Anime della Distorsione – Cap2

startet-lightbeingprismLe fondamenta della scienza vengono scosse

Il modo in cui pensiamo a quasi tutti gli argomenti nella nostra società odierna viene molto influenzato dalla nostra comprensione scientifica del mondo che ci circonda.

Il Darwinismo ha avuto un tale impatto nelle nostre credenze, che si pensa alla vita come alla sopravvivenza del più adatto. Vediamo questo credo riflesso nel nostro sistema capitalistico, dove le compagnie lottano per essere le più adatte. La lotta per la sopravvivenza è la motivazione che spinge avanti le compagnie, in continua competizione.
La nostra società per definizione è sempre in ritardo rispetto alla comprensione scientifica. Serve molto tempo prima che le vecchie visioni del mondo, le vecchie credenze e le vecchie abitudini muoiano. Alla svolta del secolo però, il Darwinismo stesso è morente. Biologi come Lynn Margulis non credono alla sopravvivenza del “gene dell’egoismo”, altri chiamano già il Darwinismo, il più grande errore della scienza.

In questo capitolo vedremo che le fondamenta, il paradigma, i santi sacramenti della stessa scienza come determinismo causale e realtà oggettiva, non possono più essere difesi. La scienza è fermamente radicata nella credenza che per ogni effetto ci sia una causa.

L’effetto è preceduto da una causa che può essere determinata. Questo concetto è detto “determinismo causale”. La scienza esclude che la coscienza di Dio possa essere un fattore causale in natura! Altro santo sacramento è la stretta segregazione e indipendenza tra oggetto e soggetto. Lo scienziato (soggetto) studiando la natura non influenza la natura (oggetto) con le sue osservazioni. Questo concetto è detto “oggettività”.
Queste radici fondamentali della scienza, “oggettività” e “determinismo causale”, hanno influenzato immensamente il nostro modo di pensare al mondo. La scienza ha annientato la possibilità che la coscienza giochi un ruolo in natura e quindi ci ha guidati ad un cieco materialismo. Ora entriamo nella storia della fisica e vediamo come queste vecchie e ferme convinzioni abbiano iniziato a barcollare, aprendo la via ad una visione più ampia.

Fisica Newtoniana

Isaac Newton (1642-1727) è riconosciuto come il fondatore della scienza occidentale moderna, che ha prevalso per almeno 200 anni fino agli inizi del XX° secolo, quando Einstein ha messo fine all’egemonia della fisica Newtoniana con la sua teoria della relatività speciale e generale.
René Descartes che ha diviso il nostro mondo nei domini di spirito e materia, è stato fonte di ispirazione per Isaac Newton. A causa di René Descartes ed Isaac Newton, venne abbandonata l’idea che Dio fosse l’unica causa dei fenomeni fisici nel mondo esteriore e nacque una scienza priva dei dogmi teologici.
La premessa della fisica Newtoniana è il determinismo causale. Questo significa assumere che la natura possa essere studiata e determinata, allo stesso modo in cui studiamo il funzionamento di una macchina. Diciamo che vogliamo capire come funzioni un orologio, quello che dobbiamo fare per sapere tutto il possibile sull’orologio, è esaminare i suoi ingranaggi, per capire infine il suo funzionamento. In questo modo veniva studiata la natura dai tempi di Newton in poi.

Nella fisica Newtoniana, l’atomo viene visto come una particella puntiforme nello spazio. Se vogliamo capire la struttura interna dell’atomo, dobbiamo aprirla e studiarne le parti interne. Quando avremmo finito e scoperto l’ultima particella subatomica, l’ultimo ingranaggio dell’orologio, avremo compreso tutto il possibile sull’atomo.
La scienza ha sempre seguito esattamente questo approccio. Hanno costruito enormi acceleratori di particelle come quello al CERN (Conseil Européen pour la Recherche nucléaire), L’Organizzazione Europea per la Ricerca Nucleare in Svizzera, per studiare la materia e smontarla. Nell’acceleratore di particelle, la materia viene bombardata con particelle che vengono accelerate. Quando un atomo viene colpito da una particella accelerata, si rompe come porcellana, producendo frammenti di particelle più piccole che vengono studiate nella camera a traccia di vapore, dove rivelano la struttura interna dell’atomo.

La scienza ha scoperto molte particelle che compongono l’atomo, abbiamo gli elettroni, i neutroni, i protoni, a loro volta neutroni e protoni sono composti da quark. La lunga lista di particelle continua e sembra illimitata. I fisici scoprono ancora nuove particelle negli acceleratori, queste scoperte non finiscono più sui giornali! Hanno scoperto e catalogato circa 300 particelle subatomiche! Secondo la fisica Newtoniana, il mondo fisico esteriore è strettamente oggettivo, ovvero gli esperimenti scientifici non dipendono dall’osservatore che esegue l’esperimento. In questo senso la scienza ha formulato un protocollo nel quale tutti gli esperimenti scientifici vanno eseguiti per essere accettati. Questo protocollo prevede che gli esperimenti debbano essere riproducibili da altri scienziati nel mondo.
La fisica Newtoniana afferma che tutti i fenomeni nel mondo esteriore fisico, devono avere una causa materiale, le cause devono essere in forze o campi di energia misurabili che interagiscono con l’oggetto fisico.

Anche la coscienza avrebbe una causa materiale. Nella fisica Newtoniana, la coscienza è un epifenomeno o effetto secondario dei processi chimici ed elettrici che avvengono nel cervello umano. Quindi è semplicemente un prodotto del cervello fisico e non ha causa in sè stessa.
La visione del mondo dipinta dalla fisica Newtoniana resta ancora la più popolare per molti, su di essa si basa la visione del mondo in occidente. Non ci meravigliamo, dato che la fisica Newtoniana si applica perfettamente al mondo macroscopico degli oggetti materiali che osserviamo con i sensi. E’ così che ci aspettiamo il mondo quando ci svegliamo al mattino e apriamo gli occhi ogni giorno. La fisica Newtoniana è la fisica che ci viene insegnata a scuola ed è ancora valida per il mondo macroscopico. Per esempio, le leggi orbitali dei pianeti di Keplero vengono ancora usate oggi dalla NASA per calcolare le orbite delle astronavi e si basano su pura fisica Newtoniana.

Teoria della Relatività

Nel 1905 Albert Einstein cambiò in meglio la visione prevalente della fisica Newtoniana, introducendo la sua teoria della relatività speciale, seguita nel 1915 dalla teoria della relatività generale. Con esse provò che le leggi della fisica di Newton non erano statiche, ma relative all’osservatore e all’osservato. A seconda della velocità tra l’osservatore e l’oggetto osservato, lo spazio si accorcia o espande e il tempo rallenta o accelera. La stretta oggettività della realtà fisica alla base della fisica Newtoniana, viene mantenuta se vengono presi in considerazione gli effetti relativistici, che giocano un ruolo tra l’osservatore e l’osservato. Einstein concluse nella sua teoria della relatività, che lo spazio e il tempo non possono essere visti come separati, ma devono essere visti come unificati. Questo venne definito continuum spazio-temporale.

Fisica quantistica

Il fondatore della fisica quantistica è Max Planck. Nel 1900 studiò le linee spettrali, i colori del calore emesso da un corpo nero. Un corpo nero è un oggetto che assorbe completamente tutta la radiazione di calore, raggiunge l’equilibrio di temperatura e poi irradia ancora il calore assorbito. Planck scoprì che il calore irradiato dal corpo nero non era un flusso di energia continuo, ma l’energia veniva trasmessa in pacchetti di energia uguali e finiti, con una frequenza distinta. Planck assunse che la vibrazione degli atomi nel corpo nero fosse la fonte di radiazione. Le linee discrete nello spettro energetico potrebbero essere spiegate solamente se gli atomi si fossero eccitati in uno stato superiore di energia per l’assorbimento di calore. In seguito l’energia assorbita viene rilasciata ancora e vengono irradiati pacchetti di energia elettromagnetica quando gli atomi tornano al loro stato di base. Questo pacchetti di energia sono chiamati quanti e l’energia del pacchetto è proporzionale alla frequenza della radiazione.

Il concetto di quanti di energia di Planck entrava in conflitto con la teoria elettromagnetica classica di Maxwell, che predisse che l’energia elettromagnetica si muovesse in onde che potrebbero assumere qualsiasi piccola quantità di energia e che certamente non era quantificata. Servirono anni prima che l’impatto delle scoperte di Planck venisse accettato e compreso. Planck si aspettava che altri arrivassero ad una migliore spiegazione del quanto, ma Einstein confermò il quanto d’energia elettromagnetica in esperimenti con l’effetto fotoelettrico e li chiamò fotoni di luce. Einstein provò che la luce consiste di particelle, i fotoni. Ricevette il Premio Nobel per il suo lavoro sull’effetto fotoelettrico. Nel 1905 Rutherford scoprì il nucleo dell’atomo e nel 1913 Niels Bohr, che collaborava con Rutherford, propose un modello dell’atomo simile ad un Sistema Solare in miniatura, in cui gli elettroni orbitano attorno al nucleo come i nostri pianeti orbitano attorno al sole. Gli elettroni come i pianeti, orbitano attorno al nucleo in strati sferici detti gusci a distanze discrete dal nucleo.

Il guscio elettronico fu la risposta di Bohr alle scoperte di Max Planck, ipotizzò che un atomo potesse esistere solo in un limite discreto di stati energetici stabili. Spiegò che gli elettroni possono orbitare attorno al nucleo solo in un dato guscio, ma sono liberi di fare un salto quantico da un guscio all’altro. Quando saltano (salto quantico), da un guscio superiore ad uno inferiore, viene emesso un fotone con una distinta lunghezza d’onda. L’elettrone non viaggia attraverso lo spazio tra i gusci, può saltare solo da un guscio all’altro. Bohr spiegò il perchè gli elettroni non cadono nel nucleo, dicendo che esiste un guscio più basso che non può essere oltrepassato. Ad oggi la fisica quantistica non ha potuto spiegare perchè l’elettrone è forzato ad orbitare in un dato guscio, la risposta è semplicemente: è la magia della fisica quantistica!

Louis de Broglie nel 1924 sollevò la domanda nella sua tesi di dottorato “Recherches sur la théorie des quanta” (Ricerca sulla teoria quantistica), gli elettroni potrebbero essere onde? Fu l’introduzione della dualità onda-particella in fisica quantistica. De Broglie propose che le particelle (elettroni) potrebbero essere osservate come oggetti solidi e in altri casi come onde. La fisica quantistica è riuscita a integrare questo strano comportamento dualistico della materia, in un modello matematico consistente, però non sono riusciti a spiegare perchè un elettrone o fotone per esempio, si comporti come particella in una situazione e come onda in un’altra. Quando un elettrone o fotone viene osservato come particella, è contenuto in uno spazio confinato, ma quando viene osservato come onda, si trova ovunque dato che l’onda si diffonde nello spazio. Provate ad immaginarlo, è impossibile!

La fisica quantistica è la fisica più strana al mondo. Si scoprì che a livello delle particelle subatomiche, la natura cessa di essere deterministica. Fino a quel momento, la fisica Newtoniana presupponeva che tutte le proprietà e i comportamenti della realtà fisica fossero determinati, dato che la realtà fisica in tutti i livelli doveva obbedire alle leggi fisiche senza eccezioni. La fisica quantistica ha provato che per le particelle elementari questi presupposti sono errati, a livello microscopico. A questo livello, la natura si comporta in modo non deterministico. La certezza assoluta sullo stato e sulle proprietà di una particella non può essere determinata, solo calcolata in termini di probabilità statistica. Questo principio è conosciuto come principio di incertezza di Heisenberg, grazie a Werner Heisenberg.
E’ fondamentale capire che la natura non-deterministica delle particelle subatomiche non è dovuta a mancanza di accuratezza degli strumenti di misura, ma ad una proprietà inerente alla stessa natura.

A livello quantistico, gli elettroni saltano in orbite superiori nei gusci atomici senza ragione apparente. Quando tornano al loro stato di base, viene emesso un fotone (energia elettromagnetica). Questo comportamento si nota in tutto il nostro equipaggiamento elettronico, come un amplificatore, e lo definiamo disturbo. Il comportamento casuale della natura a livello quantistico ha confuso gli scienziati, dato che credevano nell’assioma Newtoniano, per cui la natura si comporterebbe secondo leggi predicibili. I fisici ora devono vivere con il principio di incertezza della fisica quantistica. Einstein non poteva crederci e disse: Dio non gioca a dadi!”
Cosa causa queste fluttuazioni quantistiche di energia a livello subatomico, che non possono essere predette?

Erwin Schrödinger si occupò dell’equazione che determinava o la velocità (momentum) o l’esatta locazione di un elettrone in una nube elettronica. Per il principio di indeterminazione di Heisenberg, non è possibile conoscere velocità e locazione allo stesso tempo, se conosci la sua velocità, la sua locazione sarà incerta e se conosci la sua locazione, la sua velocità sarà incerta. Per risolvere il paradosso della natura dualistica di una particella che può essere anche onda, la fisica quantistica dice che esiste solo in una forma immaginaria come sovrapposizione di tutte le possibilità. Appena un osservatore, in molti casi lo scienziato nel suo laboratorio, misura l’onda/particella, il suo stato quantistico collassa. La sovrapposizione di tutte le possibilità, si dice, collassa in uno stato fisico, una realtà fisica. In altre parole non esiste nel mondo reale finchè l’osservatore non la osserva. Prima dell’osservazione, esiste in un reame trascendentale di possibilità. Quando viene osservata si congela, o condensa, in una delle possibilità.

Questa è divenuta famosa come l’interpretazione di Copenhagen della fisica quantistica e venne proposta da Niels Bohr. L’interpretazione di Copenhagen dice che l’atto dell’osservazione conscia fatto dall’osservatore, causa il collasso dell’onda quantistica, la sovrapposizione quantistica di tutte le possibilità. Quindi la fisica quantistica dice che la nostra realtà fisica è soggettiva, l’osservatore gioca un ruolo attivo nella manifestazione della natura. Nel reame quantistico delle particelle subatomiche siamo co-creatori della nostra realtà!
Einstein disse una volta “Non sono sicuro che la luna sia lì quando giro la testa”. Con questo voleva dire che la scienza quantistica presuppone che la nostra realtà fisica esista solo quando viene osservata (stato di particella) e che la materia torni in energia quando nessuno fa attenzione (stato d’onda).

La fisica quantistica ha segnato la fine della realtà oggettiva e deterministica di Newton, dato che l’osservazione conscia dello scienziato gioca una parte attiva nelle osservazioni fisiche. Oggi questa conoscenza viene usata per sviluppare le tecnologie di criptazione quantistica per il trasferimento di informazione. L’intercettazione di un messaggio può essere rilevata dalla sola osservazione, dato che il lettore non autorizzato avrà cambiato i contenuti del messaggio.
La scienza quantistica ha predetto l’esistenza dei cosiddetti effetti non-locali. Gli effetti non-locali sono effetti che avvengono istantaneamente tra oggetti fisici separati nello spazio-tempo. In questo caso non passa alcun tempo tra la causa e l’effetto. Questo va contro la teoria di Einstein, per la quale nulla può superare la velocità della luce nell’universo. Einstein, quando apprese questa predizione degli effetti non-locali, li chiamò “azione spettrale a distanza”. Non ci credeva.

In un documento rilasciato nel 1935 da Einstein, Podolsky e Rosen, assieme proposero la cosiddetta correlazione Einstein-Podolsky-Rosen (EPR) per le particelle quantistiche in stato di entanglement. Due particelle si dicono entangled quando i loro stati quantistici sono accoppiati. Le particelle in questo stato reagiscono come un solo corpo, sembra non esserci separazione. Quando lo stato quantistico di una particella collassa in uno stato classico, così fa l’altra nello stesso esatto stato. Perchè questo accada, è necessario che la loro comunicazione sia istantanea e in altre parole non-locale. Nella proposta EPR, Einstein cercò di smentire la non-località delle particelle in stato entangled, affermando che la scienza quantistica dev’essere incompleta e propose l’alternativa delle “variabili nascoste localmente”. Nel 1964 John Bell provò in teoria che l’effetto non-locale delle particelle entangled era reale e questo divenne il teorema di Bell.

Quindi la comunicazione tra le particelle entangled venne ancora definita non-locale e quindi istantanea. Se lo stato di una particella cambia, questo si riflette nello stato dell’altra. Gli ingegneri della IBM dal 1993 hanno lavorato al teletrasporto quantistico usando l’entanglement come base. Il teletrasporto quantistico è una tecnica in cui la materia viene smaterializzata in un punto e “inviata per fax” in stato quantistico in un altro punto dove viene riassemblata localmente. Benchè non ci aspettiamo le scene di Star Trek nel vicino futuro, dove Scotty viene inviato in un raggio nella nave madre U.S.S Enterprise, rimane il fatto che il fenomeno è reale. I ricercatori alla IBM non lavorano proprio sul teletrasporto della materia, ma delle sue proprietà di stato quantistico. Il teletrasporto era considerato impossibile dato che la misura, la scansione dell’originale farebbe collassare lo stato quantistico e lo distruggerebbe, degradandolo in stato classico. Comunque, uno scienziato della IBM propose un trucco in cui la scansione non avviene in pieno stato quantistico, ma in stato mezzo classico e mezzo quantistico, in modo da non violare il principio di indeterminazione.

Nell’aprile 2004 la BBC diffuse gli avanzamenti nel teletrasporto quantistico raggiunti da ricercatori Austriaci. Questi teletrasportarono fotoni in stato entangled per 800m attraverso il Danubio vicino a Vienna, usando la fibra ottica. Questa è stata la prima volta che il teletrasporto quantistico venne dimostrato all’esterno di un laboratorio.
Il teletrasporto quantistico è una caratteristica principale per lo sviluppo dei computer quantistici. I nostri computer odierni usano gli stati binari detti bit per immagazzinare dati. Un bit può prendere il valore di uno o zero. Nel calcolo quantistico i bit classici sono rimpiazzati da bit quantistici o qubit. I qubit nel loro stato quantistico si trovano in sovrapposizione dei valori uno e zero allo stesso tempo. Il calcolo avviene nello stato quantistico. Il teletrasporto quantistico è la caratteristica per cui i dati (qubit) si muovono da un punto all’altro della memoria, come avviene ora nei computer. Alla fine del calcolo lo stato quantistico della memoria collassa in stato classico. Tutti i qubit in memoria ora avranno un classico valore di uno o zero! Il vantaggio dei computer quantistici, se potranno essere costruiti, sarà che potranno raggiungere un livello di calcolo parallelo quasi infinito che li renderà estremamente efficienti e veloci.

La non-località e l’entanglement quantistico esistevano solo in teoria finchè Alain Aspect dell’Institute of Optics all’Università di Parigi nel 1982, provò la reale esistenza di questi effetti nel suo laboratorio. Riuscì a produrre una serie di coppie di fotoni poi inviati in direzione opposta. I fotoni entangled viaggiarono nel loro stato quantistico, ovvero avevano un numero infinito di direzione di spin (ndt rotazione) allo stesso tempo come possibilità quantistiche. Quando uno dei fotoni venne intercettato e misurato, lo stato quantistico di spin del fotone collassò in uno stato di spin classico che poteva essere determinato. Allo stesso momento esatto senza alcuna differenza di tempo, l’altro fotone gemello venne misurato e collassò nello stesso esatto stato di spin del primo, indipendentemente dalla distanza fra essi. L’esperimento provò che doveva essere avvenuta una comunicazione non-locale tra i due fotoni, come poteva un fotone conoscere diversamente l’esatto spin dell’altro?

Questa scoperta scosse il cuore della comunità scientifica. Se gli effetti non-locali sono reali, allora devono esistere o dimensioni iperspaziali o altri piani di esistenza che vanno oltre il nostro mondo fisico dove avviene questa comunicazione non-locale, oppure Einstein sbagliava pensando che non potessere esistere effetti locali nell’universo che avvengono ad una velocità superiore a quella della luce. (1)
Dopo le scoperte di Aspect, Il fisico David Bohm dell’Università di Londra, propose una diversa spiegazione. Quello che vediamo come due fotoni separati può essere una illusione, i fotono possono essere uniti ad un livello sconosciuto. Assunse che il nostro universo potrebbe essere olografico nella sua natura. Spiegò questo con una analogia. Supponiamo di mettere due telecamere vicine ad un acquario, una di fronte e una di lato. Supponiamo di mostrare le immagini separate a degli spettatori in due schermi separati. Gli spettatori potrebbero concludere studiando le due immagini, che benchè vedano due pesci nuotare, i loro movimenti sono sincronizzati (entangled) dato che l’altro pesce riflette ogni mossa del primo pesce. David Bohm voleva suggerire che ad un livello profondo della realtà, i due fotoni possono non essere separati. Propose un ordine implicito nell’universo, una unità ad un livello più profondo si manifesta all’esterno come separazione. (2)

Le implicazioni della fisica quantistica sono sconvolgenti, ci mostrano che siamo co-creatori della nostra realtà fisica almeno a livello microscopico, dato che l’osservatore gioca un ruolo in quello che viene osservato. Niels Bohr, cofondatore della scienza quantistica, disse: “Chiunque non sia sconvolto dalla fisica quantistica, non la comprende”. Forniremo prove abbondanti in questo libro, del fatto che l’effetto della coscienza umana nella fisica quantistica non è limitato al reame microscopico, ma si applica anche al mondo macroscopico. I pensieri, le emozioni e l’intenzione umana hanno un effetto molto più grande sulla realtà di quanto immaginiamo. La scienza quantistica è ad oggi una scienza prevalente, può spiegare molti fenomeni fisici, ad eccezione della gravità!

Teoria delle Stringhe

In un tentativo di unificazione della teoria della relatività di Einstein con la fisica quantistica, secondo la scienza ufficiale, il Santo Graal oggi è la “teoria delle stringhe”. La teoria delle stringhe dovrebbe portare alla teoria di unificazione cercata da Einstein, in cui i quattro campi di forza esistenti (forza nucleare forte e debole, elettromagnetismo e gravità) si unirebbero in una teoria del tutto (T.O.E). Nella teoria delle stringhe, il mattone della materia è una stringa vibrante che può essere ad estremità libera o in un cerchio chiuso mono-dimensionale. A seconda dei vari spin e delle frequenze della stringa vibrante, si manifestano diverse particelle subatomiche. Nella teoria delle stringhe esiste una sola causa fondamentale, la vibrazione di una stringa, ma è la nota risultante, per dire, che produce i vari tipi di particella. La stessa stringa è così piccola che è impossibile immaginarne l’esistenza! Ora voglio che pensiate in rapporti: la stringa avrebbe la dimensione di un atomo, se l’atomo avesse la dimensione della Terra! Questo significa che la stringa è incredibilmente piccola. Se la teoria funziona, è necessario che gli scienziati siano in grado di provare l’esistenza delle stringhe nei laboratori!

La non-località nella scienza quantistica suggerisce che debbano esistere piani superiori d’esistenza, altre dimensioni oltre il nostro mondo fisico, dato che nessuna informazione può viaggiare più velocemente della luce nella nostra dimensione. La teoria delle stringhe predice l’esistenza di almeno 10 o più dimensioni. Fisici in tutto il mondo concordano nel dire che questa sola dimensione non può spiegare la nostra realtà fisica. Il problema con la teoria delle stringhe è che serve più di una teoria delle stringhe perchè il modello funzioni e queste teorie delle stringhe sono divenute così complesse che solo pochi brillanti scienziati possono capirle, come Edward Witten dell’Università di Princeton.

Teoria del Caos

Negli anni ’70 del ventesimo secolo, emerse una nuova scienza, la teoria del caos! Mentre la scienza quantistica rivela che a livello nucleare l’oggettività non possiede la verità, la teoria del caos fa un passo avanti contro Einstein che credeva che Dio non gioca a dadi. La teoria del caos rivela che l’imprevedibilità, l’incertezza della scienza quantistica è vera anche per quello che sarebbe predicibile. Secondo la teoria del caos, gli scienziati si sono ingannati per secoli! Ignorando piccole deviazioni nelle misure, chiamandoli errori di misurazione, hanno sbagliato! I sistemi predicibili pienamente spiegabili con la fisica di Newton, come l’ondeggiamento di un pendolo e le orbite dei pianeti, si comportano in modo caotico invece che prefettamente prevedibile.

La nuova realtà rivelata dalla teoria del caos è che esiste il caos, l’imprevedibilità persino nell’ondeggiamento di un pendolo! Il nostro universo non obbedisce a precise leggi della fisica. Le leggi fisiche operano entro certi limiti, entro un grado di libertà. La teoria del caos ha mostrato che il nostro universo non è deterministico, è creativo ed in continua evoluzione. Il caos nella mitologia Greca è definito come forza cosmica che crea la forma dal vuoto, dal nulla.
Le leggi fisiche non possono essere predeterminate ma possono evolvere nel tempo. Un termine migliore sarebbe abitudini fisiche, le abitudini naturali che si sono evolute in miliardi di anni per divenire quelle che abbiamo oggi nell’universo. L’universo può essere visto come sistema di abitudini in evoluzione. Le leggi fisiche sono più o meno una memoria universale del come fare le cose.

La teoria del caos continua spiegando che benchè gli eventi possano sembrare totalmente casuale a prima vista, esiste ancora ordine a livello più profondo! Esempi di eventi con ordine caotico sono la caduta irregolare delle gocce d’acqua dal rubinetto, la cristallizzazione del ghiaccio.
Benchè la sequenza della caduta di gocce dal rubinetto sia completamente imprevedibile dalla teoria del caos, esiste ancora un ordine più profondo, uno schema rintracciabile! I cristalli di ghiaccio sono tutti simili ma non identici, è impossibile prevedere come appariranno i cristalli. Comunque la teoria del caos può dimostrare che i cristalli di ghiaccio hanno un ordine comune. Il fondatore della teoria del caos è Benoit B.Mandelbrot. Impiegato come matematico alla IBM di New York, Mandelbrot scoprì che esisteva un ordine matematico nella fluttuazione dei prezzi apparentemente casuale.

Studiò il prezzo del cotone, un bene con molti dati sul prezzo, che risalgono a secoli fa. Mandelbrot scoprì uno schema nella fluttuazione dei prezzi, piuttosto rivoluzionario. Questo confuse gli economisti, che non potevano credere alla possibile previsione del prezzo del cotone. Mandelbrot scoprì il frattale.
Un frattale è uno schema geometrico ricorsivo che si ripete infinitamente in diverse scale. Il frattale più famoso è il frattale di Mandelbrot. I frattali sono usati spesso nei screen saver del computer. Continuano a ripetersi eternamente con una complessità geometrica crescente. L'”ordine” nel frattale caotico di Mandelbrot è una formula piuttosto semplice:

z -> z² + c dove z è un numero complesso e c è una costante

La formula è ricorsiva, ogni nuovo valore di z alimenta la formula e determina il nuovo valore. Il valore iniziale è 0. Z è un numero complesso che consiste di una parte reale e una immaginaria. I valori di z possono essere disposti in un diagramma x-y per produrre queste immagini. Diversi valori per c produrranno diversi frattali e daranno al frattale il suo livello di libertà.
I frattali si trovano ovunque in natura, per esempio nelle arterie e nelle vene del sistema vascolare del corpo e nei bronchi nei polmoni umani. Le piante hanno una simmetria frattale, i broccoli ne sono un esempio meraviglioso, ma anche il paesaggio di montagna è frattale. Quando ingrandiamo un oggetto frattale, vediamo lo schema ripetersi dal macro al micro e indipendentemente da quanto ingrandiamo.

La teoria del caos ha scoperto l’esistenza di quattro attrattori di base, il punto, il ciclo, il toroide e l’attrattore strano. Non discuteremo delle differenze nel dettaglio, ma diciamo che un attrattore può essere descritto come una forza di natura che crea l’ordine dal caos. Il caos viene attirato dall’attrattore creando un ordine nascosto. I quattro tipi di attrattore lavorano alla base della realtà, creando l’universo dal caos. Il mondo non è totalmente organizzato da fisse leggi della fisica come si crede normalmente.
La teoria del caos mette anche fine ad una legge della fisica vecchia di un secolo, la seconda legge della termodinamica, la legge dell’entropia che afferma che tutto l’ordine nell’universo decadrà in disordine. Gli attrattori della teoria del caos provano che l’entropia negativa crea ordine dal caos e deve esistere nell’universo. Infatti sembra essere la regola e non l’eccezione!
Gli attrattori della teoria del caos invertono completamente l’idea di causa ed effetto. La causalità è basata sull’idea che ogni effetto deve avere una causa precedente nel tempo. Nella teoria del caos, la causa è l’attrattore, la forza invisibile della natura che attira l’effetto, il tempo corrente e passato verso di esso.
L’attrattore in teoria del caos è una forza che il filosofo Greco Aristotele chiamò entelechia, l’obiettivo che attira ad esso gli eventi. (3)

Ricapitolazione

Alla svolta del millennio diviene sempre più ovvio che la scienza sta perdendo le basi della realtà oggettiva e del determinismo causale.
L’illusione dell’oggettività è stata rimossa dalla scienza quantistica che ha mostrato l’influenza della coscienza umana nel reame quantistico e sulla materia subatomica. Gli scienziati quantistici hanno sempre avuto problemi con l’interpretazione di Copenhagen. L’idea che la coscienza avesse un effetto sulla realtà materiale non rientrava nella cornice stabilita della scienza. Cartesio e Newton fondarono la scienza con la premessa che la coscienza non avesse effetto sulla realtà, la coscienza stessa venne esclusa dal dominio della religione!
Questo portò al cieco credo che l’universo potesse essere studiato come un orologio, una fede cieca nel materialismo. Nessuno ne dubitava nel 19° secolo. Si credeva che tutto in natura potesse essere spiegato in termini meccanici dalla scienza, l’universo era come un enorme orologio meccanico.

Il determinismo causale danneggiato dalla scienza quantistica col principio di indeterminazione nel reame quantico, è stato infine affrontato anche dalla teoria del caos! La teoria del caos afferma che tutti gli eventi in natura sono caotici e imprevedibili e che le leggi fisiche possono solo operare entro confini in una stanza di creatività e spontaneità. Causa ed effetto subiscono una inversione con l’attrattore frattale come causa che attira gli effetti. La teoria del caos supporta l’idea che debba esserci un proposito nell’universo!
Però quanto è forte l’effetto della coscienza sulla realtà?
E’ limitato al reame quantistico e subatomico rimanendo sempre nascosto dall’esperienza personale o gioca un ruolo nel mondo macroscopico della vita di tutti i giorni? Vediamo cos’ha da dire la scienza sulla coscienza nel prossimo capitolo.

Jan Wicherink

soulsofdistortion.nl
Tradotto da Richard per Altrogiornale.org