Pier Luigi Ighina: La Legge del Ritmo

Pier Luigi Ighina: La Legge del Ritmo
Pier Luigi Ighina: La Legge del Ritmo
Pier Luigi Ighina

Penso di poter affermare, senza ombra di dubbio, che tutto ciò che è vivo e vitale, sia espresso con funzioni ritmiche.

Senza Ritmo, la vita non può esistere. Però cos’è il Ritmo in sè?

Ci sono molti tipi di ritmi in natura: il Ritmo diurno e notturno che alterna il passaggio della notte e del giorno e viceversa; il Ritmo mensile della Luna; il Ritmo delle stagioni… Nell’uomo c’è il Ritmo cardiaco, il Ritmo respiratorio, quello digestivo, ecc..ecc… Si può dire che la presenza del Ritmo non caratterizzi solo l’esistenza degli esseri viventi, ma anche di tutto ciò che appare nell’Universo creato.

Se vogliamo dare la definizione più possibile del Ritmo, potremmo dire che consiste in un movimeno esterno alternato, che può avere la forma di un movimento ciclico, sia parabolico che a spirale, che esprime una Pulsazione interna che si espande e si contrae continuamente.

Ora se la Pulsazione è l’aspetto interno e quindi la parte nascosta del Ritmo, il movimento esterno ritmico e spaziale di aspetto variabile, che si manifesta in successione più o meno rapida, è quello che può essere conosciuto in modo apparente, dai sensi dell’essere umano. Da questo, i nostri sensi ottengono solo ciò che deriva da quello che è esterno e quindi superficiale del Ritmo ed è un notevole limite tra l’uomo e la vera conoscenza che lo circonda.

Ighina ha portato sulla Terra la rivelazione di ciò che è il Ritmo nel suo aspetto interiore, ma come accade sempre in questi casi, tutti o quasi tutti non hanno creduto alle sue parole, che implicavano una realtà sconosciuta alle percezioni sensoriali.

Il semplice sistema per comprendere le sue rivelazioni, consisterebbe nel Credere alle sue parole per Fede, come io ho fatto con pochi altri al tempo, perchè “sentivamo” internamente che quella era la Verità che ci veniva proposta e solo seguentemente, abbiamo notato che il premio alla nostra fiducia è stata anche una comprensione razionale e logica a tutti i fenomeni misteriosi che accadevano continuamente a noi e attorno a noi.

Però nel nostro tempo dominato da una mentalità materialistica che crede solo in ciò che possiamo vedere e toccare con mano, interpretandolo anche in modi diversi, chi crederà alle nostre parole, ad una visione energetica e spirituale della vita, l’unica che può fondere nell’armoniosa Unità della Realtà tutti i contrasti e le contraddizioni? La versione di Ighina dell’Universo è meravigliosa, perchè spiega tutti i fenomeni in modo semplice e unitario, perchè fonde in sè in una visione unitaria, non solo quello che scopriamo in natura con metodi scientifici, ma rivela anche le relative corrispondenze nel campo religioso.

Ighina affermava che non è possibile separare la Scienza dalla Religione, dal momento che entrambe rispondono alle domande fondamentali dell’essere umano, che ha in mente il desiderio di conoscere la natura intima di ciò che lo circonda e di ciò che percepisce tramite i sensi e ha nel cuore la necessità di credere che tutto ciò che esiste ha un Creatore e un proposito da realizzare.

Sfortunatamente da millenni, è realizzata nell’uomo questa dicotomia, che separa la mente dal cuore dell’uomo, evitando che possa sentire pienamente la meravigliosa Unità della Creazione che connette, spiega e da significato a tutto.

Più tardi, ho realizzato che forse è eccessivo pretendere di cambiare l’errata mentalità umana, consolidata nei secoli, con semplici ragionamenti ben fondati sulle prove, che in passato mi hanno spinto a desiderare di mettere in atto straordinari segni per convincere le persone; però ho quindi eliminato da me questo desiderio, pensando a Gesù che nonostante i miracoli da lui compiuti, non è riuscito a cambiare la mentalità dominante del suo tempo, portandolo ad essere inchiodato alla Croce.

Di conseguenza, ho deciso di riorganizzare le mie aspettative, evitando di convincere le persone della Verità contenuta nel messaggio profetico di Ighina, ma prendendomi solo la soddisfazione facendo nascere un ragionevole dubbio nella mente di chi legge le cose che scrivo da anni.

Molto tempo fa, mi è venuto a trovare un caro amico, molto interessato su Ighina e i suoi studi, ma che poi si è chiuso quando ho toccato la materia della Religione, che per lui non è altro che una eredità di superstizioni instillate nei semplici cuori da chi ha voluto dominare la vita delle persone tramite l’ignoranza.

Con lui, che è venuto da me spontaneamente per iniziare un discorso, invece di proporre nuove cose difficilmente accettabili, ho provato a mostrare i limiti delle cosiddette “certezze scientifiche” ora entrate nel DNA mentale dell’umanità. In questo modo, ho iniziato a parlare di cinematografia, dicendo: “Sai certamente che quando assistiamo alla proiezione di un film, riusciamo a vederlo per la persistenza delle immagini sulla retina.

Un improvviso lampo di luce può accecarci, ma anche la proiezione di un film ci “acceca”, dal momento che ci fa vedere un movimento continuo e coerente sullo schermo, di ciò che in realtà è continuamente interrotto da “ombre” inserite tra i singoli frames.

La cinematografia esiste, perchè esprime l’incapacità dei nostri occhi di catturare la presenza di elementi estranei alla luce, nella proiezione di un film. Infatti, nel momento in cui l’otturatore taglia il fascio luminoso del proiettore, nasconde alla vista l’intervallo che separa ogni singolo fotogramma da quello che lo segue, offrendoci così una continuità di visione interamente falsa in sè.

Questi istanti di ombre, che rappresentano anche una sostanziale parte del film a cui assistiamo, dal momento che ha una duranta quasi uguale a quella in cui percepiamo le immagini luminose, dovrebbero portarci a riflettere seriamente e a farci mettere alcuni dubbi sulla validità dell’affidabilità dei nostri mezzi di percezione, su cui abbiamo fondato tutta la nostra vita e la nostra mentalità.

Ighina affermava che noi vediamo solo una parte della realtà, dal momento che anche la luce del Sole è ritmica, pulsante, dato che riassorbe in sè come “ombre” non notate dai sensi umani, le riflessioni della sua luce, che non solo riceve dai Pianeti, ma anche dal Firmamento, che è lo schermo su cui il Sole proietta il film della Creazione, che è sottolineata in modo apparente e ingannevole, in virtù della persistenza retinica, come materia più o meno in movimento nello Spazio.

Dopo aver visto il film, dovremmo chiederci: “Cosa sarà accaduto nella proiezione tenebrosa che si è verificata anche sotto i miei occhi, senza che ne fossi cosciente. Ora, se anche la luce del Sole si comporta allo stesso modo, sono forzato a dedurre che metà della mia vita mi è sfuggita, dal momento che non sono riuscito ad averne coscienza e a ricordarmene!”

Ighina sosteneva che quelle sono le pause tenebrose non notate, che ci nascondono il Mistero della Riflessione e del Riassorbimento della Luce, la parte sconosciuta del Ritmo; ma chi ci crederà? L’amico a cui ho girato per la prima volta questo discorso, mi ha confidato di non essere riuscito a togliersi il dubbio che questo possa essere vero.

La cosa mi ha dato molto piacere e mi ha fatto sperare che possa servire a distaccarlo da una concezione arida e incompleta della vita, per aprire la fertilità del Mistero che appare tenebroso, ma che contiene in sè i germi della Verità di una visione spirituale della vita.

Nella prima parte di questa esposizione, parlando di cinematografia, ho cercato di mettere in evidenza alcune verità pienamente riconosciute, come dalla Scienza Ufficiale, sia nel campo fisico che tecnologico, ma le cui conseguenze a livello filosofico ed esistenziale, sono completamente ignorate da quasi la totalità degli esseri umani.

Tutti assistono ogni giorno e per molte ore, a show televisivi e cinematografici, ma nessuno realizza che ciò che viene visto sugli schermi piccoli o grandi, non è reale (ovviamente non parlo dello show in sè, ma del mezzo che ne permette la percezione), ma una illusione scambiata per realtà dai nostri sensi, soprattutto dalla vista, che viene continuamente ingannata dalla persistenza degli impulsi luminosi sulla retina, che formano una brillante e ritmica percezione, frammentata da interruzioni tenebrose provocate dall’otturatore, in una successione continua e coerente delle immagini in movimento, connesse fra loro.

L’invenzione della cinematografia dovrebbe provocare una crisi esistenziale di proporzioni mondiali nell’umanità, che usa considerare le percezioni sensoriali come vere prove della realtà oggettiva e quindi come base della mentalità comune fondata sulla logica, che aveva e ancora ha nella supposta veridicità delle percezioni, la presupposizione delle sue deduzioni.

E’ incredibile pensare che i fratelli Lumiere (Lumière in francese significa Luce), con l’invenzione del cinema, hanno rivelato la base ritmica della creazione del mondo, ma praticamente nessuno ha compreso il vero significato di questa straordinaria realizzazione, che se da un lato insegna a creare così piacevoli illusioni, ad essere capaci di eccitare, muovere, a spaventare chi le guarda, al pari dei più comuni eventi della vita, dall’altra parte stimola a vedere oltre le apparenze sensoriali, la vera natura della realtà.

Il lavoro dei fratelli Lumière, è stato un forte richiamo, ma interamente mal compreso, alla revisione dei principi fondamentali della metodologia cognitiva sensoriale, un richiamo completamente ignorato e mal compreso, ma solo considerato nel suo aspetto superficiale di semplice show. Dopo i Lumières, è stato il grande scienziato Heisenberg ad avvertire la comunità scientifica internazionale, degli effetti provocati dalla luce nel campo delle investigazioni atomiche e subatomiche.

Heisenberg disse: “Per vedere, la luce è essenziale, ma la luce interferisce con gli atomi e altera la loro posizione e il loro movimento.” Di conseguenza una investigazione veramente sensoriale della struttura atomica non sarà mai possibile.

Riassumendo, i fratelli Lumière hanno sottolineato la facilità con cui il senso della vista può essere ingannato, dal momento che reagisce a uno stimolo luminoso per la maggioranza del tempo della durata dello stesso impulso (persistenza), lanciando le basi per una revisione dell’affidabilità delle percezioni soggettive.

A turno, Heisemberg ha messo in prominenza l’oggettiva interferenza che la luce provoca nel particolare ambiente atomico, ma nessuno ha voluto rinunciare alle proprie ricerche per motivi d’orgoglio e hanno cercato di rimpiazzare la luce, con le accelerazioni operate tramite enormi campi magnetici, come se questi non operassero determinando influenze sugli atomi.

Dato che l’intero universo è composto da atomi, dovrebbe essere facile dedurre che le relazioni tra l’uomo e l’ambiente circostante, sono influenzate dagli effetti provocati dalla luce sulla materia e che è impossibile scoprire con metodi esteriori, cosa accade dentro.

Personalmente da quando ero un ragazzo, ho sempre osservato con meraviglia, gli effetti provocati dalla luce sul radiometro, l’ampolla di vetro contenente pannelli di colore bianco e nero, alternati tra loro, che ruotavano velocemente su un perno, se venivano esposti alla luce. Era evidente che il radiometro rivelava la pressione della luce sulla materia, ma non ho trovato in alcun libro di fisica o astronomia alcuna teoria che contemplasse gli sviluppi inevitabili di tale provata verifica.

Dato che ho conosciuto Pier Luigi Ighina e ho ascoltato e seguito i suoi insegnamenti, ho compreso infine la vera natura delle relazioni tra la Luce e la Materia e le conseguenti illusioni di cui tutti gli uomini sono vittime inconsapevoli. Da Ighina, ho appreso la Legge del Ritmo, per cui Luce e Materia sono le polarità opposte della manifestazione e le cause dell’Effetto Stroboscopico, che è il “velo” che nasconde all’uomo, la vera natura della Realtà.

Non conoscendo la Legge fondamentale del Ritmo, l’uomo crede che ciò che serve a conoscere quello che è esterno, sia anche utile a scoprire il segreto dell’interno e quindi costruiscono teorie internamente errate. Cosa fa la luce quando entra in una stanza buia? Si inverte, cambia polarità e questo l’uomo lo sa, nel processo dello sviluppo fotografico agiscono in accordo; però se vai a dire loro che per conoscere la realtà interna devono invertire la loro mentalità, immediatamente sono pronti a tirarti le pietre!

Ighina affermava che esiste solo Energia Fondamentale Creativa, da cui ogni cosa creata deriva; tale Energia, di per sè omogenea e quindi non diversificata, veniva chiamata Spirito da Ighina.

Lo Spirito distacca da sè una parte di sè, iniziò con tale parte una relazione ritmica d’amore, nella forma di Emanazione invisibile e seguente Riflessione, che incrementava di continuo il mutuo Amore e quindi l’Energia interna. Tali effusioni ritmiche, sempre più rapide e intense, arrivarono a uno stato di Tensione immobile, che quindi esplose, producendo la Luce Creativa.

Quindi si può dire, che è la Luce il primo concreto e quindi visibile aspetto assunto dallo Spirito, che si è irradiato nella forma di Alone dilatatosi e muovendosi all’esterno e quindi contraendosi verso il punto esplosivo di origine, ha dato inizio al Ritmo Creativo.

Infatti la Luce dilatata ora in via di contrazione, incontrandosi con la Luce ancora in fase di espansione, ha dato origine a tutti i tipi di materia, secondo il punto dello Spazio in cui è avvenuto lo scontro. Quindi come spiegato qua in sintesi, l’Origine della Luce e della Materia, in realtà sono differenti forme di una Energia Creativa e tramite il Ritmo si trasformano continuamente una nell’altra.

Ora la Luce quando appare ai sensi, è sempre in fase di dilatazione e quando è in fase di contrazione seguendo la Riflessione sul Limite che contiene sè stesso, assume l’aspetto tenebroso e non è visibile. La Luce e L’Oscurità si manifestano superficialmente con un movimento a spirale di senso contrario una sull’altra e con diversa velocità che è maggiore nella fase luminosa di dilatazione.

E’ questa differente velocità che origina sulla superficie dei Pianeti la Pressione detta Forza di Gravità, che si manifesta anche come Effetto Stroboscopico, che porta a vedere in certi casi come in movimento, ciò che è fermo e come fermo ciò che muove nello Spazio.

Qua mi fermo anche io, perchè ho deciso che è meglio sottolineare i punti errati in ciò che era creduto e che lo è ancora, col proposito di sollevare dubbi ragionevoli, piuttosto che proporre teorie innovative rivoluzionarie, che per essere approvate richiedono l’abbandono non facile di una vecchia mentalità, ma mantenuta in vita, persino cristallizzata, perchè consolidata dalla tradizione e dall’abitudine.

Tradotto da Richard per Altrogiornale.org

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