposte da Brasilia. Queste manovre, inutile dirlo, hanno scatenato il panico di Washington: il Brasile conta 190 milioni di abitanti e i social network sono un mercato che si sta sviluppando freneticamente. Perderlo sarebbe una catastrofe economica.

NUOVI EQUILIBRI – La Rousseff non vola certo basso, ma oggi una piena emancipazione digitale del Brasile dagli Stati Uniti sembra un traguardo ancora più lontano dell’indipendenza economica. Infatti la NSA (National Security Agency) ha dimostrato di non avere problemi a spiare anche reti straniere: se si dimostrasse anche stavolta all’altezza della situazione, il Brasile otterrebbe solo gli effetti negativi di questa nuova politica digitale, ovvero l’isolamento della rete che lo porterebbe a un’ “esclusione” molto costosa in termini politico-economici. Le diplomazie statunitense e brasiliana si stanno dando un bel da fare a risolvere la questione: gli interessi in ballo sono esorbitanti, considerando per esempio un ordine non ancora confermato di 36 caccia F-18 per 4 miliardi di dollari. La situazione è delicatissima: da una parte il Brasile, sganciandosi così polemicamente dalla “madre patria”, potrebbe fare un passo più lungo della gamba; dall’altra gli Stati Uniti non possono più permettersi di trattare Brasilia alla stregua di una ex-colonia, in quanto dovrebbero forse iniziare a considerarla come una nazione economicamente sviluppata e ormai fondamentale per gli equilibri politici mondiali.

Fonte: http://dailystorm.it/2013/09/23/datagate-in-brasile-la-rousseff-vuole-una-rete-indipendente/