Buchi Neri della Cosmologia Standard, non sono “mostruosi” come vengono descritti

Buchi Neri della Cosmologia Standard, non sono “mostruosi” come vengono descritti
buchi neri supermassicci
Credit: NASA/CXC/M. Weiss

Un team di astronomi della UMass Amherst ha osservato il buco nero supermassiccio (SMBH) al centro della nostra galassia, con grande precisione e i risultati indicano che solo una piccola parte del gas caldo nelle sue vicinanze sta entrando in esso. Molti modelli creati dagli astronomi predicono che i buchi neri consumino la gran parte del materiale nelle vicinanze e ora questo non sembra corretto. Nassim Haramein propone un modello alternativo che combacia con le osservazioni.

“In prinipio i buchi neri supermassicci attraggono tutto quanto”, dice Daniel Wang, “ma abbiamo scoperto che non è corretto”.

Quando gli astronomi hanno iniziato a sviluppare teorie sui buchi neri, si aspettavano che mostrassero le emissioni di raggi-x piĂą intense nel confine piĂą interno e poi sempre meno brillanti verso l’esterno, a causa della materia in caduta. Quindi gli astronomi nei recenti anni sono rimasti sorpresi nello scoprire che le cose non stanno così. Le osservazioni ora mostrano che i buchi neri supermassicci producono raggi-x ad intensitĂ  molto inferiore rispetto a quanto atteso e quindi attirano materia all’interno in modo molto piĂą lento. La frequenza di cattura Bondi per il buco nero supermassiccio nella nostra galassia, implica una luminositĂ  piĂą grande di un fattore 108 rispetto a quella osservata.

Credit: X-ray: NASA/UMass/Q.D. Wang et al.; IR: NASA/STScI Immagine composita della regione attorno a Sagittarius A* (Sgr A*), il buco nero al centro della Via Lattea.

Wang e un team di astronomi hanno testato i modelli teorici e determinato che parte della spiegazione può essere attribuita ai gas estremamente caldi associati ad una grande popolazione di giovani e massicce stelle vicine al centro della galassia.

Quindi hanno scoperto che il buco nero non riesce ad attrarre la gran maggioranza dei gas. Wang spiega che “I gas sono troppo caldi perchè il buco nero possa attrarli, al contrario ne rigetta il 99% e ne fa passare una minima parte” e conclude, “ora sappiamo qual’è il tipo di materiale che vi entra, ma non ancora esattamente come avvenga”. Il fisico Nassim Haramein propone una teoria che prevede geometrie altamente coerenti e ordinate, specialmente nelle regioni di grande curvatura gravitazionale, come nelle vicinanze della singolaritĂ  del buco nero supermassiccio al centro della nostra galassia.

Nel documento scientifico “The origin of spin: A consideration of torque and Coriolis forces in Einstein’s field equations and grand unification theory (2005)”, Haramein e Rauscher fanno luce sulla geometria dei buchi neri rotanti, sottolineando che “l’inclusione della torsione è essenziale per comprendere le meccaniche dello spaziotempo, che possono meglio spiegare le strutture cosmologiche e potenzialmente l’origine della rotazione”. Illustrano anche come questa nuova teoria che include l’effetto Coriolis nelle equazioni di Einstein, spieghi le geometrie coerenti dello spaziotempo nelle vicinanze dei buchi neri.

Quindi vediamo come la minore luminositĂ  nei raggi-x emessi dal buco nero al centro della nostra galassia, sia evidenza della natura altamente ordinata delle interazioni tra le stelle giovani e la singolaritĂ  centrale, causata dalla struttura auto-organizzante del vuoto che risulta dalle grandi velocitĂ  di rotazione. Come scoperto nel documento “Scale unification: a universal scaling law (2008)”, ci aspettiamo di vedere geometrie orbitali stabili e auto-organizzanti in tutti i livelli di scala cosmologica, che hanno natura simile alla struttura stabile dell’atomo.

Questa auto-organizzazione produce processi orbitali stabili e complessi, che i ricercatori della UMass Amherst vedono nei “gas caldi”. Tuttavia come discusso nel paper “Collective coherent oscillation plasma modes in surrounding media of black holes and vacuum structure – quantum processes with considerations of spacetime torque and Coriolis forces (2010)”, Haramein vede queste dinamiche orbitali come vibrazioni coerenti ad alta energia nella struttura dello spaziotempo, che evitano l’attrazione di molta della materia verso l’interno del buco nero, grazie agli effetti della torsione e della forza di Coriolis.

Stephen Bard
resonance.is