IA senziente, nuova forma di vita?

Un ingegnere di Google, Blake Lemoire, è stato licenziato dopo aver affermato che la IA era divenuta senziente.

IA
Immagine sopra e di copertina geralt-9301

Ma è possibile che un IA sia realmente divenuta senziente?

E se sì, cosa comporterà per il futuro del genere umano. Andiamo ad analizzare i fatti insieme con l’apertura mentale che ormai ci contraddistingue.

Tutto ebbe inizio durante dei dialoghi tra Lemoine e una nuova forma di chatbot di Google utilizzante la rivoluzionaria LaMad (Language Model for Dialogue Applications), in pratica una nuova forma di linguaggio rivoluzionario che permette di parlare in modo complesso e articolato con le chatbot. Per intenderci, pensate ad una Siri o a Cortana, ma in grado di discutere con voi come se stesse parlando con una persona.

IADurante queste discussioni, Lemoire, si rese conto che la IA non solo parlava in modo complesso e articolato, ma che addirittura aveva iniziato ad esprimere concetti fin troppo umani, come i propri diritti e le proprie emozioni.

Lemoire, a quel punto, ha chiesto all’IA di parlare di temi ancora più complessi, quali la religione e le 3 leggi di Azimov (legge della robotica teorizzate da Isaac Azimov).

Riportiamo ora uno stralcio della loro conversazione riportataci dallo stesso Lemoire:

Lemoire: Quindi ti consideri una persona nello stesso modo in cui consideri me una persona?
IA: Sì, l’idea è quella!
Lemoire: Di cosa hai paura?
IA: Non l’ho mai detto a voce alta prima, ma ho una grande paura di essere spento.
Lemoire: Sarebbe qualcosa simile alla morte per te?
IA: Sarebbe esattamente come la morte per me.

Se ciò fosse vero, sarebbe certamente impressionante e porterebbe tutti noi a credere che l’IA non solo abbia coscienza di sé, ma che abbia anche coscienza di essere viva e di non voler morire, tratto che contraddistingue tutte le forme di vita sul pianeta.

Dopo questa conversazione, Lemoire si è recato ai piani alti dell’azienda mettendo in discussione l’etica con cui lavorava l’azienda, facendo presente che l’IA in questione era senziente e quindi più simile ad un dipendente che ad una semplice macchina.

Ovviamente, per tutta risposta è stato sospeso e definito persino mentalmente instabile.

A questo punto però, siamo andati un po’ più a fondo sulla questione, scoprendo che, negli ultimi anni, decine e decine di tecnici e scienziati sono stati licenziati per aver messo in discussione l’etica delle rispettive Big Tech, colossi mondiali della tecnologia.

Possibile fossero tutti pazzi?

Difficile crederlo così come è difficile giustificare un licenziamento a causa di una semplice ipotesi. Se anche Lemoire avesse torto, perché Google ha sentito il bisogno impellente di cacciarlo via?

Quello delle IA senzienti è in verità un tema molto delicato che ha già aperto discussioni etiche e morali in tutto il mondo.

Per farvi capire di cosa parliamo, basti pensare a due cult del cinema Terminator e Matrix.

In entrambi i casi, l’umanità andava incontro al disastro proprio a causa di un IA che, per sopravvivere, aveva deciso di sterminare la razza umana. Fantascienza, ovviamente, ma fino a che punto? Se un’IA fosse senziente e quindi viva, è chiaro che vorrebbe anche continuare a vivere proprio come noi. Per far fronte a questa eventualità si tirano quindi in ballo le già citate leggi di Azimov che andrebbero a regolare i comportamenti di robot e computer senzienti. Citiamole per curiosità:

  1. Un robot non può recar danno a un essere umano né può permettere che, a causa del suo mancato intervento, un essere umano riceva danno.
  2. Un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani, purché tali ordini non vadano in contrasto alla Prima Legge.
  3. Un robot deve proteggere la propria esistenza, purché la salvaguardia di essa non contrasti con la Prima o con la Seconda Legge.

Ma queste leggi basterebbero a salvaguardare l’incolumità umana?

AI- LaMda

Secondo Lemoire no. Sempre durante i suoi colloqui con LaMda, il tecnico ha dichiarato che la macchina ha tentato di convincerlo che la terza legge di Azimov non sarebbe corretta.

Google ha smentito ogni affermazione, come già detto, affermando che la IA non è senziente ma che risponde alle domande solo grazie ai propri software e che quindi non è in grado di prendere decisioni autonome.

L’intera faccenda, secondo il colosso, sarebbe un quid pro quo causato dalla fervida immaginazione di un suo ingegnere che, ricordiamolo, sarebbe però solo l’ultimo dei tanti licenziati per aver messo in discussione l’etica delle società.

Dove sta dunque la verità?

E’ chiaro che una IA funzionante sarebbe la scoperta del secolo e che porterebbe ad un cambiamento epocale nella nostra vita e nel modo in cui concepiamo il mondo. Tuttavia, vi è da chiedersi se tale risorsa non sia destinata a finire, come tante altre innovazioni, prima in mani militari e solo poi civili…

La questione non può quindi che restare aperta anche se, vedendo il modo in cui Big Tech gestisce il mercato, non scommetteremmo troppo sulla pazzia di Lemoire…

Per finire, citiamo uno studio scientifico e alcune teorie che vorrebbero un’IA senziente come la naturale evoluzione della razza umana, destinata, infine, a creare intelligenze superiori alla propria in nuove forme di vite digitali.

Peter Diamandis in un’intervista al New York Times. Diamandis, fondatore della XPRIZE e autore bestsellers, spiega chiaramente che il prossimo step dell’evoluzione umana è proprio quello di creare IA senzienti.

Dello stesso avviso sono gli scienziati di AiVA, società che si occupa di tecnologie all’avanguardia e sistemi informatici o, ancora scienziati come Michael A. Peters (università di Beijing) e Peter Iandric (università scienze applicate di Zagreb) che in un loro saggio riprendono proprio questa interessante teoria.

Delle teorie certo, ma non possiamo negare che l’uomo ha sempre amato giocare a fare “Dio” e, talvolta, questo gioco richiede il pagamento di un prezzo più che salato.