Una delle più grandi scoperte della scienza: il DNA. Ciascuno di noi ne ha ricevuto uno, come un libretto di spartiti, uno che non è mai comparso sulla terra e mai più esisterà dopo la sua morte. Questo “libretto di spartiti” si può modificare? Scopriamo insieme come.
La biologia – scienza della vita – si è dedicata per molti anni a sezionare, fotografare, sequenziare, decodificare le informazioni che provengono dalle più piccole molecole del nostro corpo. In pochi anni siamo riusciti a raggiungere risultati incredibili grazie alla tecnologia e ai progressi della matematica, della fisica, dell’ottica, dell’elettronica.
I miei studi di biologia sono cominciati 25 anni fa quando nei laboratori molecolari dominavano i termociclatori. Da quando Kary Mullis inventò la Reazione di Polimerasi a Catena (PCR), ci fu una vera rivoluzione nella vita di ogni scienziato intento a studiare il codice della vita (il DNA). Poche ore di attesa e si potevano avere miliardi di copie di un’informazione presente nel nostro libretto di istruzioni (o come piace dire a me, di spartiti).
È stata una delle più grandi scoperte della scienza della vita poter interpretare quel codice e scoprire che ciascuno di noi ne ha ricevuto – al momento del concepimento – uno che non è mai comparso sulla terra e mai più esisterà dopo la sua morte. Questo libretto di spartiti viene copiato in ognuna delle nostre 50 mila miliardi di cellule per dar loro la possibilità mettere a punto il proprio funzionamento, costruire i propri mattoncini (proteine), riprodursi, ingrandirsi, quando morire.
Ma se questo libretto contiene uno spartito che crea mattoncini difettosi, saremo costretti a manifestare una patologia?
L’epigenetica, oggi, ci dice di no e ha scoperto che le nostre cellule hanno la capacità di posizionare dei segnalibri e decidere quale spartito leggere. Possiamo cambiare i nostri segnalibri in base a come percepiamo i segnali dell’ambiente intorno a noi e addirittura regolare il volume con cui leggiamo ciascuna pagina.
Tutto ciò è stato scoperto soltanto recentemente e ha creato a sua volta un grande cambiamento nell’approccio dell’uomo verso la biologia e la medicina: da vittima di ciò che ha ereditato dai genitori ad artefice del proprio destino, come un direttore d’orchestra che può decidere quale melodia suonare in questo momento in ogni organo del suo corpo.
Frequenze e vibrazioni alla base della comunicazione cellulare
Fin da piccolo mi piaceva smontare gli orologi, le radio che mio papà portava a casa dal suo negozio e cercare di capire come funzionava ogni più piccolo elemento. Questo approccio così analitico mi ha portato a studiare il funzionamento e la salute del corpo umano ricercandone i segreti nel microscopico mondo delle nostre cellule.
Non dimenticherò mai il momento in cui ho visto al microscopio una cellula staminale (indifferenziata, totipotente, in grado di diventare qualsiasi cellula del nostro corpo) cominciare a pulsare e diventare cellula del cuore. A quella cellula erano stati dati i nutrienti e i segnali chimici che le hanno fatto credere di essere “cuore”. Quella cellula ha lo stesso libretto di spartiti di ogni altra del nostro corpo, eppure grazie ai segnali che riceve decide di mettere proprio lì i suoi segnalibri e di sintetizzare le proteine del cuore.
Ora, vent’anni dopo, qualcosa di ancora più straordinario è alla luce dei nostri occhi. Il Professor Carlo Ventura dell’Università di Bologna ci dimostra come le cellule comunicano tra loro grazie alle vibrazioni di luce e di suono, ci fa ascoltare il suono di una cellula sana, malata e morta. Ma ciò che per me ancora più rivoluzionario è che possiamo mandare a quella cellula staminale gli stessi segnali di differenziamento non più soltanto attraverso nutrienti biochimici, ma attraverso frequenze di suono.
Emiliano Toso
Musicista Compositore e Biologo Cellulare attento alle nuove prospettive dell’Epigenetica e della Nuova Biologia. Ha conseguito il dottorato in Biologia Umana, basi molecolari e cellulari conseguito presso l’Università di Torino.