Edgar Cayce, con la sua mente più profonda in completa unione con la Coscienza Universale, ci chiese: “Che cosa farete con quest’uomo di Nazareth – Jeshua di Gerusalemme, Giosuè a Shiloh, Giuseppe alla corte del Faraone, Melchizedek quando benedisse Abramo, Enoch quando mise in guardia il popolo, Adamo quando ascoltò Eva?” In una lettura per una persona che aveva avuto un’educazione sia ebraica che cristiana e stava combattendo per decidere quale religione preferire, la Fonte delle letture di Cayce domandò: “Non hai trovato che l’essenza, la verità, la verità reale è UNA? Misericordia e giustizia, pace ed armonia. Perché senza Mosè e il suo capo Giosuè (che era un’incarnazione di Gesù) non vi è alcun Cristo. Cristo non è un uomo.
Gesù fu l’uomo; Cristo il messaggero; Cristo in tutte le epoche, Gesù in una, Giosuè in un’altra, Melchizedek in un’altra; questi furono coloro che condussero il Giudaismo! Questi furono coloro che vennero come il bambino della promessa, ai figli della promessa; e la promessa è in te, affinché tu vada avanti come Egli ti ha detto: ‘Nutri le mie pecore’.” Evidentemente, quando è in contatto con la Coscienza Universale, la prospettiva che Cayce ha di Gesù Cristo è molto diversa da quella della chiesa e anche da quella del suo stesso sé esteriore. Cayce e la sua famiglia erano dei cristiani che leggevano la Bibbia . Ma quando metteva da parte il suo sé esteriore ed innalzava la sua mente più profonda nell’Unione con ciò che le letture chiamavano la “Coscienza Universale”, una nuova prospettiva su Gesù Cristo arrivava fino a noi, una prospettiva che è più grande di una sola incarnazione e va oltre le limitazioni tridimensionali.
Da questa prospettiva Cristo è il Verbo, il Logos, la luce universale di Dio manifestata attraverso una persona incarnata. Le letture di Cayce spiegano che la luce di Cristo si incarnò per la prima volta a Poseidia in Atlantide intorno al 106 000 avanti Cristo – e lo fece per aiutare le anime che avevano perduto la loro connessione cosciente con Dio ed erano state intrappolate nella materia. Il Cayce in sintonia ci vede come spiriti e menti; i corpi fisici vennero molto tempo dopo la nostra creazione originale ad immagine e somiglianza del Creatore Universale. Lo spirito di Cristo si rese conto che ci sarebbe voluta una serie di incarnazioni per superare pienamente le influenze che avevano preso possesso delle nostre menti e dei nostri cuori, ed esso venne fuori dai cieli nella materia per aiutarci lungo la via.
Lo spirito di Cristo non si incarnò soltanto nel mondo occidentale. Cayce spiega che dovunque venisse proclamato il concetto di un solo Dio ed una sola fratellanza, lo spirito di Cristo fu presente. Come il discepolo Giovanni scrisse nelle righe iniziali del suo vangelo: “In principio era il Verbo [il Cristo] , e il Verbo era presso Dio, e il Verbo era Dio. Tutto è stato fatto per mezzo di lui; e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini. La luce splende nelle tenebre, e le tenebre non l’hanno vinta. Il Verbo [il Cristo] diventò carne e dimorò fra di noi, pieno di grazia e verità.” Una parte della trinità di Dio venne fra l’umanità per aiutarci. Cayce dice che questo avvenne per la prima volta ai tempi leggendari di Atlantide; poi ancora ad Eden, fra Tigri ed Eufrate; e ancora in Egitto, e ancora e ancora, continuando persino oggi.
In una lettura di Cayce più spesso pubblicata egli dichiarò: “Perché non ci fu mai un tempo in cui non ci fu un Cristo …” Molti cristiani devoti lottano contro l’editto che una persona deve “fare il nome” per raggiungere la piena resurrezione, la redenzione e la vita eterna. Anche le letture di Cayce citano questa espressione, ma con una variazione importante: “Colui che vuole fare il nome deve essere diventato perfetto in se stesso!” Quanti di noi cristiani possono dire di aver raggiunto questo requisito? Un’altra lettura dice: “Glorifica quel nome, quel nome, che diventa in ogni bocca quello che è stato crocifisso, nel modo in cui il sé è crocifisso ai desideri carnali, preferendo lo spirito di Colui che è Sacro a te stesso, e considerando il tuo vicino come te stesso.”
Usando la definizione del nome di questa lettura, non potrebbe una persona che ha sentito poco di Gesù “fare il nome” se lui o lei ha crocifisso i desideri carnali, preferendo la volontà di Dio alla propria e amando il suo simile come se stesso? Il nome è una parola o è forse spirito? La salvezza è il nome “Gesù” o amare Dio e altri come ha insegnato Gesù? Cristo è solo cristiano o anche universale? Dio e la manifestazione di Dio fra noi è limitata ad alcune anime elette? Dio non ama e non cerca forse la compagnia di tutti i Suoi figli? “Quando un’entità, un’anima, una mente, entra [nelle dimensioni spirituali] essa mette intorno al sé il manto, l’abito, anzi il mantello di Cristo; non come uomo, non come individuo, bensì il CRISTO – quella coscienza universale d’amore che vediamo manifesta in quelli che hanno dimenticato il sé, ma, come Gesù, danno se stessi affinché altri possano conoscere la verità.” Questa coscienza può essere ottenuta da chiunque di qualsiasi religione o anche senza alcuna religione.
da: ‘PersonalSpirituality’, novembre-dicembre 2002