Biolaboratori in Ucraina, cosa c’è di vero?

BiolaboratoriTutti noi abbiamo sentito le accuse russe in merito a biolaboratori in Ucraina per la creazione di armi biologiche e le conseguenti smentite dell’Occidente.

Sulla vicenda si è scatenato un immenso caos che, in pratica, ha portato a non comprendere più cosa vi fosse di vero e cosa no.

Oggi proveremo quindi a capire cosa si cela dietro le accuse russe e se vi sono effettivamente biolaboratori finanziati dagli Usa in Ucraina.

Quando l’accusa del Cremlino venne riportata dai giornali, tutti in Occidente si indignarono, respingendo a piè fermo ogni illazione in merito all’esistenza di biolaboratori sul suolo ucraino.

Il dibattito non portò a nulla e le accuse, dall’una e dall’altra parte, si conseguirono senza sosta. Tutto ciò cambiò all’istante non appena vennero pubblicate tutta una serie di mail, documenti e ordini governativi che avevano come tema proprio i biolaboratori in Ucraina. L’opinione pubblica venne messa al corrente che l’OMS, gli Usa e il governo stesso ucraino, avevano dato l’ordine di distruggere ogni agente patogeno in “studio” presso i laboratori di ricerca.

Ovviamente, in tal modo divenne evidente a tutti che l’Occidente aveva mentito quando affermava che non esistevano laboratori. Dovendo correre ai ripari, i media e i governi chiarirono subito che sì, i laboratori effettivamente esistevano ma erano solo atti alla ricerca e non alla creazione di armi biologiche. L’ordine di distruggere i patogeni venne poi giustificato affermando che non si voleva lasciare in mano ai russi nessuna ricerca occidentale, oltre al fatto che si temeva una fuoriuscita di agenti virali se i laboratori fossero stati colpiti.

Spiegazioni senza dubbio logiche ma che non spiegano affatto il perché inizialmente l’esistenza dei laboratori venne negata, né spiega perché tali centri fossero finanziati dagli Usa. Quali interesse avrebbero gli Stati Uniti a finanziare ricerche su agenti patogeni sul suolo ucraino? La domanda nasce spontanea.

Dinnanzi alle prove sopracitate, i media occidentali hanno immediatamente fatto fronte comune, o negando comunque che vi fossero ingerenze americane o semplicemente rifiutandosi di riportane la notizia. Malauguratamente per loro, pochissimo tempo dopo, saltò fuori un ennesimo insieme di documenti che provavano in maniera incontrovertibile come fossero gli Usa a finanziare i suddetti laboratori.

I documenti vennero pubblicati dal Washington Post e dal Daily Mail e coinvolgevano addirittura Hunter Biden, il figlio di Joe Biden, presidente degli Stati Uniti. Dai documenti, soprattutto mail, si evinceva come Hunter avesse raccolto fondi da destinarsi alla ricerca in Ucraina. Oggetto dell’interesse erano soprattutto virus, sebbene lo scopo dello studio non fosse chiarito del tutto.

Grazie a diverse società, Hunter raccolse decine di milioni di dollari da destinare alle strutture, prova definitiva che l’interesse americano c’era ed era anche grande. Tra le società coinvolte nella raccolta fondi troviamo anche la Goldman Sachs, l’ex società in cui ha lavorato a lungo Mario Draghi. Guarda a volte le coincidenze…

La società incaricata di condurre le ricerca è la Metabiota, sulla quale vale la pena fermarsi un attimo. Tale società, infatti, è appaltante del Dipartimento della Difesa americano ed è specializzata nello studio di patogeni in grado di produrre epidemie e in grado di essere utilizzati come arma biologica. Sempre nelle stesse mail si evince che Hunter Biden abbia contribuito a tessere rapporti molto stretti tra la stessa Metabiota e Burisma, società del gas ucraino. Lo stesso Hunter è stato per anni membro del consiglio di amministrazione della Burisma, che a sua volta è stata una dei principali finanziatori della campagna elettorale di Zalensky. Insomma, un vero e proprio rapporto sadomaso tra aziende, governi e banche che però porta ad un’unica matrice centrale: gli Stati Uniti.

Infine, tra i documenti pubblicati, vi sono diversi riferimenti in cui si afferma che gli Usa debbano contribuire a far ottenere l’indipendenza economica e culturale degli ucraini rispetto ai russi.

Una manifestazione di intenti, questa, che pare trovare conferma anche nell’attuale politica estera americana.

Tornando ai biolaboratori, ad oggi non è stato fornito alcun documento certo di esperimenti su bioarmi, sebbene sia certo che la documentazione sugli effettivi studi nei laboratori sia stata distrutta e forse non sapremo mai cosa realmente facevano in quei luoghi. Ciò che invece sappiamo per certo è che gli Usa non si sono mai tirati indietro quando si parlava di armi biologiche e questo sin dai tempi dell’Operazione Paperclip. Se vi dovesse interessare come gli americani hanno sfruttato gli scienziati nazisti, troverete l’articolo dedicato su questo giornale.

In ultima analisi, possiamo affermare che tutta questa vicenda è parecchio fumosa e che pone più interrogativi che risposte. Tuttavia, se ci fermiamo a considerare il modus operandi statunitense nel mondo, l’idea che possano aver sovvenzionato laboratori in Ucraina per la guerra batteriologica non pare poi tanto peregrina.