Energia nucleare: in 5 anni chiuse 32 centrali

Energia nucleare: in 5 anni chiuse 32 centrali
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Crediti: shutterstock

L’energia nucleare ad oggi è utilizzata in 31 Paesi al mondo ma le rinnovabili crescono a ritmi più alti e l’eolico ha triplicato la produzione

L’energia nucleare rappresenta ancora una risorsa a cui il mondo non è in grado di rinunciare ma, rispetto agli anni scorsi, la sua incidenza sulla produzione globale si riduce in favore delle fonti non esauribili. Le energie rinnovabili generano 7,7 milioni di posti di lavoro e mostrano un trend di crescita significativo e che sembra destinato a trovare continuità anche nei prossimi anni, a discapito delle fossili che, negli anni, potrebbero dimostrarsi sempre meno vitali per il soddisfacimento del fabbisogno energetico mondiale.

L’energia nucleare oggi

In tutto il mondo al 1° luglio 2015, l’energia nucleare è utilizzata in 31 Paesi, per un totale di 391 reattori attivi (+0,5% rispetto al 2014), in grado di generare 337 Gigawatt di energia (+1,2% sul 2014). Cifre però in regressione se si considerano le medie del periodo 2001-2010, quando i reattori attivi censiti erano stati 420, in grado di sprigionare circa 450 GW di potenza. Questi sono alcuni dei dati rivelati da una ricerca sull’industria nucleare portata avanti da un’equipe guidata dal tedesco Mycle Schneider, ricercatore esperto del settore.

La geografia dell’industria nucleare

Dei 31 Paesi che utilizzano l’energia nucleare, solo in 9 hanno fatto segnare un trend di decrescita della produzione rispetto all’anno prima, mentre gli altri 22 si attestano in espansione. A monopolizzare il 69% della produzione globale sono le 5 storiche potenze della categoria: Stati Uniti, Cina, Russia, Sud Corea e Francia. In Europa sono attivi 128 reattori, con una capacità di produzione di 120 GW l’anno.

Le cifre della regressione

Per comprendere la flessione dell’energia nucleare in seno agli equilibri ecologici è necessario raffrontare il trend attuale con quello riscontrato nel decennio scorso.

Il gruppo delle ‘Big Five’ del settore, nel 2014, ha generato circa 2.400 Terawatt, in lieve crescita sul 2013 ma lontano dai ritmi produttivi dello scorso decennio e in contrazione del 9% nei confronti della produzione attestata nel 2006. A picco l’impatto dell’energia nucleare sulla produzione complessiva mondiale: se nel 1996 il nucleare soddisfaceva il 17,6% del fabbisogno, nel 2014 tale percentuale è calata fino al 10,8%.

I dati sulle rinnovabili

Di altro segno invece l’andamento del comparto rinnovabili: dopo due anni (2012 e 2013) di calo, nel 2014 i fondi canalizzati verso la green economy sono tornati a cresce, per un dispiegamento totale di 270 miliardi di dollari (+17% rispetto al 2013), quasi sui livelli del 2011, quando – con 279 miliardi di dollari di investimenti – si toccò il record di investimenti nella storia dell’energia verde. La capacità di energia prodotta da eolico e solare ha segnato un trend di significativa crescita: il primo è passato dai 103 GW del 2008 ai 355 del 2014, il secondo dai 66 GW sempre del 2008 ai 179 GW del 2011. L’energia nucleare ha mantenuto i propri livelli costanti rispetto al 2007, con una capacità di 20 GW.

Il confronto sull’energia elettrica

Per ciò che riguarda la produzione di energia elettrica il confronto è persino impietoso: nel 2014 l’eolico ha generato 694 Terawattora, contro i 147 TWh del nucleare. Il sorpasso dell’energia dal vento è iniziato nel 2011 (quando ancora il nucleare gli era davanti): da quel momento la quantità di energia elettrica prodotta tramite fonti eoliche è raddoppiata mentre quella generata tramite nucleare ha fatto segnare un dimezzamento.

Il sovvertimento della situazione è stato sospinto soprattutto dalla conversione in ottica green di 8 potenze mondiali – Germania, Spagna, Olanda, Cina, Giappone, India, Brasile e Messico – che da sole rappresentano il 45% della popolazione complessiva e che ad oggi producono la maggiore quantità di energia elettrica tramite rinnovabile, in sfavore del nucleare.

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