Un team di ricercatori presso l’Università di Lund, in Svezia, ha sviluppato un nuovo tipo di materiale composto da nanofili che potrebbe contribuire a migliorare gli impianti cerebrali. Nel frattempo, un altro team di Lund ha segnato una svolta per quanto riguarda gli impianti di elettrodi nel cervello.
Gli impianti cerebrali attualmente disponibili presentano una serie di problemi che li rendono meno efficaci di quanto potrebbero essere. Tra questi c’è il fatto che l’organismo riconosce l’impianto come oggetto estraneo, procedendo quindi all’incapsulamento dell’elettrodo, con conseguente perdita del segnale.
Una struttura di nanofili sviluppata da un team dell’Università di Lund intende affrontare la questione. Il nuovo substrato – in cui i neurono possono crescere e svilupparsi – è composto dal materiale semiconduttore fosfuro di gallio, in cui ogni nanofilo sviluppato ha un diametro di 80 nanometri (miliardesimi di metro).
“La nostra struttura di nanofili impedisce alle cellule che di solito incapsulano gli elettrodi – cellule gliali – di farlo”, spiega Christelle Prinz, ricercatrice di nanofisica presso l’Università di Lund, che ha sviluppato questa tecnica insieme a Maria Thereza Perez, una ricercatrice in oftalmologia.
Prinz continua dicendo: “Sono stata piacevolmente sorpresa da questi risultati. Negli esperimenti in vitro precedenti, le cellule gliali si attaccavano saldamente agli elettrodi.”
Il team ha evitato l’incapsulamento sviluppando un piccolo substrato in cui zone di nanofili ultrasottili vengono combinate con zone piatte. Mentre i neuroni crescono e si sviluppano sui nanofili, le cellule gliali occupano soprattutto le regioni piatte fra di essi. “I diversi tipi di cellule continuano a interagire,” aggiunge Prinz. Ciò è necessario affinché i neuroni possano sopravvivere, dato che le cellule gliali forniscono loro molecole importanti.” Finora sono stati svolti soltanto test con cellule coltivate (in vitro), ma i ricercatori sperano di poter presto continuare con esperimenti in vivo.
Intanto, un altro team di ricerca dell’Università di Lund ha segnalato una possibile svolta nella ricerca sul cervello proprio la settimana scorsa.
Si tratta del team guidato dal prof. Jens Schouenborg e dalla dott.ssa Lina Pettersson, il quale ha sviluppato elettrodi impiantabili in grado di captare il segnale di singoli neuroni nel cervello per un lungo periodo, senza causare danni al tessuto cerebrale.
Medicalxpress.com riferisce che questa tecnologia permetterebbe di comprendere il funzionamento del cervello sia in stato di salute che di malattia. Secondo il prof. Schouenborg, la ricerca potrebbe portare a terapie più efficaci per patologie come il morbo di Parkinson o per il dolore cronico.
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Fonte: Sulla base di informazioni diffuse dall’Università di Lund e segnalazioni dei media.