Il moto dei pianeti

Abbiamo finora fatto alcune considerazioni su sole e luna. In questo articolo voglio invece iniziare a studiare la traiettoria dei pianeti sulla Terra piatta. Dobbiamo ricordare, considerando la Terra piatta, che il modello eliocentrico non è assolutamente affidabile, è fuorviante e completamente lontano dalla verità. Quindi, solo per cambiare, qualcuno dei lettori potrebbe immaginare il modello geocentrico come una possibile alternativa.

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Come si può dedurre dall’immagine, il modello geocentrico prevede che i pianeti si muovano su sfere concentriche di diametro crescente. Secondo questo modello, il sole e la luna sono raffigurati come orbitanti assieme agli altri pianeti attorno alla Terra oppure sopra la Terra. Probabilmente questo schema, a prima vista, sarebbe considerato accettabile da coloro che non ritengono più accettabile il sistema eliocentrico. Ad ogni modo, si può facilmente dimostrare che il modello presentato nella foto è illogico e scientificamente sbagliato.

Come indicato in molti articoli passati e dimostrato in molti modi diversi, la traiettoria del sole è una spirale conica che si distende tra i due tropici e le orbite notevoli di questo cono possono essere calcolate al momento dei solstizi. Per raggiungere la prima approssimazione, queste orbite possono essere tracciate con l’aiuto della trigonometria.

Usando i numeri Demlo e i frattali, abbiamo scoperto che tutti i numeri collegati al disco solare sono multipli di 111. Ecco i numeri del cono del sole espressi tramite il frattale principale:

Raggio [km] Altezza [km]
Solstizio d’estate 6660 6660
Solstizio d’inverno 13320 3330

Ora, dobbiamo considerare un concetto abbastanza sorprendente. I pianeti sono sempre visti, da un osservatore sulla Terra, vicino all’eclittica. L’eclittica è la traiettoria del sole nel cielo. Gli astronomi affrontano questo fenomeno dicendo che accade perché ogni pianeta segue un’orbita che si muove sullo stesso piano dell’eclittica o presenta un angolo molto piccolo rispetto ad esso. Questa situazione dovrebbe immediatamente apparire all’osservatore come qualcosa di totalmente strano. Riporto di seguito una tabella con le inclinazioni delle orbite dei pianeti rispetto all’eclittica.

Pianeta Inclinazione dell’orbita rispetto all’eclittica
Mercurio 7°0’
Venere 3°24’
Marte 1°51’
Giove 1° 18’
Saturno 2°29’
Urano 0°46’
Nettuno 1°46’

Gli scienziati affermano che questo posizionamento dei pianeti tutti sullo stesso piano è dovuto a motivi di stabilità. La teoria gravitazionale newtoniana non potrebbe comunque mai spiegare una struttura così incredibile del sistema planetario. Questo perché la gravità dovrebbe consentire ai pianeti di ruotare su orbite molto diverse, anche opposte tra loro. I pianeti ruotano invece tutti nella stessa direzione attorno al sole.

Ora, considerando il modello di Terra piatta con il sole che si muove su un cono su di essa: quanto vicino all’eclittica può essere visto un pianeta, se è lontano dal sole? Se viene visto sull’eclittica quando il sole si trova sulla cima del cono, lo stesso sarà impossibile quando il sole sarà sul fondo di esso.

Nella figura successiva si può vedere la situazione appena descritta. I pianeta viene rappresentato ad una certa altezza e proviamo a supporre che percorra un cerchio durante l’anno , con quel diametro, attorno all’asse del polo nord.

L’osservatore potrebbe effettivamente vedere il sole e il pianeta sull’eclittica solo una volta all’anno, dimostrando così che questo modello non è corretto. In figura si può vedere il caso del sole sul tropico del Cancro in linea con il pianeta. Quando il sole si abbassa non si trova più ad essere in linea col pianeta che quindi risulterà essere totalmente al di fuori della zona dell’eclittica.

Ho rappresentato il sole e il pianeta come allineati per semplificare la comprensione. Il modello base è che il sole e il pianeta in quel giorno dovrebbero seguire traiettorie che corrono vicine.

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Alla vista di questa immagine, potresti pensare che, semplicemente, la traiettoria del pianeta dovrebbe essere un cono che segue il sole durante l’anno e non un cerchio che si muove con un movimento circolare attorno all’asse del Polo Nord, sempre alla stessa altezza. Questa idea del cono all’inizio, potrebbe essere percepita come una buona. Ma questo è vero solo se si determina correttamente l’altezza del cono del pianeta.

Dobbiamo capire quanto lontano dal sole si sviluppa il cono del pianeta. Infatti, quando consideriamo un pianeta su un cono lontano dal cono del sole, due osservatori, A e B, che si trovano in due diversi punti della Terra, non sarebbero in grado di vedere contemporaneamente il sole e il pianeta sull’eclittica .

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Si può quindi dimostrare che il cono di un pianeta ha la necessità di seguire da vicino il cono del sole per evitare problemi con la parallasse. Questo sarà necessario per consentire agli osservatori di vedere il pianeta vicino all’eclittica da tutti i luoghi della Terra.

Qui, ovviamente, non vi è alcun riferimento alla parallasse astronomica, la cui irrealtà è stata dimostrata in un articolo precedente, poiché la Terra è immobile. Si veda l’articolo “La parallasse annua sulla Terra immobile“. La parallasse a cui mi riferisco è semplicemente la vista diversa che due persone, in due diversi punti della Terra, possono avere del pianeta rispetto al punto di riferimento dato dal sole.

L’osservatore B percepisce il pianeta sull’eclittica come dovrebbe essere, ma, quando l’osservatore A vede l’eclittica, non può vedere il pianeta perché non è allineato. Sembra quindi chiaro che il pianeta non può percorrere un cono lontano da quello del sole.

Il movimento dei pianeti, insieme ai loro coni, deve seguire il movimento del sole in relazione all’altezza, mentre può essere indipendente dal sole nel movimento circonferenziale.

Questi coni devono quindi essere individuati considerando il fatto che esistono pianeti interni ed esterni. Mercurio e Venere sono interni, cioè vicini alla Terra, sotto al cono del sole. Gli altri pianeti sono esterni, cioè più alti del cono del sole.

Quando facciamo queste considerazioni, dovremmo essere consapevoli che le cose possono essere molto più complicate di quanto appaiono. Ma questo è un primo passo che permetterà, nel prossimo futuro, agli astronomi di mentalità aperta di fare ulteriori miglioramenti nello studio delle Scienze della Terra.


Michele Vassallo è un ingegnere meccanico. Nel 2015, quando scoprì il movimento emergente degli American Flat Earthers, si sentì stupito e affascinato. Presto si rese conto che la Terra non poteva essere un globo. Nonostante il fatto che gli argomenti venuti alla ribalta fossero e siano ancora incompleti e contengano molti errori, il concetto generale di una terra piatta sembra assolutamente degno di indagine.

Tra le sue migliori scoperte c’è la reintroduzione dell’etere nella fisica della terra piatta e una nuova visione della natura della luce.

E’ coautore del libro “The real measures of the (flat) Earth” edito da Aracne editore e del blog “rifugiatidipella.com“. Dal 2019 produce materiale video inerente la Terra piatta sul suo canale Youtube “earthmeasured”.