L’attacco all’Iran e il paradosso ET

Il Giornale Online
Di Maurizio Baiata

Partiamo da un assunto alla Celentano: “La situazione non è buona”. Non ci vuol molto per accorgersene e probabilmente la questione più inquietante che grava sul pianeta, e che interessa dunque a livello globale la Terra, appare quella SDI, la Strategic Defense Initiative di reaganiana memoria che abbiamo visto riemergere nei giorni scorsi dalle dichiarazioni di USA e Russia rispetto alla dislocazione di armamenti missilistici americani in territorio europeo, al fine di contrastare, o meglio impedire il concretizzarsi di una minaccia nucleare iraniana.

Sulla questione sono nodali le posizioni della Repubblica Ceca e della Polonia, che non accettano di buon grado che i propri territori diventino sedi di installazioni missilistiche di chicchessia. Certo, ma se USA e Russia dovessero accordarsi, sulla base di “prove certe” dell’insidia rappresentata dall’Iran, allora anche l’atteggiamento di Polonia e repubblica Ceca si potrebbe ammorbidire e forse nel giro di pochi mesi, tutto sarebbe pronto. Alcuni osservatori politici scommettono ormai sulla data, non sull’ipotesi, di un attacco nucleare all’Iran da parte di Washington, con il consenso del Cremlino.

L’Iran è una minaccia per Israele. Un punto fermo, questo, che abbiamo visto sbandierato ai quattro venti proprio dalla “lady di ghiaccio”, considerata la sua impermeabilità a qualunque opposizione, Hillary Clinton, nel discorso da lei pronunciato all’alba della sua sconfitta alle primarie, finite a favore di Barack Obama. Una sconfitta che la Clinton ha sagacemente trasformato in una “resa con l’onore delle armi”, infatti ha incentrato tutto su un monito agli USA – e al mondo intero – perché Israele venga protetta ad ogni costo da ogni nemico. Israele è l’ultimo baluardo di un popolo, di più, di una nazione di vitale importanza per la civiltà occidentale, una nazione che deve poter vivere senza l’incubo delle atomiche di Teheran. Una preoccupazione condivisibile, si dirà.

Solo che mentre la Clinton manda questi sacrosanti messaggi di salvaguardia del diritto all’esistenza di Israele, il Congresso degli Stati Uniti si accinge ad approvare la “Resolution 362” che riguarda “la minaccia rivolta alla pace internazionale, alla stabilità in Medio Oriente, e a vitali interessi di sicurezza nazionale, da parte della politica dell’Iran tesa a conseguire armamenti nucleari e l’egemonia territoriale, e altri propositi”.
Come osserva un ufologo serissimo, Nick Balaskas, sulla lista UFOUpdates, questa risoluzione “costituisce un flagrante atto di guerra contro una nazione non ostile. E gli USA e Israele si preparano ad attaccare e anche ad impiegare le loro armi nucleari tattiche contro questa nazione, che essi percepiscono come una minaccia alla propria esistenza”.

Pensando ai tempi di tale escalation, emergono tre ipotesi: la prima, potrebbero essere brevi, ovvero un attacco all’Iran andrebbe sferrato prima delle Presidenziali di Novembre, con ancora George Bush insediato a Washington. Non sussistono peraltro oggi elementi tali da suggerire una reazione a catena, con un primo attacco dell’Iran ad Israele, come si ottenne con la provocazione nipponica a Pearl Harbor. La seconda, tutto potrebbe aver luogo a qualche mese di distanza dall’insediamento alla Casa Bianca di McCain, ovviamente il neo eletto presidente Repubblicano avrebbe il consenso di quasi tutta la nazione sull’onda di una vittoria ai danni di Obama.

La terza, ad una – per noi auspicabile – vittoria del candidato democratico di origine afroamericana, seguirebbe un periodo di aggiustamento della politica estera USA, basata su una visione meno paranoide del mondo islamico e con il conseguente scongiurare, almeno sulla carta, le distruzioni di massa e l’annientamento di un popolo inerme, e una possibile Terza Guerra Mondiale della quale potrebbero essere protagoniste Cina e Russia, che dispongono di arsenali nucleari, ma schierati dall’altra parte, in difesa dell’Islam.

Tutto questo potrebbe accadere. Ora cerchiamo di ragionare. Non sono solo pochi esponenti del governo USA ad avere il “Need to Know” e che quindi conoscono la realtà del fenomeno UFO e la verità su presenze aliene che interagiscono con il nostro pianeta e che, parliamo per ipotesi, sin qui siano state semplicemente ad osservare l’evolversi della nostra situazione geopolitica globale. Lo sanno anche esponenti di altri governi, dei Paesi che fanno capo al sistema di difesa della Nato e lo sanno, in particolare, proprio quei governi i cui vertici militari hanno sempre dichiarato:

“Non abbiamo dati da divulgare sugli UFO perché gli UFO non costituiscono una minaccia e non abbiamo alcun interesse ad indagare più di quanto non si faccia già ora, ci limitiamo a raccogliere e catalogare le segnalazioni di avvistamento”. Bugia. Un’affermazione così mendace e così sfrontata, che colloca il ruolo di un sistema difensivo basato su satelliti e forze aeree, alla stregua di un album delle figurine dei calciatori, merita un commento ancora più sfrontato, visonario e cospirazionista. Vi ricordate il famoso interrogativo, noto come “Paradosso di Fermi” che chiedeva riferendosi ad Esseri Extraterrestri tanto elusivi: “Dove sono tutti quanti?”. Beh, lo potremmo anche allargare un po’ questo paradosso e rivolgerci agli ET che sembrano osservarci e dire loro: “Se avete a cuore il destino dell’Umanità della Terra, è giunto il momento di palesare la vostra presenza”.

Che siano buoni o cattivi non ha importanza, devono per forza intervenire se hanno interesse a non lasciare che questo pianeta diventi un cumulo di macerie. Pensateci un po', poi dovrebbero andare a snidare dai loro rifugi sotterranei i maledetti capi occulti di questo mondo e vaporizzarli all'istante, o mettercisi d'accordo per almeno i prossimi 61 anni.

Fonte: Dnamagazine.it