Il più antico fossile completo di ominide mai scoperto è stato presentato al mondo dopo venti anni di scavi e una certosina opera di pulizia. Lo straordinario reperto, chiamato affettuosamente “Little Foot” dai suoi scopritori, cioè piccolo piede, appartiene a una giovane femmina di australopiteco, lo stesso genere della celebre Lucy. Tuttavia non si tratta della stessa specie, ovvero di un Australopithecus afarensis, ma di una molto vicina sotto il profilo genetico.
A separare i due ominidi, oltre ai 500mila anni in più di Little Foot, che ha un’età calcolata di 3,67 milioni di anni, vi sono migliaia e migliaia di chilometri di territorio africano. Lucy fu infatti trovata in Etiopia, uno stato del cosiddetto Corno d’Africa, mentre Little Foot è stato recuperato in Sudafrica, nella caverna Silberberg Grotto nel sistema di Sterkfontein. I primi frammenti del piede – da qui il nome dato all’ominide – emersero nel 1994, scoperti dal professor Ron Clarke dell’Istituto di studi evoluzionistici presso l’Università di Witwatersrand (Johannesburg).
Ci vollero tre anni prima di riuscire trovare le parti mancanti dello scheletro, e moltissimi altri per estrarlo dalla solida roccia calcarea e riportarlo alla luce. Le informazioni sull’australopiteco non sono molte, ma lo stanno studiando alacremente team di paleoantropologi di tutto il mondo. La prima informazione importante è di tipo geografico, e suggerisce che questi nostri antenati avevano un areale di distribuzione estremamente ampio, che probabilmente occupava l’intera Africa.
Il sesso di Little Foot è stato determinato analizzandone i denti, le ossa della testa e quelle del bacino. Secondo Clarke la giovane ominide morì precipitando in un fosso della caverna dove è stata ritrovata, gelosamente custodita dal tempo per milioni di anni. Nonostante l’età, non si tratta comunque dell’ominide più antico in assoluto, dato che il record appartiene ad “Ardi”, l’Ardipithecus ramidus di 4,4 milioni di anni scoperto in Etiopia, tuttavia Little Foot per completezza non ha eguali.
Per la prima volta, ad esempio, è stato possibile fare il confronto tra la lunghezza delle ossa complete delle braccia e delle gambe, determinando che l’australopiteco somigliava molto più a un uomo che a una scimmia (le gambe erano più lunghe). Nonostante l’aspetto, molto probabilmente viveva ancora sulla chioma degli alberi. Tutti i dettagli su Little Foot sono stati diffusi sul sito dell’Università Witwatersrand.
Andrea Centini