Il potere dell'acqua tra verità e menzogna

Il Giornale Online
Inviata da skorpion75

La società giapponese Genepax ha depositato la domanda per ottenere il brevetto di un motore elettrico alimentato ad acqua, che è basato su di un comunissimo processo elettrolitico con la scissione dell’acqua in idrogeno ed ossigeno. La notizia è passata in assoluta tranquillità per rimbalzare nei maggiori telegiornali come una scoperta sensazionale, dimenticando che il motore ad acqua esiste da tempo e si basa di un meccanismo free energy.

La società giapponese Genepax ha depositato la domanda per ottenere il brevetto di un motore elettrico alimentato ad acqua. Qualsiasi tipo di acqua: dolce, salata o piovana. Kiyoshi Hirasawa, amministratore delegato della Genepax, in un'intervista ad una tv locale giapponese ha detto che il motore, con un solo litro di acqua, sarebbe in grado di far viaggiare un'auto per circa un'ora alla velocità di 80 km all'ora. “Non c'è bisogno di costruire un'infrastruttura per ricaricare le batterie, come avviene di solito per la maggior parte delle auto elettriche”, ha aggiunto Hirasawa.

Questa notizia ha destato grande stupore e grande speranza tra le persone, soprattutto in questi periodi, dove la crescita esponenziale del prezzo del petrolio sembra ormai mettere in ginocchio le economie degli Stati nazionali. Tuttavia, tra le menti più attente è sorto sicuramente qualche dubbio e profondo sospetto su tale evento. Così come indicato dalla stessa Genepax, la scissione dell’acqua in idrogeno ed ossigeno avviene attraverso un comunissimo processo elettrolitico, e così, come spiegato nei libri di chimica tradizionali “questo processo richiede più energia di quanta può essere recuperata quando i gas vengono ricombinati”.

Se questo è vero, allora tutto il processo in atto è controproducente, perché diverrebbe un sistema meno efficiente di quello che permette di utilizzare un pack batterie, in quanto verrebbero aggiunti due cicli di trasformazione ognuno dotato del proprio rendimento e quindi della rispettiva dispersione energetica. Questo in realtà è vero soltanto nei peggiori dei casi. Quando l’acqua viene colpita con la sua stessa frequenza di risonanza molecolare, come sperimentato da Stan Meyers, essa scinde in idrogeno e ossigeno con un input elettrico a bassa energia. E’ chiaro che, a questo punto, parliamo a tutti gli effetti di Free Energy e il processo che lo innesca può essere facilmente intuito. Basti pensare ad un comune magnete permanente, che mantiene il suo campo magnetico in virtù del fatto che le sue molecole si allineano nella medesima direzione e ciò può essere considerato come un effetto risonanza permanente, o per lo meno della durata di qualche decina o centinaia d’anni.

La macchina ad acqua di Stan Meyers – deceduto nel 1998, per cui le sue sperimentazioni risalgono ad almeno 10 anni fa – può essere assimilata ad una macchina ad idrogeno, proprio la stessa di cui si parla tanto, ma con la differenza che l’idrogeno viene auto-prodotto da un serbatoio d’acqua e non viene ricavato da impianti esterni, che ottengono la scissione magari utilizzando fonti energetiche rinnovabili come l’energia solare. Ciò è possibile perché il processo elettrico che separa gli elementi costituenti dell’acqua e permette al generatore di produrre l’energia di ricarica ha complessivamente un rendimento superiore del 100%, altrimenti si eviterebbe certamente di utilizzare la comune benzina, ma le batterie dovrebbero essere comunque sostituite periodicamente perché esaurite, e certamente con una spesa maggiore.

Le straordinarie proprietà dell’acqua vengono anche mostrate dagli esperimenti di John Kanzius, il quale ha utilizzato il liquido come un vero carburante incendiandolo con l’aiuto delle onde radio; il generatore di onde radio può essere alimentato a bassa energia e comunque attraverso un generatore elettrico (il surplus alimenterà gli utilizzatori), il cui moto è innescato da un motore termico alimentato dalla stessa acqua che viene incendiata, chiudendo così il ciclo di auto-alimentazione.
Il sistema resta più che valido se il motore termico è un motore Stirling a combustione esterna, con rendimento compreso tra l’80 e il 90% (vicino al rendimento termodinamico teorico) e cioè superiore al rendimento di un comune motore a combustione interna presente nelle nostre automobili (circa il 30%) e quindi nell’auto di Meyers.

L’auto della Genepax è diversa da quella di Meyers, non avendo motore termico ma un motore elettrico. Ciononostante necessita che il quantitativo di acqua venga ripristinato, mentre dovrebbe essere semplicemente ricircolato, in quando anche in uscita abbiamo acqua come prodotto. La vettura di Meyers utilizza un motore comune e deve eliminare necessariamente l’acqua, in quanto il suo funzionamento è tale da sfruttare la pressione differenziale tra l’interno del cilindro e l’ambiente esterno per la fase di scarico. Al contrario quella della Genepax è un sistema esclusivamente elettrico e l’acqua deve essere continuamente inserita come se si “consumasse”.

E’ evidente che se l’acqua non venisse eliminata ciclicamente, la vettura mostrerebbe la sua vera natura Free Energy, e ciò sarebbe notato anche dalla persona meno dotata di intuito scientifico.
E’ inoltre giusto far notare come la notizia sia passata in assoluta tranquillità e fatta rimbalzare nei maggiori telegiornali, senza che nessuno gridasse alla solita bufala, o senza che nessuno richiedesse l’intervento di uno staff di “esperti”, pronti a screditare, così come è sempre avvenuto a chiunque abbia mai parlato di motori ad acqua. E’ altamente probabile che ci stiamo avvicinando al momento in cui la Free Energy sarà introdotta sul mercato ma secondo determinate regole che consentano comunque di trarre un profitto. Il nuovo carburante potrebbe divenire l’acqua che, per le sue straordinarie proprietà, diventerebbe il fluido nobile per eccellenza. La corsa al controllo delle risorse idriche si inasprirà sempre più, con scenari terribili per la società umana: un bene così prezioso per la vita diventerebbe un carburante, e le conseguenze saranno disastrose.

Ing. Domenico Chirico

Fonte: etleboro