Un approccio finalmente serio sul problema del Global Warming


I due modelli descritti nel testo. Il modello “ad altalena” è rappresentato in alto. Il clima viene cambiato per una causa esterna (CO2 o altro) che si accumula su un lato dell’altalena. Ovviamente l’altalena non è perfettamente lineare, in quanto le variazioni climatiche devono comunque essere legate a piccole e continue fluttuazioni caotiche. In questo caso il futuro sarebbe “abbastanza” prevedibile. Il modello a “pallina nel buco” è rappresentato in basso. Non vi è una causa decisiva, ma solo fluttuazioni caotiche che possono, in casi particolari, sommarsi e causare drastici cambiamenti, anche improvvisi e violenti. Il futuro sarebbe del tutto imprevedibile. Il passato della Terra ci dimostra che sono stati attivi entrambi i modelli e che il secondo ha sicuramente causato svolte drammatiche e sconvolgenti. Tuttavia, la CO2 o altre cause ben individuabili, hanno avuto un ruolo del tutto trascurabile in questo secondo caso. (adattato da: Peter Ditlevsen, PhD. Dr. Scient. Centre for Ice and Climate, Niels Bohr Institute, University of Copenhagen)

a cura di Vincenzo Zappalà

Forse, alla lunga, gli studi seri, critici e giustamente dubbiosi stanno uscendo allo scoperto. Ecco un esempio splendido e onesto. Dice le cose come stanno, senza essere influenzato da pressioni politiche e/o ambientaliste e/o economiche. Quello che vogliamo non è, infatti, un NO dogmatico al GW, simile al SI impostoci dalla pressione mediatica e politica, ma una discussione aperta e leale. Niente di più.

La paura che le temperatura globale possa cambiare velocemente e con effetti drammatici pervade ormai tutta l’umanità ed è stata imposta come un atto di fede. Tuttavia, le cause e la previsione dei possibili effetti catastrofici sono ancora ben lontane dall’essere state identificate. Normalmente si semplifica tutto dando la colpa solo e soltanto alla CO2 prodotta dall’uomo, ma in realtà le problematiche che stanno dietro alle variazioni di temperatura sono ben più complesse e, soprattutto, poco conosciute. Una nuova, accurata ricerca effettuata presso l’Istituto Niels Bohr dell’Università di Copenhagen mostra proprio che i salti rapidi della temperatura sono sempre esistiti e che i più violenti sono probabilmente dipesi da un accumulo di piccoli fenomeni caotici, il cui sviluppo futuro è impossibile da predire.
La situazione “storica” è la seguente: per milioni di anni il clima della Terra ha alternato periodi di freddo e glaciazioni, più o meno della durata di 100.000 anni, a periodi di caldo più corti, non più di 10-15.000 anni, simili a quello odierno o anche ben più intenso. Queste variazioni a medio periodo sono sicuramente legate a fattori astronomici, quali l’orbita terrestre e la sua inclinazione rispetto all’asse di rotazione (ne avevamo già parlato in articolo apparso sul nostro sito). Tuttavia, ben più numerose e imprevedibili sono le variazioni a corto periodo e ben più complesse e sconosciute le loro cause.

I ricercatori di Copenhagen hanno analizzato carote di ghiaccio estratte dai circa tre chilometri di coltre bianca che copre la Groenlandia (un po’ di ghiaccio c’è ancora…) e sono riusciti a descrivere la temperatura degli ultimi 140 000 anni. Il risultato è stato molto simile a quanto mi aveva detto anni fa un climatologo bolognese che aveva analizzato strati dell’Antartide e a cui avevo già accennato precedentemente: verso la fine del periodo glaciale vi sono stati periodi in cui la temperatura ha subito variazioni improvvise di 10-15 gradi (e non frazioni di grado!) in intervalli temporali minori dei 10 anni. Una cosa inaspettata e sconvolgente, soprattutto per noi e per chi ci descrive scenari apocalittici per variazioni di uno o due gradi in un secolo o anche più…
Le osservazioni lo dimostrano, ma i ricercatori dicono chiaramente e onestamente che la causa di questo andamento bizzarro è del tutto sconosciuta e che non sono assolutamente in grado di prevedere se capiterà o no nel futuro più o meno prossimo. I modelli moderni (proprio quelli che indicano senza alcun dubbio il futuro drammatico del nostro pianeta) non sono assolutamente capaci di riprodurlo. E allora come fanno a essere così accurati? 10-15 gradi in 10 anni sono un’enormità che sicuramente avrebbe effetti devastanti sulla biosfera. Signori, questa è la Terra, un pianeta sano, vivo e vivace, altro che malato e febbricitante!

Gli studiosi danesi sono andati oltre, con umiltà e serietà professionale encomiabili: hanno definito due modelli teorici che potrebbero spiegare le osservazioni del nostro passato. Il primo tiene in conto la presenza di un fattore esterno continuo e dominante; il secondo un accumulo di piccole e caotiche fluttuazioni naturali. Questo è il vero dibattito scientifico che vorremmo si facesse ogni giorno senza dogmi e/o atti di fede!
Il primo modello assomiglia a una altalena. Se l’effetto esterno ha sufficiente “peso” e si accentra solo su un lato, tutto il sistema si sposta conseguentemente. L’effetto aggiuntivo potrebbe essere, ad esempio, l’aumento della CO2. Ma i ricercatori affermano che questa ipotesi non è verificata e inoltre – aggiungo io – presente anche in epoche senza le industrie dell’uomo…
Il secondo modello assomiglia invece a una pallina caduta in un buco non troppo profondo. La pallina subisce continui movimenti caotici dovuti a uragani, ondate di calore, violente e continue piogge, scioglimento di ghiacciai, che portano a cambiamenti anche importanti nelle correnti oceaniche. Se alcune di queste piccole spinte si sommano tra loro nella giusta direzione, la pallina può avere uno spostamento tale da uscire al di fuori del buco e cadere in un altro. Ossia produrre un improvviso e notevole cambiamento climatico.

Sembra sicuro che i cambiamenti drastici osservati nel ghiaccio fossile della Groenlandia siano da imputare al secondo modello e quindi praticamente impossibili da prevedere.

Cosa capiterà allora nel futuro? I ricercatori sono molto espliciti nella loro giusta incertezza. Oggi non vi è certamente la percentuale di CO2 che vi era circa 15 milioni di anni fa, quando in Inghilterra vivevano gli alligatori. Ma – attenzione – nel senso che oggi ne abbiamo molta di meno. Forse stiamo iniziando a pesare su un lato dell’altalena (primo modello). Questo vorrebbe dire che vi potrebbe essere un aumento lento della temperatura nei prossimi 1000 anni. D’altra parte, però, la pallina potrebbe nel frattempo subire colpi abbastanza forti (secondo modello) e uscire dal suo buco e innescare cambiamenti rapidissimi verso il caldo o il freddo, ben più sconvolgenti di quello che l’altalena riuscirebbe a fare in centinaia e centinaia di anni. Insomma il ruolo della CO2 sarebbe piuttosto secondario e ben poco valutabile.
Gli scienziati danesi concludono, però, con una frase estremamente onesta e che dovrebbe essere seguita da molti, troppi, catastrofisti e anche, per essere sinceri, dagli scettici per partito preso: “ricordiamoci che questa ricerca si basa solo su analisi accurate del clima del nostro passato e non può contenere nessuna predizione per il nostro futuro”.

A buon intenditor poche parole!

Il lavoro originale si può trovare QUI http://dx.doi.org/10.1029/2010GL044486, e altre notizie sulle “carote” QUI http://news.ku.dk/all_news/2010/2010.7/neem_bedrock/

Fonte: http://www.astronomia.com/2010/11/26/un-approccio-finalmente-serio-sul-problema-del-gw/